Sono ore di super lavoro negli uffici tecnici dei comuni bassomolisani colpiti dal disastro di fuoco nella giornata di domenica, emergenza che si è prolungata anche ieri e fino a questa mattina, quando ancora fumava il bosco di San Giacomo. Il centro di soccorso è attivo fino ieri sera, quando l’emergenza è stata dichiarata chiusa. Ora la priorità è contare i danni, mettere insieme tutte le informazioni e le stime delle perdite economiche, in modo particolare per l’agricoltura.
Quasi 1000 gli ettari ridotti in cenere secondo le prime informazioni che arrivano dai comuni di Guglionesi, San Giacomo e Campomarino, maggiormente coinvolte dai roghi devastanti. 500 nella sola Guglionesi, dove ci sono 20 abitazioni inagibili, due persone ferite (una trattata in un centro grandi ustionati), vigneti e oliveti bruciati. Cento ettari di pini di Aleppo sono andati carbonizzati: sono quelli della Pineta Vallona di Campomarino lido.
E poi ci sono i danni di Termoli, principalmente a Rio Vivo dove hanno preso fuoco giardini, terreni incolti, alberi, e perfino una abitazione in via Rio dei cavalieri d’Italia. Una casa trasformata in una torcia, ora una carcassa annerita e fatiscente.
I sindaci stanno quantificando i danni con i loro tecnici e periti. Entro il 9 agosto dovranno consegnare l’informativa comprensiva delle valutazioni economiche, anche se il Governatore Donato Toma annuncia che l’istanza per la dichiarazione dello stato di calamità sarà presentata anche in assenza di una stima esatta, che arriverà in un secondo momento: “Mi aspetto che lo Stato deliberi le somme necessarie per i ristoro e il risarcimento dei danni subiti”.
Intanto il dipartimento regionale di Protezione Civile è al lavoro senza sosta da domenica. Lo stato di emergenza, che fronteggia le situazioni di prima necessità e i fabbisogni immediati emersi durante il disastro è pronto. “Abbiamo drenato tutte le nostre risorse su quei territori, sul Basso Molise, dove hanno lavorato circa 130 uomini ininterrottamente, contribuendo fattivamente all’emergenza e fornendo assistenza alla popolazione” commenta con la stanchezza nella voce il responsabile regionale Manuel Brasiello.
Il suo ufficio che ha garantito anche assistenza ai passeggeri dei treni rimasti fermi una notte intera, ottenendo il riconoscimento dal compartimento di Protezione Civile di Bari. “Abbiamo inviato ai Comuni le schede che dovranno mandare indietro completate e compilate” dice Brasiello, aggiungendo che nelle prossime ore – stasera o al massimo domattina – sarà convocata la Giunta regionale per firmare la richiesta di emergenza.
Proprio nella serata di martedì 3 agosto infatti è arrivata la conferma ufficiale. “Il presidente della Regione Molise, Donato Toma – si legge nella note della Regione Molise – rende noto che, in relazione agli eventi calamitosi dovuti alla diffusione di incendi boschivi e di interfaccia che nei giorni 1° e 2 agosto scorsi hanno riguardato i Comuni dell’area costiera e dell’immediato entroterra, la Giunta regionale, nella seduta appena conclusa, ha deliberato di richiedere al presidente del Consiglio dei Ministri, per il tramite del Dipartimento della Protezione civile, la dichiarazione dello stato di emergenza. La quantificazione dei danni causati dagli eventi sarà oggetto di ulteriore apposita ricognizione, già avviata presso gli Enti interessati dai grandi incendi”.
Per quanto riguarda i privati di abitazioni, strutture turistiche e ristoranti danneggiati l’auspicio è che si faccia presto, la speranza è che i ristori possano arrivare in tempi accettabili per evitare il fermo delle attività. “Dopo il covid e le restrizioni, il fuoco è stato una mazzata mortale” ha dichiarato a Primonumero lo chef Bobo, che ha perso in poche decine di minuti l’enoteca.
“Per ripristinare i luoghi probabilmente servirà un lavoro immane – le parole del presidente di Confprofessioni Molise, Riccardo Ricciardi – Urgono risorse immediate. Perché si tratta di uno stato di emergenza che ha inferto pure un grosso colpo all’economia locale. Che quindi la politica, quella che può, scenda in campo e si attivi perché tutto non resti ancora una ferita aperta, come troppo spesso accaduto. Che sia la tempestività, per una volta, a dominare per il bene del territorio e dell’ambiente”.
Intanto sta proseguendo l’inchiesta della Procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità umane dietro una serie di episodi classificati come dolosi fin dalle prime ricostruzioni tecniche. Sotto accusa però anche la mancanza di manutenzione e, in parte, il mancato rispetto dell’obbligo di pulizia e bonifica dei terreni.
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