Si moltiplicano le iniziative giudiziarie

“Il Piano Sanitario di Toma è punto di non ritorno, l’unica strada sono i ricorsi al Tar”. I comitati svegliano i sindaci

Oggi il Comitato San Timoteo ha ufficializzato il ricorso al Tar contro il Pos 2019-2021 che "certificherà la morte della sanità pubblica in Basso Molise". E ritiene che sia una falsità bella e buona quella di chi, come il presidente Toma, afferma che il piano è prossimo alla scadenza e che poi si rimedierà con il successivo. A condurre la battaglia legale, come nel caso del Punto Nascite, lo studio Iacovino e associati che farà ricorso anche per conto del Comitato delle Vittime Covid-19. Nel frattempo il Comitato pro Cardarelli ha annunciato di aver dato mandato per impugnare il provvedimento, ritenuto anche da loro illegittimo nel metodo e nel merito

“Con il Pos 2019-2021 si traccia un punto di non ritorno, è per questo che abbiamo deciso di reagire”. Il Comitato San Timoteo, come giorni fa aveva preannunciato di fare nel caso nulla fosse cambiato, ha deciso di ricorrere al Tar Molise per fermare (60 giorni dopo la pubblicazione del 9 settembre il decreto del Commissario, in assenza di revoca in autotutela, diverrà esecutivo e dunque manca poco, ndr) quello che il presidente Nicola Felice chiama “disegno di smantellamento” della sanità pubblica, specie qui in Basso Molise, cui questo Piano sanitario di fatto prelude.

“Abbiamo sempre sollecitato la politica, perché questo è un problema politico. Non avremmo voluto rivolgerci alla Magistratura ma ci siamo trovati costretti a farlo”. Costretti, spiega l’ingegner Felice, perché ormai la politica ha abdicato al suo ruolo. “Questo è uno smacco, una sconfitta per la politica, perché noi cittadini chiediamo aiuto al potere giudiziario”. Già perché il Tribunale Amministrativo potrebbe concedere la sospensiva che fermerebbe l’entrata in vigore del Pos 2019-2021, quello a cui il Comune di Campobasso, l’Istituto Neuromed di Pozzilli, il Comitato pro Cardarelli nonché, da ultimo, il Comitato Verità e Dignità Vittime Covid-19 (che ha dato mandato sempre allo studio legale Iacovino) hanno deciso di impugnare.

I sindaci del Basso Molise (33, degli ambiti sociali di Termoli e Larino) hanno scelto un’altra strada ritenendo ancora rinviabile quella del ricorso giudiziario, almeno in questo momento. Hanno redatto dunque un documento inviato, oltre che al Commissario alla Sanità Toma, anche ai parlamentari molisani perché consci che questa battaglia va portata all’attenzione del Governo. Nicola Felice dice di condividere il documento a firma dei 33 primi cittadini “ma non ha una immediata efficacia. È un documento che va bene in prospettiva, ma ora serve altro”.

Quell’altro è appunto il ricorso al Tar, con l’incarico affidato ai legali dello Studio Iacovino e associati, protagonisti anche della battaglia sul Punto Nascite del nosocomio termolese.

Ricorso che verrà depositato, come hanno chiarito oggi in conferenza stampa nella sede del Comitato San Timoteo gli avvocati Vincenzo Fiorini e Giuseppe Fabbiano, la settimana prossima. Sottolineato in particolare l’ “irregolare” metodo con cui il documento è stato adottato, senza ascoltare minimamente il territorio. “C’è una sentenza della Corte Costituzionale sul precedente Pos che prescrive il coinvolgimento delle parti sociali e della Conferenza dei Sindaci prima di adottare un piano di questo tipo”. “Meraviglia – così l’avvocato Fiorini – come la classe dirigente stia calpestando principi di diritto”. “Naturalmente ci sono anche tante questioni di merito a cui stiamo lavorando”, ha aggiunto l’avvocato Fabbiano.

comitato san timoteo ricorso pos

“Un Pos adottato alla chetichella” secondo il presidente Felice, e che costituisce un rischio gravissimo perché apre la strada – anzi la spiana – a uno smantellamento cui poi non si potrà più rimediare. “È del tutto falso dire – come si sta facendo – che il Pos approvato scadrà il 31 dicembre e che poi si potrà invertire la rotta con il successivo, quello 2022-2024”. L’argomentazione del ‘tanto rumore per nulla’ insomma non convince affatto nè Felice nè gli avvocati. “L’abbiamo visto col Pos 2015-2018 di Frattura, operativo fino a pochi giorni fa. Questa argomentazione è un falso, è una classica distrazione di massa”. Detto altrimenti, il Pos adottato dal Presidente-Commissario con Dca 94/2021 in maniera irreversibile traccerà una strada da cui poi non si potrà tornare indietro. “Gli accordi di confine con gli altri ospedali delle altre regioni ne sono un esempio”. Saranno questi, se non interverrà una sospensiva cautelativa da parte del Tar come sperano dal Comitato, gli atti che certificheranno la ‘morte’ di interi reparti del San Timoteo e, in definitiva, dell’ospedale.

