Aula 'bollente'

Toma va sotto in Consiglio: 3 del centrodestra votano la mozione per le donne in Giunta

Il presidente perde in numeri in Aula: Michele Iorio, Aida Romagnuolo e Filomena Calenda appoggiano la proposta del capogruppo Pd Micaela Fanelli per il riconoscimento della parità di genere nel governo regionale. L'esponente dem esulta: "Una battaglia storica vinta contro la protervia di Toma"

Per la maggioranza di Donato Toma è una giornata da dimenticare. Prima le scintille sulla mozione per scovare i presunti ‘imbucati’ dei vaccini, poi il centrodestra si spacca e viene battuto sulla mozione del Partito democratico (di cui è prima firmataria Micaela Fanelli) con cui si chiede che almeno una donna entri a far parte della Giunta regionale.

Il governatore è costretto a incassare il ko: Michele Iorio, Filomena Calenda e Aida Romagnuolo sostengono l’iniziativa legislativa che ottiene undici “sì” (10 invece i “no”) e votano con le minoranze. La mozione è approvata.

Esulta il capogruppo dem Micaela Fanelli che porta a casa un risultato importante, frutto di una lunga lotta. Lei, subito dopo il via libera dell’Aula, parla di “una battaglia storica vinta contro la protervia di Toma“. La mozione non solo punta a fare entrare una donna nel governo regionale, ma anche di conferire la delega alla parità di genere e alle diversità “al fine di garantire il pieno esercizio dei diritti sottesi ed eliminare le disuguaglianze di tutti i tipi, a partire da quelle di genere”.

Dunque, afferma con orgoglio, “l’Aula ha scelto di stare dalla parte dei diritti delle donne e per questo ringrazio tutti i colleghi, di minoranza e maggioranza, che hanno espresso il loro voto favorevole”.

Il voto sulla mozione poi è ancora più importante alla luce del contesto socioeconomico: 99mila donne n Italia hanno perso il posto di lavoro, ha certificato l’Istat nel report Istat sull’occupazione dell’ultimo mese del 2020. “Così come, sempre l’Istat, ha certificato, come dal 2019 al 2020, ci sia stato un aumento del 75% delle chiamate al numero antiviolenza da parte delle donne”, ricorda ancora Fanelli.

“Ed è proprio dinanzi agli effetti drammatici del Covid che hanno amplificato le richieste di aiuto e quel divario di genere, mai davvero colmato, abbiamo ora più che mai l’esigenza imminente di una maggiore tutela. Ecco perché dobbiamo continuare a lavorare per ottenere una maggiore presenza delle donne nei luoghi decisionali, nelle istituzioni. Affinché quei diritti possano essere davvero affermati.

E oggi voglio pensare che proprio l’approvazione della mozione relativa alla composizione della Giunta regionale avvenuta nel giorno successivo al 76esimo anniversario del diritto di voto che, nel 1945 venne riconosciuto alle donne, sia un simbolo di speranza e ottimismo per il futuro. Perché ora più che mai bisogna cambiare rotta.

In questi due anni e mezzo di legislatura targata Toma nulla è stato fatto in questa direzione. Non si è registrato alcun intervento di politiche attive in favore delle donne. In nessun campo. Tutto questo non è più tollerabile”.

“Bocciato dalla sua stessa maggioranza – osserva il capogruppo del Pd Molise – ora al Presidente non resta che adeguarsi alla volontà espressa dal Consiglio. Perché noi davvero speriamo che, dopo aver incassato, l’ennesimo pessimo risultato, scelga con umiltà di fare un passo indietro”.

L’approvazione della mozione che dovrebbe mettere fine ad una Giunta tutta ‘muscoli e testosterone’ e portare a rimescolare le carte all’interno del governo regionale è l’ultimo atto di una battaglia che ha visto la Fanelli promuovere anche un ricorso al Tar. Assieme a lei sono scese in campo altre donne, rappresentanti delle istituzioni e non, che ora la Fanelli ringrazia: “Per questo importante risultato raggiunto, il mio grazie oltre ad andare a chi, insieme a me, ha scelto l’uguaglianza sostanziale dei diritti, va oggi alla Consigliera di Parità, Pina Cennamo, a Beatrice Matalone che insieme ad altre sottoscrisse il ricorso al Tar contro i decreti di nomina degli Assessori in violazione dell’articolo 51 della Costituzione e delle leggi europee, che appunto garantiscono la presenza delle donne negli organi esecutivi delle istituzioni. Grazie anche alle esponenti del Partito Democratico, Bice Antonelli, Bibiana Chierchia e Alessandra Salvatore, alla Conferenza delle Donne Democratiche, a tutte le consigliere della Commissione di Parità, nonché a tutte le donne e gli uomini che hanno sostenuto questa battaglia”.

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