Russia

L’acquerellista molisana Giulia D’Aloia espone a Mosca

acquerellista giulia d'aloia

In un periodo molto travagliato come quello che sta attraversando la nostra regione, duramente provata per via della pandemia, fa piacere che vi sia qualche segnale che faccia auspicare al più presto in un futuro migliore.

In Russia, nella terra che nel ‘900 ha dato i natali a straordinari pittori, tra cui ricordiamo Kandinskij, Malevič, Repin, Koržev, è stata inaugurata, il 6 Marzo, una Mostra di pittori contemporanei dal titolo: Con gli occhi di Ludmila, dedicato alla grande scrittrice russa Ljudmila Ulickaya, per sottolineare la necessità pittorica di osservare ed analizzare la realtà senza visioni precostituite e in totale liberà espressiva. La Mostra, che durerà sino al 31 Marzo, è ospitata nel <Meridian Arts and Cultural Center> di Mosca (ex Palazzo della Cultura), uno dei più grandi centri culturali della capitale, in cui si svolgono concerti ed eventi prestigiosi di carattere internazionale.

Si tratta di una importante esposizione di artisti accuratamente selezionati, che  durerà sino alla fine del mese, a cui partecipa con un  dipinto ad acquerello, Giulia D’Aloia, che  è nata e vive a Montorio nei Frentani e che si dedica, da oltre un decennio, a questo difficile percorso pittorico. La giovane artista molisana, che ha assunto da alcuni mesi il nome d’arte  di Juliet Rosa Wood, espone < Mon Cheri >, un dipinto dai delicati toni sognanti che raffigura una donna con delle orchidee; si tratta di un suggestivo motivo floreale che sottolinea il legame profondo tra l’artista e la Natura, assunta come fonte di ispirazione e di suggestione. Questo dipinto scaturisce dalla visione di una immagine fotografica, interiorizzata e affidata quindi alla riproduzione da parte dell’artista. Giulia D’Aloia ci mostra, in altri termini, in che senso una immagine può essere considerata come modalità fondamentale del pensiero nel suo transito su una tela, su un foglio, per riproporla quindi, nel suo acquerello, come realtà trasfigurata, ossìa come percezione estetica della realtà.

Questa ineluttabile modalità del visibile si coagula, in questo dipinto, in una composizione che ci mostra l’assoluta padronanza delle scelte tecniche fatte dall’artista nel disporre il gioco dei volumi e per sottolineare quella particolare sensibilità che consiste – proprio nell’acquerello come forma pittorica- nel perfetto controllo della luce. Questo lavoro si contraddistingue infatti per l’estrema “leggerezza” della raffigurazione scenica, per la sua immediatezza espressiva e per quelle pennellate di colore a velature fluide e impalpabili. Inoltre risalta e si comprende, da questo dipinto, la perfetta conoscenza del disegno, sottolineata dalla maestrìa del tratto pittorico per via della pennellata rapida e sicura, senza alcun “ripasso” del colore, che toglierebbe  freschezza e luminosità alla composizione tutta.

Protagoniste in questo dipinto sono le “macchie” di colore, delicate e visionarie, che sottolineano volumi ed emozioni in cui si miscelano esaltazioni, passioni, angosce, etc… con una delicata intensità.

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