Campobasso

Eterno Astor Piazzolla, il concerto di ‘Storie in tango’ diventa un viaggio malinconico

Serata di grande musica ieri nel capoluogo con l'omaggio all'artista argentino di cui quest'anno ricorrono i cento anni dalla nascita. Teatro gremito per lo spettacolo organizzato dalla Fondazione Molise Cultura: sul palco cinque talentuosi musicisti molisani

La mia musica è triste perché il tango è triste. Il tango ha radici tristi e drammatiche, a volte sensuali, conserva un po’ tutto, anche radici religiose”. Testo e musica – è proprio il caso di dirlo – di Astor Piazzolla, il musicista e il compositore argentino che con grande coraggio e spirito di cambiamento ha innovato il tango che nel suo Paese è una sorta di sacro feticcio. In Argentina è stato attaccato per la sua ‘rivoluzione musicale’. In realtà il maestro dalle radici italiane (il padre era di Trani, ndr) e di cui quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita è poi diventato uno dei grandi della musica internazionale.

Ieri i suoi brani hanno provocato brividi e (in alcuni casi) anche commosso il pubblico che ha gremito le poltroncine del Teatro Savoia di Campobasso dove si è esibito ‘Storie in Tango’, il quintetto composto dall’isernino Morris Capone, dal campobassano Pasquale Farinacci (violino), dal musicista di Ferrazzano Mario Muccitto (bandoneon) insieme ai termolesi Gianluca De Lena al piano e Basso Cannarsa alla chitarra.

Lo spettacolo è stato un viaggio nelle emozioni, soprattutto quelle più nostalgiche e sensuali, una sorta di divina commedia del tango più struggente e malinconica. “In Argentina è stato definito l’assassino del tango“, ha ricordato anche Morris Capone nelle brevi pause introduttive ai vari pezzi del concerto.

Astor Piazzolla ha inventato un genere nuovo, il ‘Nuevo Tango’. E in Italia ha collaborato con artisti come Mina, Milva e Tullio De Piscopo. Anzi, proprio il feeling con quest’ultimo porterà all’eterno “Libertango”, uno dei suoi capolavori. Il quintetto ‘Storie in tango’ chiude con questo pezzo lo spettacolo in cui sono stati proposti anche le quattro stagioni ‘porteñeas’ (Verano, Otoño, Invierno e Primavera), la famosissima Oblivion, il Concierto para quinteto e il brano composto per il padre scomparso, Adiós Nonino.

L’incastro di note, melodia e sonorità è magico: il violino è struggente nei temi nostalgici e aggressivo sui ritmi incalzanti; le note sfuggenti del bandoneon; il pianoforte che accarezza e accompagna le melodie; la chitarra è delicata e al tempo stesso scandisce i tempi più veloci; il contrabbasso riempie con le sue note gravi e sostiene con forza tutta la struttura melodica.

 

Lo spettacolo del quintetto ‘Storie in Tango’ era il terzo e ultimo appuntamento del progetto interregionale ‘Aida’ organizzato dalla Fondazione Molise Cultura per valorizzare l’identità adriatica. Gli altri due eventi del mini programma si sono svolti il 10 e il 17 novembre.

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