Il fascicolo

Terapie Intensive, ritardi e divergenza fra i numeri reali e i dati mandati a Roma: indaga la Procura

Al vaglio dei magistrati di Campobasso i ritardi con i quali sarebbero stati intubati diversi malati di covid successivamente deceduti e l'elevato numero di morti concentrato in poco tempo e, ancora, i numeri di posti letto indicati nelle carte ufficiali non rispondenti alla situazione reale, con effetti a cascata. Il commissario ad acta Angelo Giustini è già stato sentito per diverse ore mercoledì scorso accompagnato dal Nas.

Tutti quei morti al Cardarelli di Campobasso: ci sono stati ritardi nella decisione di intubare i pazienti affetti da covid-19? E perché a distanza di 12 mesi dall’inizio della pandemia e 9 mesi dopo la presentazione del Piano che riorganizza la rete ospedaliera per l’emergenza covid i posti destinati alla Rianimazione in tutto il Molise sono soltanto 12, aumentati a 14 con l’attivazione di due letti nel blocco operatorio? E ancora: perchè i posti letto di Intensiva che Regione e Asrem si sono impegnate ad attivare nelle strutture ospedaliere del territorio non esistono, nei fatti? Ci sono responsabilità in capo a determinate persone?

Domande, per il momento, che non hanno una risposta certa ma che sono l’oggetto di una inchiesta della Procura della Repubblica di Campobasso. La notizia trapelata nelle ultime ore è confermata da più parti sebbene, come nello stile del procuratore capo D’Angelo che se ne sta occupando personalmente, non ci sono dichiarazioni pubbliche. Mercoledì scorso il commissario ad acta per la sanità Angelo Giustini è stato ascoltato quattro ore proprio dal Procuratore D’Angelo, accompagnato dai carabinieri del Nas. La vicenda segue il fascicolo aperto in seguito alle ispezioni dei carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione e degli ispettori del Ministero che hanno fatto una serie di verifiche sia nel Cardarelli di Campobasso che nell’ospedale San Timoteo di Termoli e nel Veneziale di Isernia.

Non solo le condizioni degli ospedali alla luce della pandemia: oggetto di accertamenti specifici da parte degli inquirenti sono anche i presunti ritardi del ricorso alla terapia rianimatoria di pazienti con gravi polmoniti da Covid successivamente deceduti. Iniziativa d’indagine, questa, che si inserisce nel fascicolo aperto a metà dicembre dall’esposto del Comitato Verità e dignità per le vittime del covid-19 in cui sono state esposte situazioni di criticità legate alla gestione riscontrate dai parenti di persone che non ce l’hanno fatta, tutte ricoverate al Cardarelli.

Sarebbe un fascicolo molto ampio quello in mano alla magistratura del capoluogo che ha acquisito tutta la documentazione relativa al Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per l’emergenza, a cominciare dal decreto legge numero 34 (19 maggio 2020) e dal decreto con relazione del generale Giustini datato il 14 luglio, nel quale si mette nero su bianco l’impegno assunto da Regione e Azienda sanitaria circa la dotazione di posti letto. 30 le postazioni di Rianimazione previste (17 tra Cardarelli, Veneziale e  San Timoteo, 13 dislocate tra Neuromed e Gemelli, ma mai attivate con convenzione almeno fino a febbraio/marzo 2021) in aggiunta – come si legge nel documento – ai 9 posti di terapia intensiva post emergenza, per un totale di 39  posti letto tra pubblico e privato.

Su questo dato, 39, il Molise è rimasta regione gialla passando al colore arancio solo nell’ultima settimana. Il calcolo della occupazione delle Terapie Intensive è stato fatto sulla base di questi 39 posti. Che tuttavia non sono reali, restano un dato su carta. Cosa ha comportato questa divergenza, a lungo taciuta e ignorata?

E’ anche questo che stanno cercando di ricostruire i magistrati, al lavoro su diversi filoni tra cui la questione dei numeri e delle relative percentuali di capienza, con gli effetti a cascata su contagi, ricoveri, ospedalizzazioni, decessi, trasferimenti. La differenza tra il dato reale (12 + 2, ricavati nel blocco operatorio in una situazione di emergenza) e il dato sul quale i tecnici del Ministero hanno elaborato l’algoritmo che assegna i colori alle Regioni italiane e rafforza le misure anti-contagio è notevole, e non è mai stata smentita malgrado a distanza di 9 mesi quelle postazioni non siano mai state attivate e i lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso e dell’astanteria a Termoli e Isernia, con zone da destinare a terapia intensiva covid, non siano partiti. Oggi la Rianimazione covid in Molise è satura perfino oltre la soglia del 100%, come rimarca il segretario regionale del Partito Democratico Vittorino Facciolla, in contatto con Roma sulla questione: “I pazienti devono essere trasferiti fuori regione perché la disponibilità in Molise è esaurita”.                                                                                                                     (Monica Vignale)

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