Campobasso, la palla alla asrem

“Vicini fino alla fine”: sì unanime alla proposta di permettere abbracci tra familiari e malati ricoverati

Approvato all’unanimità l’ordine del giorno della Lega che consenta l’attivazione di percorsi per familiari sia di malati covid che ricoverati con altre patologie: l’amministrazione comunale si impegna a chiederne l’attuazione all’Azienda Sanitaria regionale. Prima firmataria la consigliera Maria Domenica D'Alessandro.

L’ospedale Cisanello di Pisa ha previsto una terapia intensiva ‘aperta’ ai parenti dei malati per “umanizzare le cure”. In diverse case di riposo e in tanti nosocomi esistono le cosiddette ‘stanze degli abbracci’, dove ci si può abbracciare seppure con mascherine, camici speciali e visiere, dispositivi di protezione che evitino il contagio. Perché non prevedere qualcosa di simile anche al Cardarelli di Campobasso?

L’idea, molto sentita nell’opinione pubblica, è stata proposta dalla consigliera della Lega, Maria Domenica D’Alessandro, e approvata ieri, 19 gennaio, in Consiglio comunale, per formalizzare un’apposita richiesta all’Asrem, competente chiaramente in materia. Un ordine del giorno che ha incassato l’ok all’unanimità e impegna il sindaco, in qualità di responsabile sanitario sul territorio, a proporre e chiedere, a nome dell’amministrazione comunale, all’Azienda Sanitaria regionale del Molise di potersi attivare per realizzare, ove possibile, percorsi per familiari di malati Covid e familiari malati di altre patologie in tempo di Covid anche nella regione Molise, stabilendo regole di prudenza e di buon senso, nel segno del rispetto e della sensibilità umana.

“Nonostante il momento ancora difficile e l’ansia legata al diffondersi del virus, pur tenendo conto di come ciascuno sia chiamato ad adoperarsi per ridurre al minimo le occasioni che potrebbero facilitare la diffusione del virus, occorre riflettere – ha sottolineato la consigliera D’Alessandro – urge immaginare percorsi diversi per non lasciare soli proprio quei familiari ricoverati in ospedale. Così come accade già in altre realtà sanitarie del Paese”.

“Il malato fragile e vulnerabile deve poter contare sulla vicinanza di un proprio caro. Quest’ultimo potrebbe stargli accanto per un tempo prestabilito almeno a giorni alterni. E certamente non dovrebbero sorgere problemi di dispositivi di protezione, oggi decisamente disponibili. I parenti si potranno bardare come i sanitari o gli addetti alle pulizie, tutto sotto una attenta supervisione. La richiesta all’Amministrazione comunale – ha concluso la D’Alessandro – è di proporre all’Azienda sanitaria regionale del Molise di attivare tali percorsi pure in regione, stabilendo regole di prudenza e buon senso, nel segno del rispetto e della sensibilità umana, senza abbandonare i propri affetti”.

“Vorremmo che si attivasse un percorso per familiari di malati covid e familiari di malati di altre patologie in tempo di coronavirus” aggiunge il consigliere Tramontano. Un periodo difficile da questo punto di vista per “tanti nostri concittadini che a causa del covid non possono visitare i propri parenti ricoverati”.

Dunque, una proposta che abbraccia malati di ogni patologia e che spesso si ritrovano da soli per diverse settimane. “Casi in cui l’assistenza emotiva vale quanto quella sanitaria – prosegue Tramontano –. Per questo abbiamo chiesto assieme ai colleghi D’Alessandro e Pascale che il Consiglio comunale possa invitare l’Asrem e il commissario Giustini a verificare la possibilità di prevedere un percorso in sicurezza e con un rigido protocollo che permetta di poter far visita ai propri cari, per poter essere vicini ai congiunti malati sia di covid che non. In particolare, ai malati terminali che soffrono ancor di più di fronte a un apparente abbandono”.

Per i malati covid, in particolare, “ci si può attivare prevedendo quanto meno un sistema di comunicazione visiva, per esempio con l’applicazione di un tablet su ogni letto per permettere un’interazione. Sarebbe qualcosa di importantissimo per chi si trova in condizioni anche gravi ricevere anche solo un saluto, uno sguardo. Ma perché no, prevede anche qui una terapia intensiva aperta ai familiari”. Insomma, sistemi che possano avvicinare i parenti ai congiunti malati.

In tal senso, ci sono state nei giorni scorsi testimonianze tristi e forti riguardanti gli ultimi momenti di vita di alcuni malati covid: alcuni parenti hanno denunciato di non essere riusciti a dire neanche una parola per giorni prima che i propri cari spirassero in silenzio e dopo aver sofferto tanto. A rendere più straziante e doloroso l’addio ai familiari deceduti per covid è proprio la mancata possibilità di dar loro un’ultima carezza.