Il prezzo della sposa

Donne da maritare, la dote (abolita dalla legge) a San Giuliano si vince e fa scandalo. La contro-proposta per gli uominisondaggio

Nel piccolo comune è andato in scena pochi giorni fa, in occasione della festa patronale, il rito del 'Maritaggio' che consiste nell'estrazione a sorte dei nominativi di donne nubili e giovani. Le più fortunate hanno ricevuto una sorte di dote (nello specifico 1000 euro) in vista del matrimonio. Una tradizione antica ma che fa storcere il naso a molti. "Un retaggio culturale che rinnova stereotipi di genere". Il sindaco respinge le accuse

Donne in età da marito, avete la dote? La dote, desueto termine che indica l’insieme dei beni che la famiglia di una sposa conferisce allo sposo con il matrimonio. Non cercate questo istituto nel codice civile perché sarebbe tempo sprecato: la dote è stata abolita nel 1975 con la riforma del Diritto di Famiglia. Girando per l’Italia però troverete tradizioni che rinnovano questo rito, ma non serve andare fuori regione: se ne trova traccia anche a San Giuliano di Puglia dove da decenni e decenni (è successo anche pochi giorni fa) va in scena il ‘maritaggio’.

Se siete saltati dalla sedia al solo leggere questo lemma probabilmente siete tra coloro che ritengono un vecchio orpello del passato (non tanto lontano invero) l’usanza del ‘prezzo della sposa’. La dote infatti era questo e a metà degli anni ’70, nel clima ‘rivoluzionario’ che produsse una serie di leggi che cambiarono – e non solo sul piano legislativo – l’Italia, fu abolita. Parità di diritti e doveri tra uomini e donne, questo il principio cardine alla base della riforma che modificò il codice civile abrogando norme che resistevano da decenni.

Ma si sa, la legge segue i mutamenti sociali e di costume (arriva solitamente dopo questi, ndr) ma è altrettanto vero che le idee e gli stereotipi sono duri a morire. Non è un caso che nell’Italia del XXI secolo resti traccia di tradizioni e riti che definire obsoleti sarebbe poco.

A San Giuliano di Puglia, paese che conta poco più di 1000 abitanti e che – come tanti del territorio – lotta contro lo spettro dello spopolamento, ogni anno in occasione della festa patronale dedicata a San Giuliano Martire si perpetua una antica tradizione, il Maritaggio appunto. In cosa consiste? Le donne nubili residenti nel paese che hanno tra i 18 ai 30 anni hanno la possibilità di vincere una ‘dote’ in denaro (attualmente di 1000 euro) purchè si sposino entro il trentesimo anno d’età. Quest’anno – la cerimonia in Municipio si è tenuta pochi giorni fa – la vincita è toccata in sorte (i loro nomi sono usciti per l’appunto da un’urna attraverso un’estrazione fatta dal primo cittadino con tanto di autorità locali a presenziare) a tali Tonia e Michela che hanno avuto la meglio su altre 38 ragazze ‘in età da marito’.

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Una tradizione che si ripete da più di 100 anni e che la patina del tempo sembra non aver sbiadito. I tempi però sono belli che cambiati e il rito di San Giuliano non è passato inosservato da parte delle associazioni che si occupano di contrastare la violenza sulle donne, violenza che ha il suo humus proprio nella cultura. E di più culturale della dote nuziale cosa c’è?

Su facebook il commento dell’associazione Liberaluna Onlus è stato questo: “Con la riforma del diritto di famiglia del 1975 il nuovo testo del Codice civile dispone il divieto di costituzione di dote, sentita come un retaggio del passato. Il sindaco di San Giuliano di Puglia dovrebbe spiegare perché ha rispolverato questa consuetudine che dava un prezzo alle donne. Le tradizioni sono intoccabili tranne quelle che ricordano la disparità tra uomo e donne”.

