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Termoli val bene un terno al lotto

Gentili lettori,
vorrei segnalare alla vostra cortese attenzione quella che mi è sembrata una ‘singolarità’, diciamo.. interessante, persino in tempi come quelli che corrono, dove le singolarità si rincorrono senza tregua.

Nel numero del 22 Febbraio 2021, del quotidiano ‘Primo Piano Molise’ (che esce in allegato al ’Messaggero’) è apparso, a pag 12, un articolo intitolato “Termoli diventa una zona ancora più rossa”, nel quale venivano elencate le numerose ed anzichenò bizzarre restrizioni alle quali la ormai provata cittadinanza è stata sottoposta, in questo nuovo atto della misteriosa pandemia che coinvolge, anzi avvolge, tutti nella anomala nebbia di scena del teatro adriatico.

Nell’articolo venivano annunciate le disposizioni dell’ordinanza n° 66, emanata dal sindaco, che prevedono, oltre alla chiusura di tutti i “temibili” distributori automatici di cibi e bevande – con annesso divieto di consumare i medesimi un po’ ovunque eccetto casa propria, per chi ne ha (ancora) una.. – la “sospensione (divieto) delle celebrazioni liturgiche nelle chiese e nei luoghi di culto. I riti funebri sono consentiti esclusivamente presso la cappella del cimitero”.

Tuttavia, e qui sta la singolarità, rimane permesso giocare al “lotto, superenalotto, totocalcio e similari” – nel rispetto delle regole anti-assembramento nei locali,
s’intende.

A rendere la scelta gia smart, ancora più interessante, concorreva un passaggio dell’articolo presente nella pagina 11 a fianco, intitolato “Polemiche roventi social
sull’emergenza sanitaria”, dove venivano riportate alcune frasi attribuite allo stesso capo del Municipio, tra le quali ne spiccava una – ripetuta ed evidenziata in apposito riquadro nero – abbastanza conflagrante: “Mi auguro che la strumentalizzazione di tali episodi al solo scopo politico troverà giustizia divina prima di quella terrena, nel rispetto di tante persone che stanno soffrendo”.

Purtroppo per gli amanti della giustizia, però, forse ci sarà da attendere un po’ di più dell’ordinario per la manifestazione del suo aspetto divino, in quanto – come già è stato evidenziato sopra – i luoghi dove quel che resta della stremata comunità dei credenti poteva radunarsi e contattare il Giudice (e l’Avvocato) in via direttissima,
sono stati interdetti al culto comune.

Probabilmente i posteri potranno affiancare al ricordo del più noto meme: “Parigi val bene una messa”, quello del nuovo: “Termoli val bene un terno al lotto”.

Con sempre meno risposte e sempre più domande – un po’ come tutti, temo – ringrazio il Signore di non essere più un cattolico, altrimenti, dopo vicende singolari come questa, probabilmente mi sarebbero rimaste solo un paio di alternative per conservare la salute: o diventare verde per la rabbia di non poter neanche assistere alla santa messa (restando in prigione a casa) o correre alla ricevitoria a giocare la schedina per evitare di rimanere al verde (potendo però uscire a prendere una boccata di nebbia chimica).

Concludo condividendo con i lettori l’unico raggio di luce che – sempre a pagina 13 dello stesso giornale, alzando appena lo sguardo – veniva riflesso dalla ‘perlina’ offerta alla comunità dal vescovo di Termoli-Larino: “Mi sento di invitare tutti a non lasciarsi imprigionare dalla paura..” .

“Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore ,
raddrizzate i suoi sentieri”
Matteo 3:3

 

Michele Volpe

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