Consiglio regionale

Audizione a porte chiuse dei vertici della sanità. Spunta una nota di Toma contro il Vietri hub covid

A dispetto della trasparenza, seduta 'blindata' a palazzo D'Aimmo dove questa mattina - 5 marzo - sono stati ascoltati il commissario ad acta Giustini, la sua vice Grossi e il direttore generale Asrem Florenzano che hanno fatto punto sulle azioni messe in campo nell'ultimo anno per fronteggiare la pandemia.

Sarebbe stato bello, ma soprattutto utile ed essenziale, raccontare in dettaglio ai molisani cosa hanno riferito oggi (5 marzo) in Consiglio regionale i vertici della sanità regionale, coloro che da un anno stanno gestendo l’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus. Avremmo voluto informare i lettori di cosa si sta facendo per gli ospedali al collasso a causa degli altissimi ricoveri di pazienti covid e per le Terapie intensive al limite della capienza, oppure quali azioni si stanno mettendo in campo per accelerare la campagna vaccinale, l’aumento di personale sanitario, la paralisi dei lavori al padiglione covid dell’ospedale Cardarelli.

Impossibile farlo. Perchè stamattina – 5 marzo – non è stato consentito ai giornalisti di ascoltare le parole di coloro che hanno tra le mani le responsabilità e decidono sulla sanità nella nostra regione. Sul canale YouTube del Consiglio regionale, sul quale solitamente si svolge la diretta streaming delle sedute dell’Aula che possono essere seguite da tutti in virtù della trasparenza dell’ente pubblico, questa volta non è stata trasmessa l’attesa audizione del commissario ad acta Angelo Giustini che fra l’altro in tarda mattinata, durante la seduta, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio.

Avviso di garanzia per il commissario ad acta Angelo Giustini: abuso d’ufficio e omissione di atti

Non è stato l’unico colpo di scena. Nel corso della seduta è spuntata una nota inviata dal presidente della Regione Molise lo scorso 5 giugno al commissario Giustini, all’ex presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e agli allora ministri Boccia, Gualtieri e Speranza in cui si sottolineava che rendere il Vietri l’hub covid “contrasterebbe con le linee guida del Ministero della salute” che “nel dettare i criteri ‘preferenziali’ per l’individuazione di strutture sanitarie per fronteggiare le emergenze epidemiologiche, suggeriscono di dare priorità ad ospedali hub e, solo ove ciò non sia possibile, di individuare strutture destinate esclusivamente all’emergenza epidemiologica”.

Toma contro Vietri hub covid

La gestione dell’epidemia da parte dei tre vertici della sanità molisana era stata al centro delle accuse mosse dagli stessi consiglieri regionali, con una porzione della maggioranza guidata dal presidente Toma che aveva chiesto la rimozione del capo dell’azienda sanitaria. Per una parte degli eletti, invece, Giustini deve dimettersi. “Chiedono le mie dimissioni? Sono un generale, rispondo ‘signor sì’ e torno a Roma”, dirà poi l’ex generale della Finanza proprio alle domande dei giornalisti che lo aspettano davanti a palazzo D’Aimmo.

Giustini ha difeso l’idea di impiegare il Vietri: “Ha uno spazio di diecimila metri quadrati. E’ vero che è disegnato per rispondere alle esigenze della sanità del futuro, quella territoriale come Casa della salute per le cure intermedie. Ma si poteva ricavare una porzione del tutto autonoma”.

Giustini davanti al Consiglio regionale 5.03

Anche il dg Florenzano è stato ‘intercettato’ dai giornalisti che gli hanno chiesto chiarimenti sul malfunzionamento dell’impianto di ossigeno al Cardarelli: “Ci siamo subito attivati quando abbiamo riscontrato la diffusione della variante inglese, che è più virulenta e ci ha costretto a sottoporre a cpap (il sistema per la ventilazione meccanica, ndr) più persone. Dobbiamo immaginare l’impianto di ossigeno come l’impianto idraulico a casa: se apriamo tutti i rubinetti, la pressione diminuisce. In previsione di questo e dell’elevatissimo numero di cpap che abbiamo dovuto installare, abbiamo implementato il sistema”.

Intorno alle 10 le porte dell’Aula vengono chiuse.

E’ spento anche il circuito interno del Palazzo, per intenderci quello che consente ai collaboratori dei consiglieri regionali di ascoltare le riunioni dell’assise tramite un comune televisore. Il canale è oscurato, forse per evitare che qualcuno ‘spifferi’ informazioni ed eventuali retroscena ai giornalisti.

L’audizione dei vertici della sanità regionale non è una normale riunione del Consiglio regionale. E’ come le commissioni consiliari: non sono aperte al pubblico”, si giustificano dallo staff del presidente Salvatore Micone. “Ma avrete informazioni tramite un comunicato stampa”. 

L’audizione si conclude dopo quattro ore, intorno alle 14. Probabilmente – riferiscono dalle opposizioni – martedì prossimo, in Consiglio regionale, la maggioranza Toma presenterà un atto contro il commissario Giustini.

Il management che ha gestito l’emergenza ha sbagliato varie volte, lo dicono gli ispettori e lo dicono anche dal tavolo tecnico. La responsabilità non può essere ricercata in capo a uno”: ne è convinta Micaela Fanelli, capogruppo del Pd. Che poi sottolinea tre ‘primati’ – ovviamente in negativo – del Molise: “Non abbiamo più il centro covid, non abbiamo praticamente più posti di terapia intensiva e abbiamo dovuto attivare la rete cross perché il sistema era collassato. Tre ‘bandierine’ tutte negative in capo alla politica e non soltanto alla parte tecnica”.

“Finalmente abbiamo capito perché il Vietri non è centro covid”, sottolinea Andrea Greco (M5S). “In questo scaricabarile istituzionale oggi abbiamo capito chi ha precise responsabilità e perché il Cardarelli è off limits per le patologie ordinarie”. E accusa il governatore: “Da una parte Toma continuava in Consiglio regionale a sostenere gli atti approvati in Aula (a sostegno del Vietri, ndr) e dall’altra invece scriveva al commissario, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri per sostenere che siccome il Vietri non era un dea né di primo né di secondo livello non si poteva fare un centro covid”.

Infine, un’altra denuncia: “Il Molise non trova personale sanitario a causa della lentezza delle procedure, non è vero che i medici non vogliono venire qui a lavorare e che non rispondono bandi. E’ una bugia. In realtà Asrem è troppo lenta nelle selezioni del personale. Basta prendere ad esempio proprio i concorsi banditi in piena pandemia, quando si doveva fare il massimo per reperire il personale mancante. Il 24 aprile 2020 viene bandito un concorso pubblico per 5 medici specializzati in Anestesia. Partecipano in 32. Ma la graduatoria degli ammessi al concorso arriva solo cinque mesi dopo, il 14 settembre. Era facile prevedere che, in una situazione di emergenza globale, quando gli anestesisti sono ricercatissimi ovunque, in sei mesi i 17 ammessi avrebbero trovato lavoro altrove”. Per questo “non ci resta che chiedere, nella prima seduta utile dell’assise regionale, le dimissioni dei vertici di Asrem e della Direzione Salute in Regione”.

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