Campobasso

Mascione, la nuova scuola è uno scheletro: aumenta costo dei lavori, cantiere fermo da due anni

Il nuovo edificio scolastico in contrada Mascione "rischia di restare un'incompiuta", denunciano gli esponenti di centrosinistra al Comune di Campobasso. "Sono aumentati i costi per realizzare l'opera ed è nato un contenzioso tra il Comune e l'impresa", denuncia l'ex sindaco Battista, oggi consigliere di opposizione. "Dopo due anni tutti i progetti da noi avviati sono fermi al palo".

Una lavagna inutilizzata, simbolo delle lezioni che un tempo si svolgevano nell’edificio scolastico. Erba alta, incuria e un cartello emblematico rovinato dall’incuria del tempo: ‘La scuola è il passaporto per il futuro dei nostri bambini. Non deludiamoli, ricostruiamola!’. E’ attualmente solo uno scheletro d’acciaio la primaria di contrada Mascione, zona della periferia di Campobasso popolata da circa 5mila persone. Era un punto di riferimento, almeno fino alla chiusura decretata cinque anni fa, ossia quando le indagini sismiche svolte dai tecnici dell’Università del Molise su mandato dell’ex amministrazione Battista ne hanno evidenziato il pericolo in caso di terremoto. L’istituto andava abbattuto e ricostruito. I circa cento alunni della primaria vennero quindi trasferiti alla ‘Montini’.

Non è cambiato nulla dal 2016 a oggi. O meglio, i lavori previsti nell’appalto voluto dall’ex amministrazione Pd sono fermi, quando dovevano essere conclusi l’anno scorso, come si legge nel cartello di cantiere. La colpa? “Un contezioso tra il Comune e l’impresa esecutrice dell’opera. Sono cose che in Italia accadono di frequente, ma un’amministrazione dovrebbe essere in grado di sbloccare un’opera, non farla bloccare”, denuncia l’ex sindaco Antonio Battista in un incontro con i giornalisti convocati proprio in contrada Mascione. Assieme a lui i colleghi del centrosinistra Giose Trivisonno, Alessandra Salvatore e Bibiana Chierchia.

“Il contenzioso è nato perchè c’è stato un riconteggio dei costi dell’opera”, specifica l’ex assessore all’Urbanistica. Le somme richieste per completare le scuola sarebbero aumentate perchè “sono lievitati a loro volta i costi dell’acciaio”, dicono ancora gli esponenti dell’opposizione (La Sinistra e Pd), costi che in passato sono stati al centro di attacchi furiosi da parte del Movimento 5 Stelle che oggi guida il Municipio. Più volte i pentastellati hanno chiesto le dimissioni dell’ex sindaco e della sua giunta.

Battista Trivisonno Salvatore Chierchia

E oggi, a ruoli invertiti, Battista e i suoi colleghi puntano il dito sul governo a 5 Stelle, a loro dire incapace nella gestione delle emergenze che hanno riguardato alcune scuole del capoluogo. Non solo la Colozza, con gli alunni di alcune classi costretti a fare lezione per terra nel primo giorno di lezione.

Continuano i disagi anche per gli alunni della scuola Mascione, come conferma un rappresentante dei genitori che interviene alla conferenza stampa del centrosinistra.

Questa scuola potrebbe diventare un’incompiuta, ecco perchè abbiamo scelto di convocare la stampa in questo luogo simbolo. A nostro giudizio l’edilizia scolastica è stata lasciata indietro da questa amministrazione”, evidenzia il capogruppo dem Giose Trivisonno. “Noi non siamo stati coinvolti nelle scelte, neanche in quelle relative alla logistica”, insiste. L’opposizione – denunciano i quattro consiglieri comunali – è del tutto esclusa dal confronto: latitano anche le commissioni preposte, Lavori pubblici e Urbanistica, guidate da Nicola Simonetti e Pio Bartolomeo, due tra i più accesi oppositori (nelle vesti di rappresentanti dei comitati dei genitori) dell’ex sindaco Battista quando è scoppiata l’emergenza scuole.

“Non vediamo nemmeno il tentativo dell’attuale amministrazione di provare a risolvere il problema delle scuole. Eppure ci sono consiglieri che ne avevano fatto un cavallo di battaglia, anche dal punto di vista politico”, insiste Trivisonno. Insomma “la scuola è da poco ripresa in presenza e ci ritroviamo con bambini che fanno lezione a terra, aule spostate, genitori che hanno difficoltà dal punto di vista logistico”.

In realtà, esattamente dieci giorni fa il primo cittadino di Campobasso in Consiglio comunale ha annunciato che la sua amministrazione aveva deciso di ripartire col progetto con una nuova gara di appalto. Il che allungherà ulteriormente il completamento dell’opera che rischia di essere già vecchia.

“Occorrevano tre mesi per completare il nuovo edificio scolastico”, insiste Antonio Battista. E il nuovo istituto avrebbe consentito di ricavare spazi essenziali per garantire lezioni in sicurezza in questo periodo di pandemia. “Dopo due anni tutti i progetti da noi avviati sono fermi al palo con disagi innumerevoli per i bambini, gli insegnanti e per le famiglie”, aggiunge attaccando il governo 5 Stelle per aver scelto edifici “in cui mancano i banchi” e che “non sono adeguati alle norme prescritte dalla legge”. Insomma, l’amministrazione Gravina “si è fatta trovare impreparata dopo un anno e mezzo di pandemia”.

A fare da cornice le accuse politiche. “Non riusciremo neppure nel Consiglio comunale del prossimo 5 ottobre a parlare di scuole, nè riusciamo a confrontarci su questo tema nelle commissioni preposte e a portare le nostre proposte”, esplicita Alessandra Salvatore. “L’amministrazione promette scuole jolly, ma noi non ne sappiamo nulla”, rincara la dose Bibiana Chierchia. “Noi abbiamo lasciato progettazioni avviate di scuole nuove e innovative. Non vediamo l’apertura di alcun cantiere, solo il congelamento di questo”. 

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