Saranno anche i giudici contabili a dover valutare se ci sono eventuali responsabilità e accertare l’eventuale danno erariale alle casse pubbliche regionali ipotizzato da Salvatore Ciocca. L’ex consigliere regionale torna alla carica e domani – 27 gennaio – presenterà il secondo esposto sul progetto di captazione dell’acqua dall’invaso del Liscione all’impianto di Finocchito, a due passi dalla diga di Occhito.
La Puglia conta di prelevare dall’invaso del Liscione fino a 70 milioni di metri cubi di acqua all’anno per irrigare le campagne della provincia di Foggia e garantire l’approvvigionamento idrico nelle abitazioni private corrispondendo un ristoro economico che non è stato ancora quantificato.
Ecco perchè, mentre uno strano silenzio avvolge il piano i cui effetti probabilmente non sono stati compresi fino in fondo, l’ex consigliere regionale va avanti e suona la sveglia alla popolazione, troppo distratta e stranamente silente. Il progetto rischia di assetare il Molise. Per Ciocca si potrebbe prefigurare un danno economico per la nostra regione. “La Puglia è inadempiente da 40 anni”, ha già ricordato l’esponente del Pdci che la scorsa estate aveva depositato un primo esposto alla Procura. Ora è deciso a rivolgersi alla Corte dei Conti.
Dunque, annuncia, “è arrivato il momento di procedere coinvolgendo chi ha il potere di verifica ed accertamento, anche di eventuali responsabilità“. L’esposto alla magistratura contabile è l’ultimo atto di “interrogazioni, ordini del giorno, richieste inascoltate e/o disattese da parte di chi doveva/poteva”. Quindi, “entro la giornata di domani 27 gennaio, verrà depositato un esposto formale a mia firma inerente il continuo, perpetuato, non normato attingimento delle acque molisane da parte di soggetti esterni al Molise”. E conclude: “Non c’ è peggior sordo di chi non vuol sentire. Alea iacta est”.
commenta