I numeri

Ospedali pieni di non vaccinati. Un medico: “I no vax ci accusano di trascurare altre malattie, ma sono loro a riempire i reparti”

Al Cardarelli di Campobasso a oggi sono 6 i pazienti ricoverati per il virus e sono tutti e 6 senza vaccino. A Chieti ci sono 16 persone in Infettive e solo 5 col vaccino ma con gravissime patologie e età avanzata. Gli altri 11 sono giovani e arrivano da focolai no vax della zona. Una dottoressa sintetizza così la situazione: "Gli ospedali sono occupati solo da covid a scapito di altre malattie".

“Pensate solo al Covid e trascurate le altre malattie”. Oppure: “Quante persone non vengono curate adeguatamente per le malattie cardiovascolari o neoplastiche?”. E ancora: “In ospedale si cura il covid che si potrebbe benissimo curare a casa, ma gli ospedali servono per altro”. Sono alcune delle principali accuse che la minoranza no vax – quella contraria al vaccino e convinta di trovarsi in una improbabile dittatura sanitaria – muove giornalmente, specialmente dai social, ai medici italiani e alle aziende ospedaliere, e di riflesso ai giornalisti, rei secondo loro di fare terrorismo mediatico e di favorire (non si sa poi bene per quale motivo) le Big Pharma e le multinazionali del vaccino.

Accuse che potrebbero essere anche legittime, perché è un fatto (e nessuno lo sconfessa) che da un pezzo gli ospedali sono concentrati nella gestione e nella cura dei pazienti con il virus della Sars-Cov-2 che sfocia in malattia, ma che non reggono alla luce dei numeri reali, e che diventano un boomerang nelle mani di chi si scaglia contro l’unica arma di difesa per salvare oltre che la vita anche la sanità, e cioè proprio quel vaccino che a distanza di 11 mesi dal suo debutto ha cambiato radicalmente la natura delle ospedalizzazioni da pandemia.

Le denigrazioni dei No Vax, che noi leggiamo costantemente nei commenti su facebook a corredo dei tanti articoli di aggiornamento sulla situazione covid in Molise, farebbero bene a cambiare bersaglio, se non altro per evitare di diventare oltre che patetiche anche anacronistiche. C’è un particolare suffragato dalle cifre, che non sono interpretabili. Ed è questo: gli ospedali italiani stanno tornando in effetti a riempirsi di pazienti covid in questa cosiddetta quarta ondata, ma i pazienti covid che riempiono i reparti di infettiva (e a cascata gli altri, innescando il famigerato collasso del sistema sanitario) sono quasi tutti non vaccinati. Sono proprio, in larga misura, le stesse persone che accusano i medici di pensare solo al covid ma che poi finiscono per andare a occupare i letti ospedalieri perché il covid lo hanno preso loro e le famose terapie domiciliari tanto sbandierate in alterativa al vaccino “cattivo” si rivelano, alla prova dei fatti, inutili (con abbondanza di vitamina D e C) e nei casi peggiori pure dannose, andando ad accelerare la proliferazione del virus nell’organismo soprattutto in forza di dosi massicce di cortisone e simili.

Il Molise, coi suoi piccoli numeri, fornisce un esempio emblematico. Attualmente all’ospedale Cardarelli sono ricoverati 6 pazienti a causa della malattia Covid-19: cinque sono nel reparto di Malattie infettive, uno in Terapia Intensiva e in condizioni più critiche. Intanto c’è da sottolineare che 4 di questi 6 ricoveri sono avvenuti negli ultimi due giorni (tra martedì e mercoledì). Solo 2 risalgono a diverse settimane fa e questo potrebbe essere l’indicatore che le cose stanno cambiando (in peggio) anche vista la concomitanza dell’arrivo del freddo che porta, inevitabilmente, a passare più tempo al chiuso.

I ricoveri in Malattie infettive, dicevamo, sono attualmente 5. Tutti e 5 i degenti risultano non essere vaccinati. Ieri è stata ricoverata una donna di 73 anni, ieri l’altro due persone con all’incirca 60 anni e un ultraottantenne. A queste persone ricoverate si aggiunge un paziente – non vaccinato appunto anche lui – di circa 55 anni, ricoverato lo scorso 4 novembre.

