Antichi fasti

Ripabottoni, presentazione scenografica de ‘I Principi Francone nel Contado di Molise’

Tra i fasti di ieri, come d’incanto, rivive a Ripabottoni la corte dei Principi Francone. Un’inedita scenografia rianima gli eventi e i nobili personaggi appartenenti alla storia di questa gloriosa famiglia.

 

La presentazione del volume “I Principi Francone nel Contado Molise” è apparsa subito così. Bella, curiosa e interessante. Nella monumentale Chiesa di Santa Maria Assunta, in un magnifico scenario d’arte sacra, tra tanti frammenti d’antico, la voce dei Franconi si è fatta subito sentire. Come un tempo. Animata dalle melodie del Trio Nese e dai costumi della Mantigliana che hanno fatto da cornice all’evento.

La regia impeccabile di Elia Rubino ha ridato vita ai momenti di gloria del Principe Paolo Francone, mecenate, amante dell’arte e della letteratura, molto attivo negli ambienti culturali del settecento napoletano. Un libro con molte immagini, fonti d’archivio e tante curiosità, ha commentato mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento, che non si potevano lasciare nell’oblio.

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Nasce da qui il lungo lavoro di ricerca. Ricco dunque l’apparato documentale consultato dagli autori Gabriella Paduano e don Gabriele Tamilia. Tra blasoni e il dipinto di Zenobia d’Evoli, principessa di Ripa, dialoghi e riflessioni la presentazione ha dato spazio a “Le origini della famiglia Francone”, “I Francone nel Contado Molise”, “Paolo Francone Principe illuminato”, “I vescovi di casa Francone”.

Il sindaco ha sottolineato l’amore che il testo suscita per le proprie radici. Giuseppe Mammarella, studioso attento delle fonti antiche, ha precisato il ruolo importante del Tria nei rapporti con i Francone, lo stesso Paolo Gamba e gli artisti del tempo che hanno lavorato per Ripa nel ‘700. In virtù di questa sua sensibilità, il Tria merita senz’altro l’intestazione di una piazza in paese. Gabriella Paduano ha messo in luce la poliedrica personalità culturale di Paolo Francone, che, dopo aver dimorato a Palazzo Filomarino e a Palazzo Ruffo di Bagnara a Portici, abbandona Napoli, per ritirarsi a Ripabottoni con la moglie Ippolita Ruffo nel palazzo di famiglia, che vediamo nelle foto. A Ripa Paolo stabilisce la sua corte. Sostiene la costruzione della chiesa dell’Assunta, di San Michele e del Palazzo Baronale, in una veste architettonica tutta nuova, frequentato da intellettuali ed artisti. Da buon mecenate Paolo da’ alle stampe “Le rime” lette da Pina Petta. Nel 1725 dona la reliquia di San Rocco. Respira il clima dell’illuminismo, ama le scienze, le humanae litterae, si interessa di archeologia, frequenta le più importanti Accademie. Stringe amicizia con Paolo Mattia Doria, matematico e “filosofo metafisico”, sostenitore delle idee di Vico. È in effetti un protagonista della vita culturale del ‘700. Si deve forse a Paolo la costruzione del quartiere dirimpetto a Palazzo Francone. Costituito da case tutte in linea e a piani uguali, ispirate ad una visione urbanistica coerente alle nuove idee di vita sociale.

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Don Gabriele Tamilia ha trattato la vita religiosa dei Francone, la visita ad limina e la celebrazione del Sinodo, ricordando i tre vescovi Francone e, tra i parenti, i potenti cardinali Ruffo. Il racconto sotto forma di dialogo è stato piacevole grazie alla professionalità di Elia Rubino, giornalista, regista e scrittore. Un fresco di stampa che arricchisce le biblioteche. Orgoglio del Molise.

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