Il progetto di rosa socci

Ciak si gira: il Molise in dieci palazzi, dieci volti, dieci storie. L’inedito film atteso per il 2022

Il Molise si racconta sul set. Si racconta in dieci palazzi e altrettante storie che prenderanno forma in un copione, in abiti d’epoca, in luoghi prescelti, in volti e parole. E’ il film a cui sta lavorando la professoressa Rosa Socci, sostenuta da diversi enti che hanno accolto con curiosità ed eccitazione il progetto e che in questi giorni sta attirando l’interesse di molti.

L’idea è nata dalla proposta di un regista di cui però vorrei svelare il nome soltanto successivamente. Ma al di là di questo,  quello che più mi piacerebbe sottolineare è che si tratta di un “ciak” che punta a raccontare il Molise in un modo assolutamente diverso dal solito, originale e autentico.

La professoressa Rosa Socci, estimatrice ed conoscitrice di tutto ciò che è in grado di offrire cultura, storia, arte e identità, ancora una volta sorprende tutti e gioca d’audacia, tenacia e passione. Perché è dal 2006 che il Molise non diventata “set” di se stesso e delle vicende che lo hanno costruito. Dopo 15 anni, la docente di ‘Discipline pittoriche’ del Liceo artistico “Manzù” di Campobasso, mette in campo un progetto che ha già incuriosito molti.

Lei sorride, consapevole probabilmente dell’interesse che sta suscitando e pur mantenendo un alone di mistero su ciò che sarà da qui a qualche mese, racconta: “La nostra regione non è soltanto rappresentata dai prodotti della terra o dalle poche cose che leggiamo su qualche guida turistica, sul web, nei libri. C’è un Molise storico del ‘700, ‘800 e dei primi del ‘900 misconosciuto e varrebbe la pena rappresentare”.

Di quale Molise parli, la prof lo spiega subito: “Quello dei Palazzi e delle vite di chi li ha costruiti, abitati, vissuti. Sapendo di loro mi è venuta l’idea di girare un film su questi ‘nomi’  che si raccontano nei portoni dei loro Palazzi, appunti, e lo fanno in modo diverso. Si raccontano con una voce fuori campo che quasi seducendo lo spettatore porta poi verso il protagonista della scena, che in abito d’epoca, prenderà la parola, narrando e affascinando che lo segue”:

Non c’è stato un casting, ma la professoressa Socci che lavora al progetto dallo scorso aprile, ha scelto le dieci figure che interpreteranno altrettante vicende incontrando casualmente le persone. Cogliendo in un ognuna di loro sfumature che bene si prestano ad una interpretazione piuttosto che ad all’altra.

“Credo di aver già individuato i 5 uomini e le 5 donne che reciteranno”. Non svela le fonti storiche né i personaggi di cui il “set” dovrà occuparsi. Palesa un piccolo spoiler ma solo per catalizzare l’attenzione e ammette: “Si racconterà di Edwige Marinelli di Agnone, prima donna laureata in matematica e fisica. Ancora Giuseppe Zurlo di Baranello e Olimpia Frangipane. Quest’ultime sarà interpretata da una persona molto nota”.

Un metodo di selezione che la prof ha scelto per la freschezza e l’autenticità che lo caratterizza: “Fare un casting – spiega ancora – avrebbe significato in un certo senso falsare emozioni che ho voluto cogliere nel quotidiano delle persone che ho incontrato. Il pianto, il riso, la rabbia, l’amarezza, reazioni che segnano i volti e le espressioni. Ecco io mi sono servita di questo per scritturare chi sarà su quel set a recitare e a svelare la storia che non sappiamo”.

Nel cast è prevista la presenza di due attori, adulti, noti in Molise; poi tornando a parlare del “perché” del progetto, la docente del “Manzù” svela “Ho sempre immaginato di promuovere i nostri salotti. Già, i salotti molisani. Perché non esistono soltanto quelli fiorentini, romani, napoletani, ma anche quelli del Molise che nulla hanno da invidiare agli altri”. Il lavoro di cui si sta occupando dovrebbe terminare il prossimo aprile “e gli enti che hanno aderito al progetto, da subito hanno palesato l’entusiasmo necessario per concludere certamente un gran bel lavoro”.

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