L'intervista

L’influencer di viaggi richiesto in tutto il mondo è di Termoli. “Sono stato uno dei primi, oggi è difficile distinguersi ma si può”

Stefano Cicchini, 30 anni, è stato uno dei pionieri di quello che oggi è un vero e proprio mestiere, tutt'altro che improvvisato. Il social media manager termolese è acclarato come uno dei 10 top 'travel influencer' al mondo. In questa intervista ci racconta come tutto è nato e perchè è diventato fondamentale il mondo social per le strategie di marketing turistico

Il suo profilo Instagram ha 201mila followers e lui è considerato tra i 10 migliori travel influencer del mondo del 2021. Il suo nome è Stefano Cicchini, è originario di Termoli e ha 30 anni ma non è certo l’ultimo arrivato nel campo – ora affollatissimo – di guide ‘virtuali’: è stato anzi uno dei primi.

Lo raggiungiamo al telefono approfittando di una pausa tra un lavoro e un altro, tra un viaggio e un evento. “Ora sono a Termoli, a casa, e nei giorni scorsi sono stato in Sardegna”. Il suo modo per definirsi è ‘nomade digitale in giro per il mondo’. Ma le sue non sono certo (solo) vacanze, il suo è un lavoro tutt’altro che improvvisato, specie se – come ha fatto lui – si vuole emergere dal grande mucchio.

Tecnicamente Stefano è un social media manager (laurea in Economia e management e specializzazioni varie nel campo del Web e Social Media Marketing) e i suoi ‘committenti’ sono aziende (se preferite brand) di caratura spesso internazionale così come enti del turismo, che vanno da quelli delle Regioni (non solo italiane) a quelli di Nazioni quali Finlandia, Olanda, Thailandia, Polonia, Gran Bretagna e tantissime altre. Il ‘nostro’ lavora altresì per gli Emirati Arabi. Insomma, quando si pensa a un influencer dei viaggi (anche di lusso) non si può non pensare a lui.

Ma come si fa a differenziarsi in un contesto – quello virtuale – che pullula ormai di queste figure? “Sicuramente ora è molto più difficile, ma quando ho iniziato, dopo il 2015, ero uno dei primi ed è stato più semplice. Naturalmente l’impegno e la costanza, unita alla passione, ci vogliono e fanno la differenza”. Il trentenne termolese – che prima di specializzarsi come content creator era noto per essere un arbitro di calcio – è insomma una sorta di pioniere del marketing turistico attraverso il web, e più in particolare attraverso un social network. Naturalmente stiamo parlando di Instagram, la piattaforma più adatta a questo tipo di mestiere e che risulta oltremodo efficace per trasmettere i contenuti di questo tipo. Stefano ha naturalmente anche altri canali, come la sua pagina facebook Stefano Cicchini – Italian Travel & Food Blogger, Influencer Marketing (4.591 persone attualmente la seguono) o quella sul più recente TikTok, ma ci conferma che il ‘social delle foto’ è  quello che più fa per lui.

Come è nata questa avventura, poi divenuta un lavoro vero e proprio? “Ho cominciato con un blog personale in cui davo consigli per viaggiare low cost”. Già, perché la passione per il viaggio è il motore di tutto. “Bellissimo averne fatto un lavoro. È stato sempre uno dei miei interessi maggiori. Una passione nata grazie a mia nonna, una donna molto attiva che quand’era più giovane viaggiava molto. Ricordo ancora quando mi regalò la mia prima crociera. Ecco, lì è cominciato tutto”.

Dal blog però Stefano, nonostante la giovane età, ne ha fatta di strada. La vera svolta – e la nascita dell’influencer – è arrivata con la ‘chiamata’ di Toyota, nel 2018. “Mi hanno chiesto di essere l’ambassador italiano per la presentazione, a Copenaghen, della nuova Toyota Aygo”. Da allora la carriera di Stefano ha cambiato marcia e, a ruota, si sono interessati al suo profilo – e ai suoi contenuti – diversi colossi dell’Automotive e nel suo cursus honorum c’è finanche un invito da parte della Fia (la federazione che organizza i mondiali di Formula Uno) a collaborare con loro per un evento da tenersi a Roma. “In quel periodo mi sono specializzato sul tema della sostenibilità ambientale e dell’elettrico, partecipando anche a campagne di sensibilizzazioni con associazioni come Greenpeace”.

