Video reportage

Viaggio nella terra bruciata di Guglionesi, la conta dei danni. E il pericolo non è alle spalle: tornano temperature roventi e garbino

La rabbia della popolazione ma anche l'impegno dei cittadini a ripiantare alberi dopo la devastazione del 1 agosto. Vigneti, oliveti, terreni distrutti e danni ingenti nel centro abitato, dove è arrivato il fuoco. Guglionesi conta i danni mentre i meteorologi annunciano una nuova ondata di caldo record con vento di garbino forte che potrebbe riproporre l'emergenza.

La vallata, vista dall’alto, è una visione gialla chiazzata di nero. Il belvedere, da sempre punto privilegiato per ammirare l’orizzonte sul Basso Molise con il suo fascino di colline ondulate e campi coltivati che si snodano verso il Biferno e fino al mare, è diventato suo malgrado un punto di osservazione triste, un balcone sul disastro.

Il fuoco ha mangiato più di 500 ettari, fagocitando oliveti, vigneti, campi coltivati, alberi da frutto e tutta la rigogliosa vegetazione che circonda il paese.

Un danno enorme anche per le abitazioni: sono 20 quelle inagibili, mentre lo storico palazzo Celli, dove le scintille spinte dal vento sono entrate facendo esplodere i fragili vetri delle finestre e hanno compromesso gli affreschi, è annerito e occhieggia sinistro sui curiosi che volgono lo sguardo in su.

Guglionesi è ancora impegnata nella conta dei danni, una conta drammatica fatta con uno stato d’animo di continua paura. Le previsioni meteo non aiutano e anzi, proprio oggi l’esperto Gianfranco Spensieri ha ricordato che è attesa tra la fine della settimana e l’inizio della settimana prossima una nuova ondata di caldo con valori quasi record e punte di 42 gradi nel basso Molise. In tutto questo si aggiunge il ritorno del vento di libeccio che diventa garbino sulla costa e che aumenta vertiginosamente il pericolo degli incendi.

Il danno è fatto, almeno qui, nel comune da 5200 residenti che per il terzo anno consecutivo soffre le conseguenze di incendi dolosi sempre più gravi che spingono la popolazione a valutare strumenti di difesa rispetto alla forza violenta del fuoco che dalla scarpata fa in fretta ad aggredire le abitazioni poste nella zona più alta.

Si pensa a soluzioni-tampone come gli idranti, da posizionare nella fascia di rischio, agganciati al serbatoio comunale che però, in estate, non è sempre una garanzia di riserva idrica essendo piccolo e dovendo fronteggiare una richiesta praticamente doppia.

Alla rabbia per le perdite ingenti sia a livello economico che ambientale e agli appelli a trovare i colpevoli (l’incendio è doloso, è stato aperto un fascicolo in Procura) si unisce però anche la determinazione a fare qualcosa per il paese, che parte da cittadini esasperati dall’accaduto e sensibili al problema, come ci raccontano in questo video-reportage. Un filmato che mostra anche le drammatiche immagini della terra bruciata e il colpo d’occhio drasticamente cambiato rispetto a solo qualche giorno fa, che ha trasformato la collina di Guglionesi in una larga chiazza nera e arida, invasa dalla cenere e che ancora trasuda calore e puzzo di morte.