Di tradizione e cultura ha parlato anche Sara Fauzia, psicologa del centro antiviolenza (di Termoli) gestito dalla cooperativa BeFree. I toni sono pacati ma il disappunto (sconcerto altresì) è tanto. “È una tradizione che prende le basi da una cultura fortemente discriminatoria, e che fa leva su stereotipi di genere. E dunque questo rito non fa altro che rinnovarla, quando invece Istituzioni e organismi internazionali chiedono all’Italia di adoperarsi per superare gli stereotipi di genere attraverso delle politiche che vadano nella direzione opposta. Sappiamo che il fenomeno della violenza di genere e quello dei femminicidi hanno come base proprio degli stereotipi culturali che nel nostro Paese persistono”.

Dunque la proposta-sfida. Perché non modificare questa tradizione facendovi accedere anche gli uomini? “Sarebbe bello se la tradizione – se proprio la si vuole mantenere – potesse cambiare, facendo partecipare anche i ragazzi a questa sorta di bingo o lotteria”. Come dire, nel matrimonio solo le donne hanno un prezzo? Che lo abbiano anche gli uomini allora.

Abbiamo contattato anche l’avvocato Tina De Michele, in servizio presso lo stesso centro che si occupa di contrastare la violenza di genere e di accompagnare le donne nel percorso di fuoriuscita da una relazione violenta. “Sicuramente il senso è mutato, ma è – lo ricorda il nome stesso – un retaggio patriarcale”. E ancora: “Ricorda un modo di vivere e di impostare i rapporti sociali che non esiste più, almeno per la legge”, così la legale. D’accordo anche lei sull’ipotesi di modificare il rito ammettendovi anche i giovani maschi. “Sradicare le tradizioni è una cosa ‘violenta’, ma modificarle si può. D’altronde le tradizioni seguono lo spirito dei tempi, questa sarebbe una buona soluzione di compromesso”.

Proposta di modifica che abbiamo subito rigirato al sindaco di San Giuliano, Peppe Ferrante, che guida il paese dal 2019. “Da parte mia c’è la massima volontà, anzi era un’idea a cui avevo già pensato”. Il primo cittadino si smarca dalle critiche ribadendo come non si tratti di una dote tout court. Insomma nulla a che fare con l’istituto giuridico ormai abolito. “Si tratta di un lascito del signor Cosmo De Maria con cui ogni anno, da più di 100, finanziamo questo premio che io non chiamerei dote”. Retaggio culturale che pone la donna-sposa in una condizione di subalternità? “Lungi da me, in Comune diamo anche 2mila euro alle giovani coppie che decidono di sposarsi e 1000 euro per ogni nuovo nato. Dunque facciamo altro, indipendentemente dal sesso”. Questa ‘tradizione’ però mette le donne in una luce che ricorda un passato che si sperava dimenticato.

Il sindaco non sembra disdegnare dunque l’idea di un maritaggio-moglieraggio (licenza nostra, ndr). Si potrà fare anche già a partire dal prossimo anno, allora? “Da parte mia c’è la massima apertura, ovviamente si dovrà fare un passaggio in Consiglio comunale per modificare il tutto. In realtà era un’idea cui avevo già pensato ma che tenevo per me, anche perché modificare una tradizione centenaria in un piccolo paese non è cosa facile. L’idea è che si possa dare un premio a un uomo e uno alla donna, anche perché oltre a San Giuliano Martire c’è anche la patrona Sant’Elena Imperatrice”.

La sfida alla dote è servita. Con qualche anno di ritardo, la cultura può cambiare.

Sondaggio

'Dote' per le ragazze nubili di San Giuliano di Puglia, sei d'accordo?

  • No, è un rito che ricorda vecchi stereotipi (46%, 225 Voti)
  • Sì, le tradizioni vanno preservate (38%, 184 Voti)
  • Sì ma andrebbe modificata, potrebbero partecipare anche gli uomini (15%, 75 Voti)

Totale voti: 484

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