Il caso

Vaccini a tutti i dipendenti delle aziende di Aldo Patriciello, anche giornalisti e grafici della tv di Isernia

Mentre le vaccinazioni agli anziani tardano e categorie a rischio come diabetici, cardiopatici e disabili aspettano che arrivi il proprio turno, il personale amministrativo delle aziende che fanno riferimento all’Irccs Neuromed di Pozzilli hanno potuto già beneficiare della immunità. Compresi cronisti, operatori di Tvi (la televisione di Isernia) e grafici di desk. La richiesta è stata presentata alla Asrem e alla Regione senza dettagli e senza indicare a quali soggetti si intendesse somministrare la vaccinazione. “Noi ci siamo limitati a fornire le dosi di vaccino richieste” spiega il direttore sanitaria Virginia Scafarto. L’addetto stampa dell’europarlamentare (che non è vaccinato in quanto non dipendente aziendale) chiarisce, a sua volta: “La vaccinazione è stata chiesta come da Piano Arcuri anche per gli amministrativi”.

Somministrare il vaccino a tutti, a quante più persone possibile, è un dovere civile oltre che l’unica speranza di uscire – o almeno cominciare ad allontanarci – da una emergenza della quale non si intravede la fine. Siamo all’inizio della terza ondata, aggravata dalle varianti per giunta, e se c’è un modo per immaginare la fine del tunnel, in uno scenario liquido e incerto quale quello di oggi, quel modo è rappresentato proprio dall’immunità.

Per i molisani che stanno assistendo al collasso degli ospedali, alla mancanza di posti letto, al dramma di medici e infermieri che non riescono più a fronteggiare lo tsunami del contagio, il vaccino è però ancora una chimera. Lo è, sicuramente, per una parte di anziani che stanno aspettando (con ansia crescente) di essere chiamati. Lo è per i disabili e le loro famiglie, per i diabetici, i cardiopatici, i tanti soggetti a rischio che attendono di poter prenotare la dose.

Non lo è per chi ha la “fortuna” di lavorare in una delle tante aziende legate al gruppo Neuromed dell’europarlamentare Aldo Patriciello, dove il vaccino è arrivato in quantitativi sufficienti a coprire non soltanto il personale sanitario e in servizio nelle cliniche sanitarie, ma anche tutto il personale che, a vario titolo e in vario modo, lavora per il “gruppo”. Compresi giornalisti, operatori, collaboratori e grafici di Tvi, la tv di Isernia che rientra tra le proprietà aziendali.

In questi giorni infatti decine e decine di persone hanno beneficiato dei vaccini Pfizer o Astrazeneca, a seconda dell’età, e qualcuno ha anche pubblicato la foto rituale sui social.

Il paradosso si era già manifestato all’indomani delle prime somministrazioni molisane negli ospedali, quando hanno ricevuto la dose agognata anche manutentori, elettricisti, idraulici, personale di ditte di pulizia. “Lo prevede il Piano Arcuri, ed è la stessa cosa che è avvenuta nelle aziende del gruppo, che oltre a personale sanitario hanno personale amministrativo” spiega Paolo Panaccione, addetto personale di Aldo Patriciello, che il vaccino non lo ha fatto perchè non è un dipendente delle aziende. “Vorrei poterlo fare io – osserva con sincerità – ma l’onorevole è stato categorico: lo farò, come il resto dello staff, quando arriverà il nostro turno”.

Per chiarire: le dosi di Pfizer e Astrazeneca non sono arrivate perché le ha richieste Patriciello e perché Asrem e Regione Molise hanno risposto positivamente. Sono arrivate nella disponibilità del gruppo Neuromed perché l’Istituto, in quanto soggetto privato accreditato, ne ha potuto fare richiesta (al pari del Gemelli, di Villa Esther e di Villa Maria) e quindi le ha smistate sui dipendenti. Tutti. Dal primo medico della clinica di Pozzilli all’ultimo muratore della ditta che quando si stacca una piastrella fa le riparazioni fino all’ultimo tecnico di Tvi, la televisione che dipende dalla grande società di comunicazione che lavora per le cliniche sanitarie del gruppo.

Una vaccinazione “di massa”, insomma, con un presupposto: avere una collaborazione di lavoro con le cliniche di famiglia.

“Non posso sapere a chi quelle dosi sono stati somministrate – spiega a Primonumero.it il direttore sanitario Asrem Virginia Scafarto – perché noi ci limitiamo a fornire i vaccini che ci vengono richiesti. Nel caso di soggetti sanitari accreditati, la vaccinazione è stata ed è a loro carico”. Scafarto, che ribadisce la necessità di rispettare una tempistica che dia precedenza agli anziani, ai malati, ai soggetti fragili e a rischio (“lo stiamo facendo, è il nostro obiettivo principale”) si è rivolta alla Procura della Repubblica non appena ha notato un caso “sospetto”, cioè una persona che non avrebbe avuto diritto alla vaccinazione e che al contrario aveva ricevuto l’iniezione. Ma parliamo di un caso comparso sugli elenchi di competenza della Asrem. Quelli di Neuromed li conosce solo Neuromed, perché l’istanza presentata alla Regione si limita a stabilire numero di dipendenti e relativo numero di dosi in base all’età. Chi ha meno di 55 anni e non è operatore sanitario riceve Astrazeneca, come è accaduto in questi giorni a decine e decine di fortunati lavoratori delle aziende legate alla clinica.

Sacrosanto aspirare alla immunità più ampia possibile perchè il vaccino è un diritto e non un privilegio. Nessun abuso dietro. Ma qualche dubbio di etica viene dal contesto attuale, fatto di ritardi e dosi ferme nei frigoriferi con migliaia di anziani, disabili, trapiantati, diabetici, cardiopatici in attesa di sapere quando potranno finalmente avviare il percorso verso l’immunità. Persone malate e a rischio, che vivono nel terrore di morire di Covid e che tuttavia hanno la sfortuna di non lavorare nelle aziende dell’onorevole Aldo Patriciello.  (mv)

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