Campobasso

‘Scuola di Giacinta e Francesco’, volontariato e impegno nel doposcuola della parrocchia S. Pietro

La ‘scuola di Giacinta e Francesco’ è una piccola realtà nata sei anni fa all’interno della parrocchia di San Pietro di Campobasso e oggi rappresenta una delle principali attività dell’associazione parrocchiale “Perfetta Letizia”.

“E’ una storia di volontariato che, in forma moderna del dono e della relazione gratuita può diventare forma della testimonianza cristiana”, riferiscono coloro che hanno promosso l’iniziativa e hanno scritto alla nostra redazione.

“Il primo anno (era l’anno scolastico 2015/2016) – il loro racconto – la parrocchia di San Pietro ha offerto una collaborazione all’amministrazione comunale di Campobasso nell’ambito del progetto annuale di supporto scolastico. Dall’anno successivo la parrocchia ha scelto di proseguire in autonomia per verificare l’efficacia della domanda e la risposta ai bisogni delle famiglie della parrocchia, con disagio non solo economico.

I risultati raggiunti con gli anni si sono rivelati veramente inaspettati e dalla verifica effettuata a fine di ogni anno ci siamo resi conto dell’importanza della continuità e della crescita di tale realtà.

Siamo giunti con il tempo a compiere un notevole salto di qualità, visti l’accrescere della domanda e l’offerta di anno in anno migliorata. A rafforzare tale decisione la presenza di una diversità di volontari che ha offerto incondizionatamente il proprio tempo, nella piena gratuità, impegnandosi, ognuno con le proprie capacità e conoscenze a svolgere un servizio di volontariato incentrato innanzitutto sulle relazioni con i piccoli alunni. Un volontariato di ispirazione cristiana, che nasce da un’idea di persona che è “immagine e somiglianza di Dio “, di un Dio che entra nella storia con libertà, gratuità ed umiltà, e che insegna la carità, l’amore come principio della relazione tra Dio e gli uomini e degli uomini tra loro.

Padre  Ioachim Blaj parrocchia San Pietro Campobasso

L’equipe di volontari ( una ventina nell’anno 2018/2019), costituita da adulti (casalinghe, nonni e insegnanti in pensione, insegnanti in servizio con il desiderio di aiutare bambini più bisognosi , giovani laureati e laureandi e studenti delle superiori), tutti indistintamente con il desiderio di offrire ai bambini un’ occasione per restare nel circuito scolastico e viverlo con successo, evitando la dispersione e costruendo un luogo centrato sulle relazioni.

Ed è così che gli adulti-volontari hanno “rispolverato” le loro conoscenze e le hanno messe a disposizione dei ragazzi. I ragazzi-studenti” si sono lasciati aiutare; i primi hanno accettato di mettersi in gioco in pienezza, i secondi un po’ alla volta hanno acquistato fiducia, nei volontari ed in se stessi. Ciascuno ci ha messo il “suo”.

La tipologia dei destinatari del servizio è molto varia: ci sono minori e ci sono famiglie che non hanno tutte le possibilità dal punto di vista del sostegno e dell’accompagnamento scolastico. Ci sono i figli di genitori separati, o figli di genitori sempre impegnati con il lavoro che rischierebbero di stare da soli davanti alla televisione senza poter stare insieme ai loro coetanei e senza avere nel frattempo su di loro uno sguardo di adulti. In questo senso, la presenza di volontari, giovani o adulti, ha fatto realmente la differenza: dedicano attenzione ai ragazzi, si interessano a loro e si informano su come stia andando a scuola. Spesso i genitori hanno vite faticose, piene di impegni, e così non sempre possono dedicare ai loro figli quell’attenzione e il tempo che sarebbero necessari. Ci sono infine figli di immigrati, di culture religioni e tradizioni differenti e in questa realtà multiforme, le uniche due parole guide sono state accoglienza e inclusione in una costante attenzione a mantenere il doposcuola come “spazio di normalità” .

Purtroppo – raccontano ancora i volontari – il Covid ha stravolto un po’ questa normalità. Con l’inizio del nuovo (A-S- 2020/2021) molti volontari hanno comprensibilmente rinunciato, nonostante il doposcuola abbia adottato un regolamento che garantisca il massimo della sicurezza abbassando il livello di rischio e nonostante ai bambini è stato imposto l’uso delle mascherine, dei gel igienizzanti e delle tante altre regole. Ci siamo interrogati molto sulla modalità di proseguimento di tale servizio così prezioso e abbiamo capito che era il momento di prendere una posizione , netta e decisa, in favore di chi rischiava di restare ai margini e disperdersi ancora di più.

Sulla scia dei metodi adottati dalla scuola e grazie ad un finanziamento regionale, abbiamo investito in pc e rete wireless nelle aule. Alcuni volontari hanno continuato a seguire i bambini a distanza, soprattutto con lezioni di matematica e durante i periodi di quarantena, comunque abbiamo cercato di mantenere il contatto con i bambini ma soprattutto con le loro famiglie e con le scuole, in un continuo aggiornamento.

Abbiamo cercato di fornire dei momenti nell’arco della settimana nel quale fosse possibile dedicarsi allo studio ed ai compiti con serenità e serietà,nonostante il periodo difficile che tutti abbiamo e stiamo vivendo, nella condivisione, incoraggiando e sostenendo l’autonomia nell’impegno scolastico, e cercando di promuovere la corresponsabilità e l’aiuto reciproco tra i bambini/ragazzi.

Pensiamo che sia un servizio importante per i ragazzi ed un aiuto concreto alle loro famiglie, per le quali non comporta costi; abbiamo percepito chiaramente l’utilità, ed anzi la necessità della continuità di questa iniziativa nel tempo”.

doposcuola parrocchia di San Pietro
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