Montenero val cocchiara

Cavalli lasciati al freddo e nel fango: diffida alla Regione che eroga soldi pubblici agli allevatori

Nuova denuncia da parte del consigliere regionale M5S Angelo Primiani su quanto avviene a Montenero Val Cocchiara dove gli animali sono lasciati al freddo e nel fango. Eppure è una razza tutelata da una legge della Regione. "Ho inviato una diffida al presidente Toma, non ci sono controlli", annuncia l'esponente pentastellato

In poco meno di un anno non è stato fatto niente per tutelare il cavallo pentro, una delle cinque razze tutelate in Italia e a rischio estinzione. La Regione Molise, che ha istituito una legge ad hoc (la numero 26 del 2005) per salvaguardare questo animale, eroga indennizzi fino a 500 euro a cavallo ma senza controllare poi se i soldi vengono impiegati correttamente. Non è così nè per le associazioni animaliste che nei mesi scorsi hanno presentato una denuncia alla Procura di Isernia nè per il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Angelo Primiani che inviato una diffida al presidente Donato Toma.

Per l’esponente pentastellato, che tempo fa aveva interessato della questione il ministro Cingolani, in nove mesi non è cambiato nulla a Pantano della Zittola, sito di interesse comunitario che ricade nel comune di Montenero Val Cocchiara.

“Sono trascorsi nove mesi dalla nostra denuncia sulle condizioni del cavallo pentro, una specie pregiata ma a rischio estinzione nel silenzio tombale del presidente Toma, dell’assessore alle Politiche agricole, Nicola Cavaliere, e del delegato regionale all’Ambiente, Roberto Di Baggio”, spiega Primiani. Nè sono stati introdotti controlli più stringenti sull’impiego dei soldi pubblici erogati agli allevatori.  “Sono trascorsi nove mesi anche dalla nostra interrogazione – insiste il consigliere M5S – con la quale fornivamo una soluzione chiara: modificare la legge regionale 26 del 2005 prevedendo controlli e regole più stringenti prima di erogare i contributi agli allevatori. La proposta venne bocciata e delle seguenti promesse risolutive dei vertici regionali ancora oggi non vi è traccia, mentre resta drammatica la situazione a Pantano della Zittola, in zona Montenero Val Cocchiara”.

cavalli Montenero Valcocchiara Pantano della Zittola

In un video-denuncia l’esponente dell’opposizione mostra i cavalli pascolare al freddo e nel fango. E compare anche la drammatica immagine della carcassa di un equino probabilmente sbranato dai lupi. 

“Nel Sito di interesse comunitario – incalza Primiani – continua a consumarsi un danno ambientale e animale. Secondo le norme sulla tutela delle specie pregiate, l’allevamento dei cavalli pentri deve avvenire allo stato semibrado, quindi gli esemplari devono essere lasciati liberi di pascolare nell’area di Pantano della Zittola, ma prima dell’inverno devono essere condotti in rifugi adeguati. Invece spesso i cavalli vengano lasciati al libero pascolo per tutto l’anno con rischi per l’incolumità degli animali stessi e dei cittadini”. E forse ricorderete l’incidente avvenuto proprio a Montenero Val Cocchiara e ha coinvolto un cavallo che ha impattato contro un automobilista: l’animale è morto, il conducente della vettura è finito in ospedale.

“Nonostante le nostre denunce, suggerite e supportate dalle associazioni ambientaliste – incalza Angelo Primiani – ancora oggi i cavalli sono abbandonati, vivono in condizioni difficili, spesso finiscono predati dai lupi. A questo si aggiungono la carenza di adeguate strutture per il ricovero degli animali, la presenza di recinzioni non a norma e condizioni igienico-sanitarie che rischiano di compromettere l’ecosistema della zona”.

Il problema è che siamo di nuovo in prossimità dell’inverno e la situazione “rischia di peggiorare con l’arrivo dell’inverno”. Anche se “la struttura amministrativa regionale ha provato a mettere una pezza”, ricorda il consigliere M5S, “la politica, invece, è rimasta immobile: non interviene e non risponde alle proposte. Ma la nostra azione prosegue”.

Primiani ha inviato una diffida al presidente della Regione Donato Toma affinché “risponda alle nostre sollecitazioni, il che significherebbe rispondere alle richieste della comunità. Ma non ci fermiamo: se dovesse servire scriveremo al Prefetto di Isernia e presto torneremo a denunciare la vicenda attraverso documenti, dati e fatti”.

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