A tu per tu con il primario

“La sanità molisana può farcela, via i facente funzioni e spazio ai concorsi”. L’auspicio di Flocco neo direttore di Rianimazione

Il primario di Terapia intensiva dell'ospedale Cardarelli di Campoba racconta il lavoro e la pandemia dopo la nomina, in seguito all'Avviso Pubblico bandito dall'Asrem: "Da luglio scorso in pratica tutti i pazienti ricoverati nel mio reparto non hanno ricevuto il vaccino"

Si muove svelto lungo le corsie del Cardarelli. Il passo deciso di chi è abituato a dare valore anche ad un solo secondo.

Lo aspettano tutti. C’è il personale medico e infermieristico e i familiari dei pazienti. Che sono lì, al di là di quel vetro che li separa dai loro cari e che hanno bisogno anche soltanto dello sguardo di Romeo Flocco: spesso rassicurante, altre volte tormentato, perché informare di un decesso “è qualcosa che vorresti mai fare”.

Ora – dopo 11 anni di direttore facente funzioni – è formalmente Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. Arduo immaginare quel reparto senza di lui. Impensabile finanche ipotizzare che la sua competenza e conoscenza non lo avessero condotto ad ottenere il punteggio più alto nella selezione avvenuta dopo l’Avviso Pubblico pubblicato dall’Asrem a cui hanno risposto ben 12 medici, di cui alcuni provenienti anche da fuori regione.

Sorride quando ci congratuliamo con lui e prova finanche a moderare l’entusiasmo della sua nomina. Mentre da quando è stato resa pubblica ha inorgoglito un’intera regione, perché i messaggi di apprezzamento sono centinaia. Le telefonate che gli arrivano non si contano. E pure le voci dei canali social – forse per la prima volta – sono univoche nel voler esprimere a questo medico sempre in trincea la propria soddisfazione.

E’ un suo traguardo, dopo 11 anni di “facente funzioni”, questa è la sua vittoria…

“Per me professionalmente non cambia nulla, continuerò a fare quello che ho sempre fatto. Ecco, certamente mi sono scrollato di dosso quel brutto participio presente ‘facente funzione’. E’ chiaro che al di là di questo mi ha fatto piacere ricevere attestati di stima e condivisione da parte di tutti ma soprattutto da parte di quei pazienti che abbiamo avuto in Rianimazione. Ecco, questo mi ha commosso”.

Lei ha parlato di un odioso participio presente: ‘facente funzione’. Eppure tanti suoi colleghi sono ancora in questa condizione…

“E’ vero. Ma consideri che siamo da 15 anni in piano di rientro. Esattamente dal 27 marzo 2007. E il Molise è commissariato da luglio 2009, in queste condizioni non è stato possibile nessun turn over, nessun concorso da primario, tutto fermo al palo”.

Qualcosa adesso sta cambiando?

“Si va finalmente nella direzione dei concorsi, e mi creda: il solo fatto di poterne parlare, di poter avere delle date, dei numeri, dei programmi è già tanto. E lo dico perché tra gennaio e febbraio ci saranno anche gli altri concorsi, ma d’altronde questo è l’unico modo per rilanciare la sanità: ogni reparto deve avere la sua figura apicale che possegga tutte le competenze utili al ruolo che ricopre”.

Lei ha vissuto il dramma di questa sanità claudicante anche nel momento storico segnato dal Covid…

“La pandemia è stata un’esperienza prolungata nel tempo che nell’ambito della mia carriera è paragonabile a null’altro. Gestire in prima persona una pandemia che pensi finisca dopo sei mesi e invece dopo due anni siamo ancora qui a combattere è un’esperienza irripetibile. Che ha aperto gli occhi a tanti e ha insegnato a molti. E infatti siamo qui a parlare della sanità che ci aspetta da qui a un futuro non lontanissimo”.

Qualcosa l’ha segnata particolarmente in questi ultimi due anni?

“Nel mio lavoro ogni giorno accade anche un solo episodio che mi tocca emotivamente e nel profondo. Perché quando si lavora in Terapia intensiva si ha a che fare con eventi acuti e drammatici che coinvolgono non soltanto il paziente ma interi nuclei familiari. E credetemi, sono emozioni forti che non hanno eguali”.

Se tornasse indietro farebbe la stessa professione e in questa regione?

“Sicuramente farei la stessa professione. Da giovanissimo ho avuto la possibilità di lavorare fuori dal Molise, ho avuto un’esperienza più o meno lunga in Romagna, insomma mi sono interfacciato con altre realtà e quando dovevo definire il mio ruolo professionale ero indeciso se trasferirmi in Molise. Però, alla fine, sono venuto qui, in questa piccola e sfigata regione e oggi penso che non sia sostituibile con altre esperienze”.

Parliamo di vaccini… Nel suo reparto continuano ad arrivare ricoveri. Ma molti sostengono che si tratti di persone vaccinate e spesso strumentalizzano l’assenza di informazioni in tal senso per avvallare le proprie posizioni ‘no vax’

“Sono molto arrabbiato: stiamo ripartendo con l’emergenza a causa della diffusione del contagio tra i non vaccinati. Nel reparto di Terapia Intensiva del Cardarelli, da luglio scorso, abbiamo avuto praticamente solo pazienti non vaccinati. E questo dovrebbe essere un dato oltremodo significativo. Non c’è alcun motivo per non vaccinarsi, a meno che non ci siano patologie certificate per cui uno specialista sconsiglia l’antidoto”.

Dottore ma lei la sanità in Molise, da qui ai prossimi mesi, come la immagina?

“Io spero che inizi una nuova era della sanità molisana ma non per me e non perché abbia avuto il ruolo definitivo. Lo spero per il nostro Molise. Ma sono certo che ci avviamo verso questo tipo di percorso perché già il fatto di nominare direttori di Unità complessa e far ripartire in tempi agili e veloci i concorsi per tutti i dirigenti medici che sono necessari, per la regione rappresenta una ripartenza. Io direi che siamo vicini ad una svolta”.

E il Cardarelli?

“Il Cardarelli ha sempre risposto ad ogni emergenza, ed è l’ospedale in cui confluiscono tutte le urgenze regionali: il mio auspicio è che ci siano le risorse per continuare in questo modo e migliorare passo dopo passo tutti i servizi a disposizione”.

E’ tardi. Il dottor Flocco si è lasciato andare ad una lunga chiacchierata ma in queste ore lo cercano in molti. Ognuno vuole esprimergli soddisfazione e condividere personalmente con lui la gioia di un traguardo che finalmente, dopo anni in trincea, cancella quell’odioso e immeritato participio presente “facente funzioni”. Congratulazioni direttore.

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