Il paradosso

Impiegati e funzionari già vaccinati, dentisti e specialisti ancora no. “L’immunità non sia un privilegio”

Centinaia di operatori non sanitari sono in attesa della seconda dose del vaccino anti Covid mentre odontoiatri e medici liberi professionisti, che pure sono in prima linea, non sono stati ancora vaccinati e non si sa quando lo saranno. Col taglio alle scorte l'immunità per loro si fa sempre più lontana. L'Ordine dei medici ha sollecitato Asrem e Regione a estendere il presidio vaccinale anche a dentisti e specialisti che incontrano ogni giorno decine di pazienti nei loro studi.

Impiegati, funzionari, guardie giurate, finanche personale amministrativo che lavora dietro un computer da casa propria. E poi ancora: addetti alla mensa, al servizio di pulizie, idraulici ed elettricisti. C’è un po’ di tutto nell’elenco degli operatori non sanitari che hanno già ricevuto la prima dose del vaccino Pzifer e sono in attesa del richiamo per non ammalarsi gravemente di Covid-19.

Oltre a medici, operatori socio sanitari ed infermieri, in prima linea a combattere contro il virus Sars Cov 2 negli ospedali, nelle Rsa e nelle case di riposo, c’è anche una fetta bella grossa di persone assunte dall’Asrem e da enti privati collegati alla sanità pubblica che si è già accaparrata il suo siero. Quello che, senza l’arrivo di nuove scorte, è introvabile in Molise: le dosi rimanenti, infatti, sono già ‘prenotate’ per completare il ciclo di immunizzazione di chi si è sottoposto alla prima somministrazione.

Il fenomeno degli “imbucati del vaccino”, come li ha definiti il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, è diffuso da nord a sud dello Stivale. Sono quasi 400mila i lavoratori non considerati a rischio alto (non almeno come lo sono gli operatori sanitari) che hanno ricevuto il vaccino.

Accade anche in Molise come si evince dalla lettera che l’Ordine dei medici della provincia di Campobasso ha inviato ai vertici della sanità regionale chiedendo l’inserimento nella campagna vaccinale anche di 140 medici e 120 odontoiatri liberi professionisti esclusi nella prima fase delle vaccinazioni di massa.

Dentisti e assistenti alla poltrona, specialisti che operano nelle strutture private a cui molti molisani si rivolgono anche per il timore di avvicinarsi alle strutture pubbliche dove ci sono i malati Covid non hanno avuto la priorità rispetto a un funzionario di scrivania, a un inserviente della mensa ospedaliera o a un operaio che fa manutenzione per l’Asrem grazie a un appalto esterno. Eppure gli odontoiatri sono quelli che ci infilano – letteralmente – le mani in bocca quando abbiamo mal di denti e respirano molto vicino al viso dei loro pazienti.

Lo sanno bene all’Ordine dei medici da cui è partito un sollecito “affinché venga prontamente predisposta la vaccinazione volgendo ormai a conclusione la fase 1 della campagna nel Molise”.

Carolina de vincenzo

Secondo la presidente Carolina De Vincenzo e il vertice della commissione albo odontoiatri Domenico Coloccia “la regione può ancora distinguersi con l’estensione del presidio vaccinale anche al personale di studio dei professionisti segnalati”.

Pochi giorni fa, infatti, l’Ordine ha inoltrato alla struttura commissariale e all’Asrem l’elenco dei 260 libero professionisti intenzionati a vaccinarsi. Operatori sanitari a tutti gli effetti “diffusi capillarmente sul territorio e sempre più spesso in contatto con pazienti deboli e disagiati”.

Sono eroi anche loro e sono in trincea al pari degli altri anche se non hanno un contratto con l’azienda ospedaliera regionale che gli avrebbe garantito il privilegio del vaccino.

Come è stato possibile che tutto ciò avvenisse è presto detto: l’assenza di un preciso riferimento normativo ha fatto sì che Asrem e Regione interpretassero più liberamente le categorie con priorità nella fase iniziale della campagna vaccinale. Ecco perché l’impiegato che lavora in ufficio con due colleghi (sempre gli stessi) e poco ha a che fare con le persone sta per ricevere la seconda dose e lo specialista privato che incontra ogni giorno decine di pazienti nel suo studio è rimasto a secco.

La vaccinazione al personale non sanitario, inoltre, si registra anche nelle strutture private convenzionate col pubblico. Purtroppo la rilevazione dei vaccini predisposta dall’Asrem non specifica se i vaccini  del Gemelli Molise siano stati inoculati su personale sanitario o amministrativo ma anche lì, come alla Gea Medica di Isernia, all’Irccs di Pozzilli e nelle altre strutture private, è emerso che gli impiegati hanno potuto beneficiare della interpretazione arbitraria della norma fatta dai vertici della sanità molisana.

E oggi che si teme fortemente per i tagli ai vaccini il Molise rischia di abbinare al già triste primato di essere la regione meno virtuosa sul fronte delle somministrazioni (peggio di noi solo la Calabria) anche quella che le poche dosi che ha a disposizione le utilizza vaccinando profili professionali di seconda, terza o quarta linea.

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