Finora vi abbiamo raccontato la ricorrenza del 25 novembre così come celebrata nelle piazze o nei palazzi istituzionali. Abbiamo dato voce a cittadini esponenti di associazioni, sindacati o organismi rappresentativi ma mai a imprenditori. Perché la cultura della violenza contro le donne – perché di cultura si tratta, ed è troppo facile pensare che non ci appartenga – si combatte anche (e soprattutto) sui posti di lavoro.
Lo sanno bene nell’azienda Gfc di Larino, dove i titolari e i vertici della piccola (ma longeva) realtà imprenditoriale oggi hanno ‘omaggiato’ tutte le donne lavoratrici non con il classico mazzo di fiori ma con qualcosa di molto più concreto: un libro sulla leadership.
A raccontarci come è nata l’idea, e cosa l’ha mossa, è l’amministratore delegato dell’azienda – che si occupa di assemblaggio di schede elettroniche e che si trova sulle Piane di Larino, da 20 anni -, Fabrizio Varanese. “Tutto è cominciato da una sorta di collaborazione con Enrico Miele, presidente dell’associazione termolese (nonché consigliere comunale, ndr) Il Mosaico”. Parliamo della realtà associativa che ha promosso l’installazione delle casette dei libri in vari quartieri della città.
Così l’azienda non ci ha pensato due volte ad aderire all’iniziativa dell’associazione Il Mosaico, che per la giornata-simbolo contro la violenza sulle donne ha inteso rifornire le casette dei libri di Termoli di volumi che avessero a che fare col tema. Quindi nei giorni scorsi la Gfc ha donato testi che oggi sono stati inseriti negli appositi spazi. I libri in questione sono L’uomo nero, Io sono Malala, Una vita spezzata, La mia parola contro la sua e Se questi sono gli uomini. “5 volumi che, da diverse angolazioni, fanno luce sulla condizione femminile oggi nel mondo: volumi che saranno posizionati nelle ‘casette dei libri’ a beneficio della cittadinanza tutta.
Lavorare sul territorio significa lavorare per il territorio, e contribuire all’arricchimento culturale e sociale delle nostre comunità”.
A questi se ne sono aggiunti altri, frutto di questa speciale raccolta, che oggi sono stati puntualmente inseriti nelle casette dei libri che si trovano in varie periferie della città.
“Avendo un nutrito gruppo di donne collaboratrici (non le chiama mai dipendenti, e anche questa scelta terminologica significa tanto, ndr), abbiamo pensato poi di organizzare un evento interno in occasione del 25 novembre, per condividere informazioni su un tema che è così rilevante da un punto di vista sociale e per creare un momento di riflessione condiviso”.
Una scelta che sicuramente fa onore all’azienda, peraltro guidata da uomini perché oltre al titolare e Ad Varanese ci sono altri 3 soci, che a vario titolo svolgono funzioni di direzione aziendale. “A completamento di tutto ciò, abbiamo voluto omaggiare le lavoratrici con un testo sulla leadership femminile, di modo che fosse di auspicio per creare in loro maggiore consapevolezza e che fosse un valido strumento per superare eventuali problematiche in ambito familiare o nel rapporto di coppia”.
Ora, l’iniziativa che stiamo raccontando non è certo scontata ed è, al contrario, pensata e frutto di una visione che – non ce ne vogliano – non tutti gli imprenditori hanno. Ce lo conferma Varanese: “È una politica che perseguiamo da sempre, questa è stata semplicemente l’occasione giusta per unire due dei nostri obiettivi: creare consapevolezza rispetto alla tematica che, purtroppo, è di estrema attualità, e dare un contributo che possa fungere eventualmente da soluzione alla problematica. Come? Dando un input per far sì che le donne raggiungano una maggiore, e migliore, consapevolezza di sé e del loro ruolo”.
Il libro donato, in una sorta di cerimonia che si è tenuta nel primo pomeriggio nella sede aziendale, è ‘Leadership al femminile’ di Daniela Bonetti e Francesca Romano. “Non è un libro che parla della leadership legata al mondo del lavoro quanto piuttosto alla vita personale e familiare”, specifica il titolare dell’azienda – che ha quasi 50 dipendenti e che per la metà circa sono di sesso femminile – che d’altra parte riconosce come i due aspetti siano strettamente legati. Detto altrimenti, una donna sicura di sé e dotata della giusta assertività è una lavoratrice ancor più preziosa. “Sì, questo evento non è che un tassello di un nostro percorso di miglioramento interno, rivolto in questo caso in particolare alle lavoratrici donne. Un miglioramento nella sfera personale ha sicuramente delle ricadute positive in quella lavorativa”.
Insomma, quello che sovente non si comprende è che una società, di cui il mondo lavorativo e produttivo fa chiaramente parte, ‘funziona’ meglio se tutti i suoi individui (donne e uomini) stanno meglio. Con le donne emancipate, detto altrimenti, ne guadagnerebbe l’intero Paese.
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