Il tributo e l'abbraccio collettivo

La notte magica dei Lupi: 4mila tifosi per l’ovazione alla squadra che ha riportato Campobasso nel calcio che conta

Emozionante il momento del rientro della squadra allenata da Mirko Cudini, attesa con ansia da chi non aveva potuto seguire la trasferta a Rieti. La 'sbornia' collettiva e l'euforia contagiano tutti, giocatori compresi. Circa 4mila tifosi al ritrovo allo stadio

La notte magica dei rossoblù vive un momento ad alta intensità intorno alle 23, quando allo stadio arriva il pullman della squadra rientrato da Rieti. L’euforia lascia spazio alla stanchezza di una partita giocata sotto un sole cocente, di una giornata vissuta a mille ma che a due giornate dalla fine del campionato ha riservato ai Lupi la sorpresa più bella: la vittoria matematica del campionato grazie agli otto punti in più di distanza dalla seconda, il Notaresco. Ormai lo sapete, il sodalizio teramano ha pareggiato 4-4 a Recanati. Il trionfo in terra laziale ha consentito ai ragazzi allenati da mister Cudini di agguantare la serie C.

E’ il momento della ‘sbornia’ collettiva in città, degli abbracci e dei cori (purtroppo senza mascherina), delle bandiere al vento, delle sciarpe e delle magliette con le scritte ‘RieccoCi’ oppure ‘Nu sem campuascian‘, dei fuochi d’artificio. Tutto accompagnato dalla bevanda che non è una semplice birra, ma un simbolo identitario a Campobasso: la birra Forst consumata a fiumi.

festa allo stadio rientro Campobasso calcio

Stadio preso d’assalto da circa 4mila (forse anche 5mila) tifosi già intorno alle 22, in pratica un’ora prima del previsto arrivo dei Lupi. I supporters rossoblù non erano intenzionati a saltare l’appuntamento e il ritrovo con Vittorio Esposito (autore oggi del gol che ha riacceso le speranze dei Lupi dopo il momentaneo vantaggio del Rieti).

festa stadio promozione Campobasso

Un’apoteosi di gioia meritata dopo anni di sofferenza e sacrifici, dopo la delusione per il torneo interrotto dalla pandemia l’anno scorso. Anche questi elementi hanno dato ai Lupi la marcia in più, la voglia di riscatto e hanno consentito di costruire l’impresa: il ritorno tra i professionisti dopo 32 anni. 

 

Intorno alle 23.15 l’arrivo nella bolgia di Campobasso del presidente Mario Gesuè, colui che ha reso possibile questo miracolo calcistico, credendo e investendo nella squadra. Un progetto sposato poi dal gruppo statunitense guidato da Matt Rizzetta.

 

La gioia è talmente incontenibile e contagiosa che anche il presidente Gesuè per un momento abbandona il suo consueto aplomb nordico per esultare stringendo tra le mani un piccolo fuoco d’artificio in mano. “E’ uno dei giorni più belli della mia vita”, commenta poi ai microfoni delle tv locali.

Mario Gesuè

Alle 23.35 in punto il pullman rossoblù varca i cancelli di Selvapiana accolto da una marea umana.

Accoglienza trionfale per la squadra campione: due ali di folla hanno festeggiato tra cori, fumogeni e bandiere, con le forze dell’ordine schierate lungo la strada per cercare di evitare che i tifosi si avvicinassero troppo al pullman. Scatenati i calciatori a bordo, in prima fila per festeggiare.

festa lupi serie c

Alzata al cielo la vittoria, la festa è proseguita allo stadio in mezzo ad un delirio di colori rossoblù. C’è stata anche grande commozione per un traguardo aspettato 32 anni.

I giocatori hanno partecipato alla festa, felici dell’atmosfera trovata in città. Si balla, si salta e si stappano bottiglie di spumante con l’immancabile gavettone. “Siamo un grande gruppo, una grande società e questa è una piazza splendida”, commenta anche l’attaccante Pietro Cogliati, il prof che ha fatto la differenza con i suoi gol.

È fatta. Siamo in serie C e sarà una lunga notte.

 

 

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