In Terapia  Intensiva, dove l’ultimo decesso è stato quello del sacerdote 60enne convintamente no vax, c’è una sola persona ricoverata. Si tratta di una donna di 73 anni che, dopo qualche giorno di ricovero in Malattie infettive, si è aggravata e per la quale i medici hanno predisposto il trasferimento in Rianimazione. Era il 14 ottobre, più di un mese fa. La donna è l’ennesima persona che ha scelto di non vaccinarsi e che ora sta lottando tra la vita e la morte.

Nel vicino ospedale di Chieti – per fare un altro esempio a due passi da “casa” – la situazione è analoga. In Malattie Infettive, reparto che è “vietato” agli altri essendo riservato al Covid e non potendo essere “misto”, ci sono 16 persone ricoverate. Di queste, 5 hanno il vaccino ma sono affette da patologie molto gravi, da malattie neurodegenerative o di natura oncologica sommate a un’età molto avanzata. “Si tratta di persone che avrebbero avuto bisogno dell’ospedale anche senza covid” chiarisce un medico. Le altre 11 persone ricoverate hanno tra i 40 e i 50 anni e provengono in gran parte da due grandi focolai no vax della zona tra vastese e chietino. In alcuni casi sono membri dello stesso nucleo familiare, rigorosamente avverso al vaccino. Solo una persona è anziana. Ieri mattina nell’ospedale di Chieti è deceduta una persona di 76 anni gravissima per la polmonite da covid e non vaccinata per scelta. I medici hanno fatto il possibile e l’impossibile, ma come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti guarire dalla polmonite da covid non è affatto scontato.

Una tendenza clinica chiara, che potrà subire qualche variazione ma senza mutare radicalmente. Certo accade e accadrà ancora – anche da noi – che vaccinati abbiano bisogno di cure ospedaliere per covid, perchè vaccinarsi non garantisce matematicamente di non sviluppare la malattia. Di sicuro però abbassa il rischio a percentuali da zerovirgola, e questo rappresenta l’elemento fondamentale per ripartire anche nella sanità no-covid, dopo i ritardi enormi dati dalla paralisi degli ultimi due anni.

Ovvio che lo spirito con il quale si lavora negli ospedali, a differenza di quanto accadeva nella prima, seconda e terza ondata (in epoca pre-vaccino, per intenderci) sia diverso. I dottori di Campobasso e Chieti, per restare a questi due casi – ma la situazione è pressochè la stessa in tutti gli altri ospedali – si dicono sconfortati e a tratti arrabbiati. Oltre a dover mobilitare ogni risorsa sul covid devono fare i conti con le accuse dei No Vax, cioè gli stessi che finiscono per riempire i reparti in quanto non vogliono percorrere la strada di prevenzione rappresentata da vaccino. Prevenzione non solo della loro salute e della salute di chi vive con loro, ma anche della sanità pubblica – che è di tutti – rispetto alla minaccia di trascorrere ancora mesi sacrificando le risorse umane e professionali per il covid che, a differenza del cancro per esempio, può contare su un vaccino. Una sintesi dello stato d’animo col quale si lavora in questi giorni lo ha offerto una dottoressa del reparto di Malattie Infettive in un coraggioso e chiarissimo post su facebook, la piazza virtuale dove il popolo no vax rilancia fake e menzogne quotidiane.

“L’aumento dei casi gravi tra i focolai di persone non vaccinate e le loro conseguenti ospedalizzazioni concretizza esattamente quello di cui gli stessi no vax ci accusano, cioè  che gli ospedali sono occupati solo da covid a scapito di altre malattie. Dicono che ci sono delle cure domiciliari, ma poi guarda caso ci si affidano e finiscono lo stesso in ospedale, perché è il caso di dirlo a lettere cubitali, queste fantomatiche cure domiciliari non sono avallate da nessuno studio clinico che ne ha dimostrato la reale efficacia. Il governo non dovrebbe cedere di nuovo alla tentazione delle chiusure, che sancirebbero la sconfitta della scienza e  la vittoria di questi discutibili personaggi che per il loro egoismo terranno in pugno di nuovo l’economia, la libertà e la vita stessa di milioni di italiani”. 

                                               (Monica Vignale e Roberta Morrone)

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