Focus vaccini: patentino

Una patente d’immunità per viaggi o palestra: Regioni in ordine sparso, Molise (per ora) alla finestra

Il certificato di avvenuta vaccinazione potrebbe agevolare gli immunizzati negli spostamenti, nel tempo libero ed essere obbligatorio per medici, Oss e infermieri. In attesa di una decisione nazionale Lazio e Campania si sono portate avanti mentre il Molise resta a guardare. "Esiste una anagrafe dei vaccinati molisani se istituiranno il patentino saremo pronti" garantisce il direttore generale dell'Asrem, Oreste Florenzano. Per ora viene rilasciato un semplice promemoria con il lotto e la data del secondo richiamo che avviene a tre settimane dalla prima somministrazione.

Un documento da portare sempre con sé nel portafoglio che attesti l’avvenuta vaccinazione contro il virus Sars-CoV2. Si chiama patentino vaccinale, il primo a parlarne è stato il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri il quale, già a fine novembre dello scorso anno, ipotizzava la possibilità di rilasciare una sorta di certificato di immunità alle persone che si sarebbero sottoposte alla vaccinazione contro il Coronavirus. Dopo l’avvio in tutta Italia della campagna vaccinale l’argomento è tornato alla ribalta sebbene ad oggi il ministero della Salute non abbia ancora dato disposizioni a riguardo.

In alcuni territori come il Lazio si sta studiando l’iniziativa che, una volta messa a punto, dovrebbe facilitare spostamenti fuori regione ma anche accessi in piscine, teatri e palestre. Un vero e proprio lasciapassare dei vaccinati completamente elettronico (allo studio una app o in alternativa patentino scaricabile dal sito LazioSalute).

Anche la Campania si è portata avanti con l’istituzione di una speciale card con chip sul retro.

E il Molise?

Lo abbiamo chiesto al direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, il quale ha dichiarato: “Al momento stiamo facendo una anagrafica di tutti i vaccinati che ci tornerà utile qualora, a livello nazionale, dovesse essere predisposta la necessità di fare tale documentazione. Istituire un patentino vaccinale non è una decisione che può assumere la Regione Molise (anche se altrove Asl e assessorati regionali si stanno muovendo in autonomia, ndr) ma in tutti i casi con questa anagrafe dei vaccinati molisani abbiamo già gli elementi per poterli predisporre”.

Su presunti vantaggi del certificato di immunità, Florenzano è molto cauto: “Non penso ci saranno provvedimenti in questa direzione anche perché se è vero che chi si vaccina non si ammala, questo non significa in automatico che non potrebbe essere contagioso per gli altri”.

vaccino certificato richiamo

Ad oggi l’Asrem sta rilasciando ai vaccinati una semplice scheda informativa col nome del siero somministrato (Comirnaty è il nome commerciale del vaccino della Pfizer), la data del richiamo (o seconda dose), i dati anagrafici del cittadino e il lotto.

Si tratta, insomma, di un banale promemoria privo di valore legale che non concede deroghe alle regole in vigore in questo momento. La stessa cosa accade nel vicino Abruzzo.

vaccino richiamo

Il commissario Arcuri, però, insiste sull’utilità di creare una piattaforma informatica nazionale per il vaccino “capace – come ha detto qualche giorno fa durante la consueta conferenza stampa sulla campagna vaccinale anti Covid-19 – di trasformare uno spettro di informazioni disponibili e penso che l’idea di un patentino vaccinale per rilanciare il ritorno alle attività al più presto non sia una cattiva idea. Aspetto che ci sia una decisione definitiva su questo”.

E chiedono a gran voce un patentino d’immunità anche dal sindacato degli operatori sanitari Fials. Ne ha parlato il 18 gennaio scorso il segretario generale Giuseppe Carbone sul Quotidianosanità.it sostenendo che questo certificato “potrebbe essere un requisito per le professioni sanitarie e socio sanitarie che svolgono le loro competenze in reparti più sensibili e critici”.

Insomma, è chiaro che ormai da più parti si invoca questo documento che attesta l’avvenuta immunizzazione del soggetto vaccinato. Ed è direttamente agganciata anche al tema dell’obbligo vaccinale per alcune determinate categorie di lavoratori.

Contemporaneamente si fa largo anche l’ipotesi di un passaporto digitale vaccinale utile a rilanciare, in particolar modo, il settore turistico duramente provato dalla crisi sanitaria mondiale. Le colossali perdite del comparto, con le restrizioni, i divieti di spostamento, i blocchi negli aeroporti, stanno spingendo le istituzioni europee e valutare la possibilità di rilasciare questo speciale passaporto agli immunizzati sebbene ci siano ancora diversi nodi da sciogliere su rispetto della privacy, condivisione dei dati e diritti dei cittadini.

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