Un mezzo colpo di scena, alla fine di un consiglio comunale fiume concluso col solito nulla di fatto. La mozione della minoranza per impegnare il sindaco a ricorrere contro il Piano operativo sanitario adottato da Toma è stata bocciata. Ma il ricorso è stato presentato. Non dal Comune di Termoli, bensì da Francesco Roberti e dai suoi assessori e consiglieri come privati cittadini, sostenendo l’azione dell’associazione ‘Cuore molisano’. Un modo per salvare capra e cavoli, in sostanza.
È stato questo il ‘coup de theatre’ del consiglio comunale monotematico sulla sanità chiesto dalle opposizioni e svolto nel tardo pomeriggio di giovedì 4 novembre, con tanto di inviti a parlare per le associazioni impegnate nella difesa dell’ospedale termolese.
Due quelle presenti: il comitato San Timoteo e l’associazione Molisanità L113. Grande assente della serata invece il presidente e commissario ad acta della sanità molisana, Donato Toma. Un gesto che dimostra molto più delle parole di quanta considerazione godano oggi il Basso Molise e la sua sanità.
Nei loro interventi le associazioni hanno ribadito la necessità di agire contro il Pos prima di rinforzare il nosocomio di viale San Francesco. “Serve un Decreto Molise” ha detto Nicola Felice del Comitato San Timoteo. “Questo Pos è ancor più reverenziale nei confronti del privato accreditato” le parole di Cinzia Ferrante di Molisanità L113.
Per le opposizioni è stato l’ex sindaco Angelo Sbrocca a illustrare la mozione. “Siamo al De profundis dell’ospedale, stiamo arrivando alla chiusura sostanziale” ha affermato l’esponente del Pd, ricordando inoltre che “questo territorio rimane scoperto, visto che le strutture private sono dappertutto in Molise tranne che qui”.
Ne è seguito un lungo dibattito coi contributi dell’intera minoranza o quasi, e qualche intervento della maggioranza. Contrariamente a quanto chiesto da Nicola Felice, che aveva pregato di evitare schermaglie politiche, è iniziato uno stucchevole rimpallo di responsabilità con excursus storico-sanitari capaci di coprire un arco temporale lungo mezzo secolo. Quanto di più inutile in questo momento.
È stato poi il consigliere Michele Marone a svelare che “il ricorso lo abbiamo presentato da privati cittadini, lontano dai clamori”. A confermarlo poco dopo il sindaco Francesco Roberti. “Sono l’unico ad aver fatto ricorso contro la mia parte politica – ha esordito il primo cittadino -, perché questo territorio ce lo dobbiamo difendere da soli e la sanità riguarda tutti”. Roberti non ha risparmiato stoccate: “I nostri rappresentanti politici a livello nazionale sono stati inesistenti, ma voi del Pd quando avevate tre parlamentari perché non siete intervenuti?”.
Bordata anche al dg Asrem Florenzano. “Gli ho già detto che ricorrerò sempre finché continuerà a toccare il San Timoteo. Dopo un anno non è stato capace di riaprire il bar dell’ospedale”.
Ha espresso perplessità sulla forza della Conferenza dei sindaci. “Secondo voi Campobasso può fare una battaglia per il Basso Molise?”. Quindi ha invitato tutte le forze politiche a fare pressione a livello nazionale. “Voglio incontrare i segretari nazionali dei vostri partiti. Se continuiamo così l’ospedale ce lo chiudono o ce lo fanno morire. Io difenderò il territorio, anche perché il Basso Molise è l’unico che ha i numeri”.
A proposito del ricorso, presentato il 2 novembre scorso dagli avvocati Ruta, Zezza e Romano, per Roberti “non è il caso di spendere soldi pubblici in maniera strumentale. Chi vuole ricorrere può unirsi al nostro”.
Le opposizioni non hanno però ritirato la mozione che è stata bocciata con 15 voti contro 9.
A questo LINK il video del Consiglio di ieri 4 ottobre su YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=JEyHiabxNmE