Egam

Sei anni di ritardi per rendere operativo l’ente che gestirà l’acqua. M5S: “A rischio fondi del Pnrr”

Il Movimento 5 Stelle attacca il presidente Donato Toma parlando di "sei anni persi e di inefficienze" lanciando dubbi anche sull'effettivo utilizzo delle risorse previste nel Pnrr. 

Le premesse non sembrano rosee, soprattutto perchè la ‘macchina’ è stata accesa con sei anni di ritardo. Parliamo dell’Egam: qualcuno forse ricorderà l’acronimo usato per definire l’Ente di governo per l’ambito del Molise e che si occuperà del servizio idrico integrato nella nostra regione. Regione che purtroppo negli ultimi anni ha scoperto l’emergenza legata alle carenze idriche.

Nato durante l’ex governo Frattura, la normativa sull’Egam è stata promulgata nel 2017. Mentre solo qualche giorno fa i sindaci del Comitato d’Ambito ne hanno eletto gli organi scegliendo per la presidenza dell’ente il sindaco di Bojano Carmine Ruscetta. Pochi giorni prima invece è stato adottato lo Statuto dell’ente, che ha fatto seguito alla delibera di Giunta con la quale vengono forniti i primi indirizzi per la gestione del servizio stesso.

Ecco perchè il Movimento 5 Stelle ora attacca il presidente Donato Toma parlando di “sei anni persi e di inefficienze” lanciando dubbi anche sull’effettivo utilizzo delle risorse previste nel Pnrr. 

“Progetti mai resi noti al Consiglio regionale, ma ottimi da utilizzare come materiale da campagna elettorale”, accusano i pentastellati Patrizia Manzo e Valerio Fontaa.

Nel maggio scorso, il Mite (Ministero della Transizione Ecologica) aveva scritto alla Regioni ‘avvisandole’ sulle tempistiche da rispettare per l’utilizzo immediato del 70% delle somme destinate ai progetti relativi alla rete fognaria e depurativa. “Tempistica che il Molise non ha rispettato”, denunciano gli esponenti M5S in Consiglio regionale. “Per cominciare ad usare almeno il 30% di quanto spettante (da condividere con altre Regioni che, come noi, sono in netto ritardo sulla tabella di marcia), l’Egam dovrà definire l’affidamento del servizio idrico integrato entro il prossimo mese di giugno. Otto mesi”.

Mentre sono stati persi quattro anni tra l’adozione della legge istitutiva dell’Egam (aprile 2017) dalla lettera di ‘richiamo’ del Governo. “Nota protocollata a maggio ma di cui, paradossalmente, la Giunta prende atto solo il 5 ottobre scorso”, affondano ancora i consiglieri dell’opposizione. “Quattro anni caratterizzati dalle consuete dinamiche ‘politiche’, a cui fanno da contraltare milioni di litri d’acqua sprecati. Uno dei pochi beni che il Molise ha avuto in dono dalla Natura viene così sperperato in reti idriche colabrodo. E il cambiamento climatico aggiunge il carico: estati torride, siccità, problemi di approvvigionamento che hanno vissuto quasi tutti i comuni.

L’elezione del presidente e la costituzione degli organi dell’Egam sono entrati nell’agenda politica solo a ridosso della tornata elettorale. E quasi sottovoce. Ma va sottolineato che al vertice dell’Egam è stato individuato proprio il sindaco di un Comune che lotta da anni con il dissesto economico, causato da un debito di oltre 12 milioni con l’azienda speciale Molise Acque”.

Manzo, firmataria di un ordine del giorno approvato in Consiglio regionale, e Fontana ricordano poi che secondo la legge del 2017 la Regione deve vigilare sulle attività dell’Egam e relazionare annualmente al Consiglio regionale in merito allo stato di attuazione del servizio idrico integrato. E lanciano un ‘avviso’ al governo Toma dal momento che ora ci sono in ballo i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr.

“Ad oggi – sottolineano – la Giunta non ha mai portato in Aula, come avrebbe dovuto in ossequio alla legge, la costituzione della Consulta idrica, che riguarda la partecipazione e la trasparenza nei confronti dei cittadini in merito al servizio idrico. Oggi scopriamo che, un mese dopo l’allerta dal Mite, la Giunta ha chiesto all’assessorato al ramo di definire le attività da porre in essere per accedere ai fondi del Pnrr nel settore fognario e depurativo. Ma a fine dicembre la stessa Regione e l’Egam (che era retta da un commissario straordinario) avevano avviato con il Mite una collaborazione per l’attività di accompagnamento in materia di servizio idrico integrato. Nella stessa delibera si scoprono finalmente anche i cinque interventi per i quali la Regione avrà accesso ai fondi: la dismissione del depuratore nel porto di Termoli, i depuratori dei consorzi di Termoli e Campobasso-Bojano e non meglio precisati interventi a servizio di diversi comuni del Molise.

Ad oggi, il Consiglio regionale non conosce nemmeno quali siano i progetti per interventi sul sistema idrico al fine di accedere agli oltre 2 miliardi che lo Stato – grazie al Pnrr – ha destinato alle aree del Mezzogiorno per questo ambito: 900 milioni, di cui 430 destinati al Sud, per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua (il Molise è un eccellente ‘testimone’). Non abbiamo notizie di interventi per la modernizzazione e l’incremento dell’efficienza delle reti di distribuzione, né di sistemi di monitoraggio della rete idrica. Il Molise soffre la sete, persino nelle zone dove scorrono corsi d’acqua, poiché la gestione è insufficiente e inefficiente. Altro obiettivo del Pnrr è fronteggiare le situazioni d’emergenza idrica, soprattutto in agricoltura: il basso Molise è, da sempre, vittima di questo ‘male’. Il Pnrr in questo caso ha un monte di risorse pari a 880 milioni, di cui il 30% destinato al Sud”.

Quindi, la chiosa finale di Manzo e Fontana, “vogliamo sperare che l’Egam, oggi finalmente costituito, dia seguito a quelle che sono le finalità e i principi della norma di riferimento e del proprio Statuto, nonché alla deliberazione del Consiglio regionale adottata sei anni fa, coinvolgendo i cittadini, le associazioni e le Amministrazioni locali per difendere e valorizzare il bene acqua. Non possiamo che augurarci che la scadenza fissata per l’affidamento del servizio idrico integrato sia rispettata, in ossequio anche al principio della trasparenza.

Ma sia chiaro: niente affari con l’acqua pubblica, altrimenti davvero sarà tsunami”.

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