La relazione della dia

Riciclaggio, reati spia e interdittiva legata al clan Schiavone, i pericoli per l’economia molisana

Effetto PANDEMIA sulle MAFIE. La Direzione investigativa antimafia conferma i tentativi di infiltrazione delle organizzazioni criminali sul nostro territorio, a cominciare dalle operazioni 'Piazza Pulita' e 'Fake Cars'

I pericoli derivanti dalla pandemia da covid-19, nell’anno in cui il Molise ha registrato un tentativo di infiltrazione di un’organizzazione criminale, per fortuna smantellata, che fa riferimento alla camorra campana. L’anno 2020 è stato sicuramente l’anno della pandemia anche in termini di mafie.

È quanto testimonia la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, presentata nei giorni scorsi, e che evidenzia come le mafie stiano tentando di mettere le mani sulle attività produttive in difficoltà per la crisi determinata dalla pandemia, ma anche sui fondi a disposizione per la ripartenza.

Non fa eccezione il Molise, sebbene gli effetti si potrebbero vedere più a lunga scadenza. Come di recente ha sottolineato il procuratore capo ai Campobasso Nicola D’Angelo, i tentativi di infiltrazione sono infatti precedenti all’arrivo del coronavirus Sars-Cov2 e dei suoi effetti sull’economia locale.

Tuttavia la relazione semestrale della Dia si sofferma su questi aspetti anche per dare un segnale importante a livello politico. “L’analisi dell’andamento dei delitti riferito al periodo del lockdown – si legge nella relazione – ha mostrato che le organizzazioni mafiose si sono mosse con una strategia tesa a consolidare il controllo del territorio, che assieme alla disponibilità di liquidità potrebbero rivelarsi finalizzati a incrementare il consenso sociale anche attraverso forme di assistenzialismo a privati e imprese in difficoltà. Si prospetta di conseguenza il rischio che le attività imprenditoriali medio-piccole vengano fagocitate nel medio tempo dalla criminalità diventando strumento per reimpiegare capitali illeciti”.

Un passaggio fondamentale della relazione semestrale al Parlamento è quello sulle attività di riciclaggio, che nella nostra regione riguarda vari gruppi criminali. Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata “sono in corso le procedure per la gestione di sei immobili, mentre altri tre sono già stati destinati. Risultano inoltre avviate anche le operazioni per la gestione di altri due aziende. I settori economici prevalentemente interessati dalle infiltrazioni criminali sono la ristorazione, la gestione di locali notturni e sale giochi, le attività connesse con l’edilizia, l’acquisizione di attività commerciali, nonché la produzione e distribuzione di energia elettrica gas e acqua”.

A questo proposito, fra le interdittive antimafia emesse dal Prefetto di Isernia nel semestre preso in esame nei confronti di ditte attive nel settore delle costruzioni, ce n’é una relativa a una ditta amministrata da un soggetto che si è scoperto essere in rapporti di vicinanza con esponenti della famiglia Schiavone del famoso clan dei casalesi.

Ma se il Molise non conta alcun intervento da parte dei gruppi interforze finalizzati al controllo delle infiltrazioni di mafie nei cantieri, diverso il discorso per quanto riguarda gli appalti pubblici dove si segnalano quattro provvedimenti emersi nel corso del primo semestre 2020 in Molise.

La Dia fornisce anche i numeri relativi all’approfondimento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. Nella nostra regione 347 sono stati i cosiddetti reati spia, e di questi 131 sono imputabili alla cosiddetta criminalità organizzata.

Andando invece nello specifico sui reati potenzialmente collegabili all’emergenza covid in atto, per il Molise vengono individuate 54 operazioni sospette su un totale di 10.075 in tutto il paese. Come detto è probabile che gli effetti si vedranno più lunga scadenza visto che la pandemia è tuttora in atto e la ripartenza economica non è nemmeno all’orizzonte.

Riavvolgendo il nastro rispetto a quanto accaduto nel 2020, la Direzione Investigativa Antimafia pone l’attenzione ancora una volta sulla vicinanza con regioni nelle quali le mafie sono molto forti, come la Campania e la Puglia.

Proprio la vicinanza con la Campania, secondo la Dia, ha determinato una migrazione in Molise di breve durata di pregiudicati di origini napoletane e casertana, nonché una pericolosa esposizione delle province di Campobasso e Isernia alle infiltrazioni di gruppi di matrice camorristica.

Sul fronte investigativo è sicuramente l’operazione ‘Piazza Pulita’, scattata il 20 maggio 2020, a prendersi gran parte dell’attenzione. In questo caso secondo i magistrati “l’interessante elemento di novità riguarda un tentativo di infiltrazione e radicamento di un gruppo di matrice camorristica. Le indagini, avviate nel 2018 e finalizzate ad arginare la recrudescenza del traffico di stupefacenti nella provincia di Campobasso e a ostacolare il processo di espansione e radicamento di altre attività criminali nate nell’hinterland di Napoli, ha fatto emergere l’esistenza di tre diversi sodalizi che oltre al traffico al commercio di cocaina eroina e hashish destinate alla provincia di Campobasso, mettevano in atto anche estorsioni, minacce a mano armata, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita”.

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Viene citata inoltre anche l’operazione ‘Fake cars’, conclusa il 4 giugno 2020 dalla Guardia di finanza nei confronti di sei persone, quattro delle quali di Lucera, in provincia di Foggia. Persone ritenute responsabili di reati in materia di stupefacenti, armi e ricettazione tra Lucera e la provincia di Campobasso, a ulteriore dimostrazione dei tentativi di infiltrazione della mafia foggiana in Molise.

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