Sottolineata anche la sciagurata assenza di prospettive di un nosocomio per cui l’Asrem non bandisce da tempo concorsi per medici primari. Come noto sono tantissimi infatti al San Timoteo i primari facenti funzione, che dunque non sono vincitori di apposito concorso. Nessun giovane dottore verrebbe qui con queste condizioni che non danno una prospettiva di futuro”.

“Non ci ascoltano e noi non possiamo far altro che adire la Magistratura sperando di prendere tempo con la sospensiva. Ma è chiaro che questa è una battaglia che va portata a Roma, e dovranno essere i sindaci a condurla”. Nicola Felice si rivolge a loro, considerando ormai svuotato di efficacia il Consiglio regionale. “Andassero in Prefettura, organo di Governo, e se non dovessero ottenere risultati rimettessero in massa le loro fasce tricolori. Bisogna far rumore, solo così potremmo ottenere un Decreto ad hoc per il Molise. Questo è il momento giusto, con un Presidente del Consiglio pragmatico e con l’occasione storica dei fondi del Pnrr, destinati anche alla sanità”.

I legali dello studio Iacovino hanno rimarcato il loro plauso al comitato, composto di cittadini che si organizzano e puntano i piedi per la tutela dei propri diritti. Perché qui in ballo c’è la scomparsa della sanità pubblica e lo smantellamento del presidio sanitario del Basso Molise che segue quello dell’ospedale di Larino. “Il privato – ha aggiunto l’avvocato Fiorini –, che in questo territorio peraltro non c’è, non basta a sopperire le esigenze di salute”.

Se la politica ufficializza la sua sconfitta, ci devono pensare i cittadini a tutelarsi: questo il ragionamento sotteso. “Onore al Comitato che reagisce, i risultati così si ottengono, lo abbiamo già visto e contiamo di farlo anche stavolta. Pensiamo che la discussione al Tar ci sarà per metà novembre”.

Ieri anche il Comitato pro Cardarelli ha ufficializzato il ricorso al Tar contro il Pos, iniziativa di cui si è detto contento Nicola Felice che ha commentato “Più siamo meglio è”. Così il presidente, il geriatra Mino Dentizzi: “Il provvedimento è stato adottato senza il benché minimo confronto preventivo con il territorio ed in assenza di dati istruttori la cui acquisizione avrebbe dovuto necessariamente orientare le scelte di programmazione, le quali, non a caso, risentono di gravi incongruenze e profili di contraddittorietà, in particolare per quanto concerne taluni ambiti specifici e oltremodo sensibili, quali il comparto delle malattie tempodipendenti, sui quali si invocherà l’intervento giurisdizionale, in linea con quanto già deciso dal Comune di Campobasso.

Il Comitato, peraltro, ritiene che il presunto approssimarsi della scadenza del suddetto atto (2019-2021) non costituisca un argomento idoneo a rinunciare ad impugnarlo, tenuto conto che non vi sono elementi per ritenere che il nuovo PO 2022-2024 sia imminente, ed appare, al contrario, assai probabile che la sua gestazione richiederà tempi più lunghi, così peraltro già accaduto per i precedenti piani 2015-2018 e 2019-2021, approvati con anni di ritardo. Oltretutto, l’organizzazione delineata nel nuovo Piano richiede un intervento correttivo urgente, al fine di non compromettere la continuità assistenziale e quindi pregiudicare irreversibilmente il diritto alla salute dei molisani.

Per questi motivi, il Comitato pro Cardarelli di Campobasso comunica di aver conferito mandato agli avvocati Mariano Morgese, Pino Ruta, Margherita Zezza e Massimo Romano di proporre ricorso dinanzi al Tar Molise per l’annullamento del Programma operativo 2019-2021 approvato dal Commissario ad acta Donato Toma con il DCA 94/2021”.

Battaglie autonome ma convergenti nell’intento di bloccare il Piano, preludio a scenari nefasti per la sanità molisana.

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