Termoli

Portafogli speciale rubato a ragazzo down in spiaggia. Il fratello scrive al ladro: “Hai rovinato la sua gioia dopo tanta sofferenza”

L'episodio venerdì scorso in un lido della città. "Finalmente mio fratello Enrico era contento ma poi sei arrivato tu, Essere, e hai rovinato la sua gioia. Hai rubato un portafoglio particolare, pensato per persone disabili, in modo che per loro sia facile vedere, riconoscere e prendere i soldi e i documenti. È bene che tu sappia che quel portafoglio vale molto più di quello che vi hai trovato dentro..."

Primo giorno di mare e di libertà dopo lunghi mesi di reclusione e rinunce. Venerdì 4 giugno, spiaggia sud di Termoli. Enrico è un ragazzo con sindrome di Down ed è finalmente felice di poter trascorrere qualche ora al mare con i compagni del centro diurno al quale è iscritto.

Enrico ama la vita, la musica, la compagnia, gli aperitivi con gli amici, e ha sofferto parecchio in questo anno segnato da restrizioni, ancora più stringenti per lui che non può davvero permettersi di ammalarsi di Covid perché, come tutti i fragili, rischia di più. Ma la sua giornata di riscatto, quella con la quale inaugura la stagione di sollievo e felicità, dopo il vaccino e pregustando le tante cose che gli sono mancate e che finalmente può tornare a fare, viene irrimediabilmente rovinata. Qualcuno ruba il suo portafogli sotto l’ombrellone. Non è un normale portafogli, ma la sua porta d’accesso alla vita: ci sono i numeri di emergenza, le carte del treno, la divisione degli scomparti pensata per chi, come lui, fa più fatica a ritrovare le cose. Quando lo scopre il dolore e la delusione prendono il sopravvento. La gioia va in fumo. Questa è la lettera che il fratello, di getto e in un moto di rabbia comprensibile, ha scritto all’anonimo ladro.

Lettera aperta ad un Caro Essere (ci sarebbero appellativi più adeguati, ma tralasciamo) che oggi in un lido termolese hai rubato il portafoglio di mio fratello Enrico, mettiti comodo che ti racconto una storia. Era marzo 2020 quando, causa covid, mio fratello smette di frequentare il centro diurno. Si susseguono giorni, e poi mesi, di reclusione e poca didattica a distanza. Si cerca di far capire, a lui che ama più di ogni altra cosa i concerti, le vacanze e gli aperitivi, che fino a quando il virus non ci sarà più, dobbiamo rimanere al sicuro. Enrico, categoria estremamente fragile, non uscirà più di casa e non vedrà persone al di fuori del suo nucleo familiare fino ad aprile 2021, ovvero fino al vaccino. Tutto quello che gli avevamo promesso, ovvero che avrebbe potuto rivedere i suoi amici e andare ad un concerto il prossimo inverno, si stava avverando davanti ai suoi.

Questa mattina, primo giorno al mare con il centro diurno, Enrico era pieno di gioia pura, una felicità trascinante e decisamente meritata. Poi, però, sei arrivato tu, Essere, e hai rovinato la gioia di mio fratello. Hai rubato un portafoglio particolare, pensato per persone disabili, in modo che per loro sia facile vedere, riconoscere e prendere i soldi e i documenti. È bene che tu sappia che quel portafoglio vale molto più di quello che vi hai trovato dentro. Era infatti una cosa a cui mio fratello teneva tantissimo perché rappresentava la sua indipendenza e conteneva alcune delle cose per lui più importanti: i soldi per l’aperitivo, la carta blu per prendere il treno e venirmi a trovare e i contatti di emergenza. Devi anche sapere, caro Essere, che quando è tornato a casa senza portafoglio, mio fratello piangeva a dirotto.

Mio fratello non piange mai, è decisamente più stoico di me. Ma tu oggi lo hai fatto piangere e io, adesso, se fossi una persona migliore ti perdonerei. Ma non lo sono, quindi ti auguro tutto l’indicibile. Hai ferito l’unica persona per cui darei la vita, un’anima pura che non ci avrebbe pensato due volte a darti tutti i suoi soldi e che se ti incontrasse ti abbraccerebbe anche. Io invece ti spaccherei la faccia, perché con i miei genitori ho passato il pomeriggio a consolarlo e a cercare un nuovo portafoglio che sia all’altezza delle avventure che abbiamo da vivere insieme. Tu goditi il poco che hai preso e mentre leggi il foglietto plastificato con i numeri da chiamare in caso si perdesse ad un concerto, fatti schifo, perché fai schifo”.

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