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Attività paralizzata al Comitato per le comunicazioni. Primiani denuncia: “Bloccate 600 conciliazioni”

Angelo Primiani (M5S) ha presentato un'interrogazione per risolvere il problema legato alla carenza del personale che si occupa dei contenziosi tra utenti e gestori dei servizi di telefonia, internet e pay-tv

Per chi non lo sapesse – perchè per fortuna non è mai incappato in una controversia per una bolletta del telefono o per una fattura della pay tv- in Molise esiste un organismo che si occupa di risolvere tali contenziosi. Si chiama Corecom ed è il Comitato regionale per le comunicazioni. 

Da quest’anno non riesce più a rispondere rapidamente alle richieste dei cittadini a causa della carenza di personale: alla fine del 2020,sono andati in pensione deputati alla risoluzione dei contenziosi tra gli utenti e le società di telecomunicazioni. Il che ha provocato uno stop a tale attività. “600 conciliazioni sono bloccate”: a denunciarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Angelo Primiani che torna a sollecitare una soluzione.

Lo scorso febbraio l’Aula di via IV Novembre si è occupata di tale criticità e ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per trasferire con urgenza del personale dagli uffici della Giunta al Comitato. “Ma da allora una sola unità di personale è stata mandata in ausilio al Corecom, salvo poi essere trasferita altrove”, sottolinea Primiani.

“Il problema non è di poco conto – spiega – in quanto tra le funzioni del Comitato c’è proprio la risoluzione in via bonaria dei contenziosi tra cittadini e gestori dei servizi di telefonia, internet e pay-tv. Da quando questi mercati sono stati liberalizzati, infatti, è sempre più comune che si inneschino delle vere e proprie battaglie legali, che costituiscono un freno alla libera scelta degli utenti. Le più comuni vengono intraprese in seguito al cambio anticipato di gestore, ma anche per disservizi o doppie fatturazioni. A chi non è capitato di ricevere una doppia bolletta, ad esempio dopo aver cambiato compagnia telefonica, o una richiesta di arretrati da parte di un gestore di servizi?

La normativa nazionale assegna proprio ai Corecom locali il compito di cercare una conciliazione, bonaria e gratuita, indossando i panni di arbitro terzo tra gli utenti e i gestori. E in effetti i risultati sono stati spesso soddisfacenti, risparmiando ai cittadini un calvario legale, che può durare anche anni, e ai tribunali civili un’enorme mole di lavoro”.

Anche in Molise l’attività del Corecom in questo ambito si svolgeva regolarmente. Poi il pensionamento dei due funzionari ha rallentato l’attività.

Angelo Primiani M5S consiglio regionale

Attualmente, aggiunge il consigliere M5S, il Corecom “versa in una situazione di grave sotto organico. Basti pensare che, solo nel 2020, sono stati risolti positivamente più di 1.000 contenziosi. In linea con i numeri dello scorso anno, ci risulta che da gennaio siano stati aperti ben 600 tentativi di conciliazione. Ma, ad oggi, sono tutti pendenti e i tentativi di conciliazione vengono sistematicamente rinviati. In condizioni normali, il termine previsto per la conclusione della procedura conciliativa tra operatori della comunicazione e utenti è fissato in 30 giorni, mentre da quest’anno le conciliazioni somigliano sempre più a delle infinite cause civili, dai tempi biblici”.

Primiani quindi si è fatto promotore di una nuova interrogare depositata in Consiglio regionale “per sapere cosa intenda fare il governo regionale per risolvere questa grave carenza di personale. Chiediamo al presidente della Giunta di informarci su quante unità lavorative siano impiegate nelle conciliazioni e su quanti procedimenti siano stati congelati nell’anno in corso.

Non vorremmo – la chiosa finale – che il diritto alla conciliazione si aggiungesse ai tanti servizi al cittadino venuti meno negli anni, condannando i molisani al triste ruolo di ‘cittadini di serie b’. Mentre nelle altre regioni i Corecom procedono spediti con le conciliazioni, in Molise, con l’effettiva sospensione del servizio, l’unica via resta quella di adire il tribunale ordinario, con un enorme aggravio di tempi e costi”.

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