Ma vediamo in cosa consiste oggi il lavoro di Stefano. “Possiamo dire che organizzo campagne di influencer marketing. Lo faccio per importanti clienti/brand (come Puma Italia, Mercedes Benz, Ebay, Toyota ecc) nonché per enti del turismo”. Quindi i suoi racconti di viaggio finiscono per diventare una sorta di guida (autorevole) dei nostri giorni, che passa attraverso foto, video e piccoli testi. “Prima facevo tutto da solo, da un po’ di tempo ho dei collaboratori che mi aiutano, specie per quanto riguarda i contenuti video”. Oggi viene chiamato storytelling, ma piaccia o non piaccia questa espressione inglese, il succo è che è questo il modo giusto per una strategia turistica che voglia essere efficace. Raccontare un Paese, un evento caratteristico, la cucina tipica di un luogo: è questo quanto richiesto a Stefano da enti come Visit Finlandia, Visit Thailand, Algarve Tourism, This is Eindhoven e tanti altri.

Sul Molise Stefano è perentorio: “C’è molto da lavorare, si utilizzano ancora strategie di marketing ormai superate”. Non disdegna l’idea, se ce ne fosse l’opportunità, di lavorare anche per il suo territorio. “La nostra regione ha grossissime potenzialità, bisogna solo farle fruttare”. E sulla ‘sua’ Termoli, “città cui sono molto legato ma con cui ho un rapporto di odio e amore”, il bilancio è pressochè lo stesso. “Devo dire però che è stato bellissimo, quando ho lavorato per il Giro d’Italia che quest’anno è arrivato in città, lavorare raccontando la mia cittadina”.

Stefano, valigia sempre pronta sul letto, al momento ha come ‘porto’ di ritorno proprio Termoli, ma in passato ha vissuto stabilmente in tante altre città, in Italia e all’estero, e per un lungo periodo a Venezia dove ha lavorato per la società Velvet Media. Ha fondato ‘LocalCreators’, la prima startup italiana che connette attività locali e influencer dei principali local network. Inoltre di recente ha lanciato il suo personale progetto ‘Un anno da nomade digitale’ che prevede come tappa una città diversa (città europee in particolare) ogni mese.

La sua vita-lavoro però è tutt’altro che una passeggiata come superficialmente si potrebbe pensare vedendolo ritratto in lussuosi hotel, addentando le prelibatezze di rinomati ristoranti e pub o rilassandosi in una spa. Quello che fa non è certo frutto dell’improvvisazione, anzi il metodo gioca un ruolo importante. Se non fosse così il giovane termolese non sarebbe riuscito a costruirsi una autorevolezza e credibilità e a infondere fiducia in così tante persone ed Enti. Il periodo più nero del Covid ha avuto ripercussioni naturalmente anche sulla sua attività, che però ora è bella che ripartita. Anzi Stefano non ha dubbi su quello che sarà il post Covid nel mondo del turismo e crede fermamente negli strumenti che lui utilizza quotidianamente. “I blogger – ha dichiarato all’agenzia di stampa Adnkronos – saranno fondamentali per la ripresa del settore nel post-Covid”.

Nel marasma social i contenuti sembrano assomigliarsi sempre più tra loro, e questa è una delle sfide che l’influencer Stefano deve costantemente vincere. E tutti, ma proprio tutti, sembrano divenuti food blogger. Non si nasconde dietro un dito quando gli facciamo presente i lati oscuri del mondo social, lesivi in particolare per i giovanissimi come studi psicologici hanno accertato. “Sì, c’è anche questa faccia della medaglia negativa, ne sono consapevole. Anzi, proprio questo mi spinge a pensare ancor di più a ogni contenuto che propongo al mio vasto pubblico”. Ogni parola che si scrive, così come ogni foto o video che si posta, non è certo neutrale ed è carica di messaggi, anche subliminali, che si veicolano e non si possono ignorare. Un esempio, semplice ma efficace: mostrarsi in mezzo alla folla senza mascherina non sarebbe stato un bell’esempio.

Una responsabilità, quella dell’uso dei social, che Stefano sente su di sé. Perché si può essere influencer in tanti modi, lui ha scelto quello giusto.