Campobasso

L’ispettore Massenzio lascia la Polizia dopo 41 anni: “Il crimine? Ha il colletto bianco”

E' arrivato al pensionamento uno dei sottufficiali più conosciuti. Sua fu l'inchiesta "Vip 2000". E del suo mestiere dice: "E' il più bello del mondo"

Ispettore liberato Massenzio polizia

Ha indossato l’uniforme della Polizia di Stato per 41 lunghi anni. Nelle macchine di servizio o in un ufficio a spulciare carte. Nelle salette intercettazioni o appostato lungo le strade. Nelle stanze delle procure o nelle aule delle scuole a parlare ai ragazzi.

L’ispettore Liberato Massenzio, campobassano doc che a Campobasso presta servizio dal 1986, è arrivato al traguardo del pensionamento. Oggi ha festeggiato il suo ultimo giorno di lavoro con i colleghi, amici di sempre, “quelli che in questi anni ho tenuto al mio fianco spesso più di quanto potessi tenere la mia famiglia. Quelli con i quali non ho mai avuto uno screzio personale ma soltanto divergenze professionali che ci hanno permesso di crescere insieme ed esprimere ancora meglio il nostro lavoro.  Quelli che porterò sempre nel mio cuore”.

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L’ispettore Massenzio, poliziotto tutto d’un pezzo, apparentemente repellente alle emozioni, oggi invece è visibilmente commosso. Parla e s’interrompe, la voce è spezzata dalle lacrime che manda giù senza tirarle fuori. Racconta dei suoi anni, “quelli belli”, quelli che con indosso “l’uniforme della polizia di Stato consiglierei a tutti. Ai giovani, ai bambini, a chiunque. Perché quest’uniforme ha rappresentato uno dei pilastri della mia vita”.

Si è arruolato a 19 anni, di stanza a Trieste. Poi l’Antiterrorismo a Napoli e la polizia giudiziaria a Pescara. Trasferte su e giù per l’Italia fino al 1986. Destinazione: Campobasso, “la mia città”. Con la Squadra Mobile prima e la Digos poi.

“Mi sono dedicato a Campobasso con tutto il cuore e l’anima. Spero di aver fatto bene e di lasciare quindi un segno del mio operato in quanti mi hanno conosciuto nell’ambito della mia professione”.

Tra le operazioni di polizia che ricorda con particolare entusiasmo c’è “Vip 2000”, che smantellò un’associazione a delinquere finalizzata all’usura portata avanti da un gruppo criminale del capoluogo con ramificazioni nel Lazio, che qui aveva indotto alla pratica del “pizzo” e delle estorsioni. “Ci lavorammo a lungo ed ottenemmo grandi risultati”.

L’ispettore Massenzio parla di una criminalità che ovviamente è cambiata negli anni, oggi “è più da colletti bianchi” tant’è che – spiega – è cambiato “anche il modo di  investigare. Oggi si opera più di intelligence. Quindi informatica, computer, satelliti… perché anche la criminalità si è evoluta in questo senso”.

E’ chiaro che “il poliziotto di strada non deve mai mancare mai ma di pari passo va anche l’aggiornamento continuo delle nuove tecniche che inseguono un crimine capace di sparare meno bombe e compiere meno agguati, però abile ad infiltrarsi silenziosamente e prepotentemente nel tessuto economico e sociale”.

Il problema droga per l’ispettore Massenzio “è un problema di vecchia data. Io l’ho avvertito molti anni fa e francamente la recrudescenza a cui stiamo assistendo non mi stupisce”.

Da domani ha scelto di dedicarsi intanto, di più alla sua famiglia “che in questi anni di servizio ha fatto sacrifici insieme a me. Perché io non ricordo il primo giorno di scuola dei miei figli né ricordo mai una volta in cui mi sono seduto al loro fianco per aiutarli nei compiti. Lo so, è tardi per recuperare, ormai sono cresciuti e io sono anche nonno di una splendida bimba di 5 anni. Però inizia un nuovo percorso e spero soltanto sia costellato da gioie infinite che voglio condividere con mia moglie, i miei ragazzi e la mia Aurora”. Congratulazioni ispettore. Ad maiora.

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