Scontro in consiglio

Le pediatrie molisane rischiano di chiudere, grido d’allarme in Aula. E Donato Toma va ancora sotto sulla sanità

In consiglio regionale passa la mozione del M5S che chiede l’annullamento del Pos: la maggioranza si astiene. Intanto emergono nuove situazioni di fortissima criticità, specialmente per i reparti di pediatria. I sindaci continuano a chiedere un decreto Molise: Roberti a Termoli ha fatto presente il problema San Timoteo a Massimo Paolucci, capo segreteria del Ministro della Salute Roberto Speranza.

Donato Toma cade di nuovo sulla sanità: oggi in consiglio regionale la maggioranza naufraga ancora. Con 9 voti a favore e 7 astensioni viene approvata la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle per chiedere l’annullamento del programma operativo 2019-2021 già impugnato da alcuni comuni bassomolisani, dai comitati e dal Partito Democratico.

A Palazzo Vitale gli esponenti pentastellati mettono in evidenza tutte le criticità di un piano che non è stato condiviso con il territorio e che è a loro dire troppo sbilanciato a favore del privato. “La sanità molisana è a pezzi”: i consiglieri del MoVimento 5 Stelle denunciano le situazioni più critiche, come la carenza di pediatri sottolineata da Vittorio Nola. “Al Cardarelli di Campobasso ci sono continui trasferimenti di bambini all’ospedale Santobono di Napoli” sottolinea l’esponente venafrano. Patrizia Manzo incalza il presidente commissario Toma sulla chiusura del punto nascite di Termoli. Ancora prima in consiglio regionale Aida Romagnolo aveva denunciato l’assenza di un centro per la fecondazione assistita: quello presente in Molise ha chiuso nel 2012.

Angelo Primiani invece si fa portavoce delle difficoltà nel reparto di Rianimazione del Cardarelli dove tre medici anestesisti si sono dimessi: “Stanno accadendo delle cose inaccettabili in tutti i nosocomi regionali, a cominciare dalle dimissioni di alcuni anestesisti, motivate da cause organizzative che è una cosa grave, che hanno portato al blocco di tutte le operazioni programmate (in realtà questo non è vero, gli anestesisti cesseranno il servizio dal 1° dicembre prossimo, ndr) e tutto ciò avviene in barba al piano nazionale che prevedeva di smaltire le liste di attesa che si erano accumulate a causa della pandemia”.

Così come – aggiunge Primiani – è sempre più vicina la possibile chiusura del reparto di Pediatria del Cardarelli di Campobasso che va a sommarsi alle situazioni critiche degli altri reparti di pediatria, quello del Veneziale di Isernia e del San Timoteo di Termoli. Oggi tutti e tre reparti sono ormai al collasso: non vi sono più medici né personale in grado di garantire il servizio. Siamo in una situazione talmente grave che nessuno di questi tre reparti riesce a garantire prestazioni al 100%”.

Pediatria San timoteo

L’ultimo tassello di una sanità massacrata è la chiusura del Centro ambulatoriale di fibrosi cistica perchè “la dottoressa è prossima alla pensione e non si trova un sostituto”, evidenzia ancora il consigliere M5S.

A nulla vale la strenua difesa di Donato Toma in Aula che dopo un acceso scontro verbale con il capogruppo pentastellato Andrea Greco ricorda che proprio il MoVimento 5 Stelle ha voluto un commissario esterno per il Molise. “Avete sbandierato ai quattro venti che serviva il commissario esterno. L’abbiamo avuto per circa 3 anni, mi pare che stiamo peggio di come stavamo”. Una difesa che non sembra reggere, anche la maggioranza si astiene sulla mozione che viene approvata e quell’astensione è come una bocciatura per il capo della Giunta regionale.

“Il Piano è stato adottato dallo stesso neo commissario Toma ma, a suo dire, non piace neanche a lui. Ci sorge il dubbio che il ‘Toma commissario’ non vada d’accordo col ‘Toma presidente” ironizza il 5 Stelle, rimarcando che “la maggioranza non esiste più, soprattutto quando si tratta di prendere decisioni sulla sanità. L’Aula gli chiede di ritirare il Pos 2019-21 e di avviare i tavoli di concertazione, diversi sindaci gli chiedono lo stesso. Del resto, glielo impone la legge. Ma il presidente-commissario va ancora dritto per la sua strada, in attesa di redigere il nuovo Pos 2022-24. Ma è opportuno sfatare un’altra grandissima ‘fake news’ al riguardo: il Pos appena approvato non scadrà a breve, come suggerisce la data. Il Pos resterà in vigore finché non sarà approvato il successivo. E questo vuol dire che, stando al pessimo documento licenziato da Toma, la nostra sanità continuerà ad essere smantellata, perché certi processi sono irreversibili e lo sappiamo bene. Non ci resta che chiedere ai sindaci, alle associazioni, agli stessi medici, ai cittadini, di ribellarsi insieme a noi a questa politica contraria alla sanità pubblica. Bisogna mandarli a casa, prima che sia troppo tardi”.

Roberti sindaco mascherina

I sindaci non sembrano propensi a sposare questa teoria che aprirebbe alle elezioni anticipate. A cominciare da Francesco Roberti, centrodestra e sindaco di Termoli, che stamattina ha partecipato alla Conferenza dei Sindaci sulle problematiche della Sanità molisana in videoconferenza, cui ha partecipato anche Massimo Paolucci, capo segreteria del Ministro della Salute Roberto Speranza.

La strada scelta dai sindaci è quella del confronto fra Istituzioni, con la speranza di ottenere un Decreto Molise che possa tornare a garantire tutti i servizi sanitari sul territorio restituendo dignità agli ospedali molisani, primo fra tutti il San Timoteo che rischia di scomparire e ridursi a un pronto soccorso.

“Impensabile – ha detto Roberti – ipotizzare un territorio così vasto con più di centomila residenti, e in cui in estate aumenta in modo esponenziale la popolazione, senza nessun presidio ospedaliero dotato di tutti i servizi di primaria necessità”.

L’impossibilità di rimanere senza un ospedale deriva anche dal fatto che in zona non esistono strutture private accreditate che possano alleggerire il carico degli ospedali pubblici.

“Anche al capo segreteria del Ministro Speranza – ha detto il Sindaco Francesco Roberti – ho spiegato come sia impensabile lasciare la zona di Termoli e il Basso Molise senza il San Timoteo. La popolazione a quel punto sarebbe costretta a recarsi negli ospedali di Campobasso oppure fuori regione a Vasto e San Giovanni Rotondo per poter usufruire di qualsiasi prestazione sanitaria e compiendo autentici viaggi della speranza ogni qual volta sia necessario. Una ipotesi che non vogliamo neanche considerare e che respingiamo con forza”.

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