L’ex assessora comunale ai Servizi sociali e attuale segretaria cittadina del Pd di Termoli Maria Chimisso interviene sulla questione dello sfratto dell’associazione ‘La Città Invisibile’ dall’attuale sede di Piazza Olimpia.
“Intervengo nel merito della questione dello sfratto alla Città invisibile. Gli interventi che mi hanno preceduto si sono concentrati sulla “disumanità” della scelta dell’amministrazione.
Io, come mia abitudine, preferisco guardare le cose da un altro punto di vista, più razionale e più semplice.
Conosco bene la sede della Città invisibile, perché da assessore ai servizi sociali l’ho individuata come il luogo più adatto alla cura degli ultimi, dei più fragili. L’idea era in realtà più ampia: portare lì l’intero assessorato ai servizi sociali, per crearvi una “cittadella della cura”, individuando poi all’interno uno spazio da dedicare alla comunità degli invisibili. Il luogo era ed è ideale, poiché il sociale richiede servizi non ostentati, parcheggio, discrezione, uffici individuali.
Poi Termoli ha scelto diversamente e il progetto si è arenato. A ben vedere, si è arenato il sistema dei servizi sociali, con i centri anziani chiusi o ridotti al silenzio e lo stato di abbandono della scuola dell’infanzia di via Montecarlo, con i mucchi di immondizia all’ingresso dei bambini.
Quanto all’ipotesi di portare finalmente a compimento il Museo del Mare, nessuno più di me desidera che si realizzi. Voglio solo ricordare che la mia scuola custodisce temporaneamente, nella teca donata dalla famiglia Mennella, i ceppi di ancore romane di piombo ripescati nel nostro mare, uno dei quali era stato lasciato in stato di degrado per non si sa quanto tempo nei magazzini dell’ex mattatoio, con il rischio che venisse rubato.
Tuttavia, le stesse ragioni che suggeriscono di individuare nell’ex caserma della finanza navale in Piazza Olimpia e nell’attiguo deposito comunale la cittadella del sociale, ossia lontananza, discrezione e separatezza, impongono di trovare per il museo una sede più consona e più appetibile. Paradossalmente, il Museo sarebbe decorosamente ospitato proprio nella attuale sede dell’assessorato ai servizi sociali, centrale, accessibile, servita da ascensore e totalmente condizionata. Più di così…”.
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