Campobasso

“Il covid si cura, i vaccini non servono”: manifesti no vax in città. Imbarazzo in Comune

Stanno facendo discutere i cartelloni contro la campagna vaccinale comparsi nel capoluogo oggi, nel secondo giorno in cui è in vigore l'obbligo del green pass per i trasporti come previsto dal Governo. Il Comune scarica le colpe sulla società concessionaria Punto Immagine e annuncia: "Sulla vicenda la Digos sta svolgendo i dovuti accertamenti, necessari per capire se sono ravvisabili reati"

Mentre in quasi tutta Italia i no vax organizzano manifestazioni di protesta registrando fra l’altro un flop clamoroso, a Campobasso stanno facendo discutere i manifesti apparsi questa mattina (2 settembre) contro i vaccini. Colpisce l’immagine che accompagna il testo: bambini che corrono felici tenendosi per mano. “Basta paura. Il covid si cura. Non serve la puntura. Lo sai che i vaccini contro il covid19 sono terapie geniche sperimentali, per bambini e giovani il rischio covid19 è ZERO (non usiamo come cavie!). Le terapie domiciliari hanno salvato la vita a migliaia di persone. I ‘vaccini’ non garantiscono la protezione dal contagio. No al Green Pass, sì alle libertà costituzionali”.

Ecco il testo che compare sui manifesti pubblicitari che costeggiano alcune strade del capoluogo di regione dove nelle scorse settimane i ‘no Pass’ si sono ritrovati davanti al Municipio. Poche decine di persone, forse qualcuno lo ricorderà. Poi le manifestazioni sono cessate e oggi – nel secondo giorno in cui l’obbligo esteso ai trasporti è in vigore sulla base di un decreto del Governo – a Campobasso i cartelloni pubblicitari stanno animando il dibattito.

Tutto legale, come confermano anche dalla Digos. E quanto avvenuto nel capoluogo non è un caso isolato: manifesti di questo tipo sono stati affissi anche in altre città italiane. A Cagliari, Ancona e a Ovada (una cittadina piemontese, ad esempio).

Non ci sono firme in calce ai due maxi manifesti. Tuttavia, il committente sarebbe proprio un esponente del movimento no vax.

E’ l’ennesimo caso che scoppia in città dove in passato si sono registrati altri episodi sui contenuti discutibili dei cartelloni pubblicitari. E forse ricorderete lo spot sexy di un autolavaggio della zona industriale dove due belle e procaci ragazze seminude erano intente in pose hot a pulire una vettura.

Manifesti sexy, quel lato B che scatena l’ira della consigliera di Parità: parte la diffida

Chi controlla? E’ la domanda che ci si pone sempre di fronte a vicende del genere.

A Campobasso la gran parte degli spazi pubblicitari è gestita dalla società concessionaria Punto Immagine che in autonomia vende gli spazi. Altri sono gestiti direttamente da un apposito ufficio del Comune che autorizza i manifesti, ma è sempre la ditta privata a occuparsi delle operazioni di affissione e di rimozione dei cartelloni. Ma tutta questa vicenda dimostra probabilmente ancora una volta le carenze relative al regolamento comunale.

Il Regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni del 2020 è quello che regola l’utilizzo degli impianti pubblicitari a Campobasso. Dai super sconti di un negozio di scarpe ai manifesti funebri: tutto passa per il Comune che deve autorizzare le affissioni anche quando queste ricadono su aree private (purché si trovino sul territorio comunale) o vengano apposte senza pagare l’imposta comunale sulla pubblicità. Nella domanda chi noleggia lo spazio dovrà specificare ogni dettaglio, comprese le eventuali immagini a corredo del testo. In pratica deve descrivere l’impianto.

Una revisione al regolamento fu proposta dal centrosinistra e dalla Consigliera di Parità Pina Cenammo per il tabellone offensivo dell’autolavaggio con seni e sederi in bella mostra. In quella occasione la vice sindaca s’impegnò a revisionare il regolamento ma nulla è cambiato. Tanto che oggi Bibiana Chierchia sta valutando una interrogazione per riportare in auge la faccenda che, si badi bene, non ha nulla a che vedere con un intento censorio quanto con ragioni di pubblica sicurezza. Dire a un 16enne ‘non vaccinarti tanto non ti succede nulla’ o far passare la puntura come qualcosa di dannoso è più che mai pericoloso in questo momento, oltre che scientificamente falso.

Manifesti no vax Campobasso

Alcuni esponenti della Giunta Gravina interpellati da Primonumero sono pronti a giurare che la richiesta per l’affissione dei manifesti no vax non è arrivata in Municipio. La conferma arriva nella nota stampa diramata nel pomeriggio da Palazzo San Giorgio: “L’Amministrazione comunale intende precisare che si tratta di affissioni avvenute su spazi pubblicitari gestiti dalla società privata che ha in appalto questo servizio, per cui, quanto è stato affisso, ricade nella responsabilità della società e del cliente che ha richiesto l’affissione.

I responsabili della società, interpellati dal Comune, ritengono di non aver contravvenuto alcuna legge. Sulla vicenda la Digos sta svolgendo i dovuti accertamenti, necessari per capire se sono ravvisabili reati.

Si sottolinea pertanto che in alcun modo i messaggi recati nei manifesti affissi sono riconducibili all’Amministrazione comunale. La stessa Amministrazione invita i cittadini a non tener conto di questo genere di messaggi, ma bensì a consultare per ogni tipo di informazione sui vaccini i propri medici, non lasciandosi condizionare da messaggi propagandistici, ritenendo importante che la campagna di vaccinazione prosegua in modo sempre più deciso”.

Tutto nel giorno in cui il premier Mario Draghi annuncia l’estensione dell’obbligo vaccinale, la terza dose e stigmatizza “gli atti vili e odiosi dei no vax”.

commenta