Ripabottoni

Focolaio nella “Casa dei Nonni”, oltre 30 anziani e 12 operatori contagiati. Difficoltà nel reperire gli Oss

Dopo tante strutture molisane nelle quali trovano accoglienza gli anziani, ora il virus è entrato anche nella “Casa dei Nonni d’Italia” a Ripabottoni. Dieci giorni fa le prime avvisaglie, quindi la conferma dai tamponi fatti – prima l’antigenico su indicazione della Coop che gestisce la fondazione e poi dalla Asrem – su ospiti e operatori. Risultano, al momento e in maniera indicativa, circa 30 anziani contagiati. 4 di loro sono ricoverati al Cardarelli di Campobasso, dove i decessi legati agli ospiti di Ripabottoni sono stati finora due. L’ultimo oggi, quando è deceduta una donna di 85 anni.

Il problema coinvolge anche gli operatori. Circa 12 quelli che hanno contratto il coronavirus, e che immediatamente hanno lasciato la struttura per seguire l’isolamento domiciliare e la terapia in casa. Fortunatamente sono asintomatici o paucisintomatici, e sono seguiti dalle Usca, le Unità di continuità assistenziale.

Gli ospiti sono stati invece isolati rispetto agli unici 3 anziani rimasti immuni. La “casa dei Nonni d’Italia” è una struttura abbastanza grande, che può contare su un’ala nuova da 9 camere singole e che consente un certo distanziamento, ma va da sè che il tipo di assistenza che la cooperativa Sirio fornisce, in un posto del genere, non può fare a meno di mantenere una stretta vicinanza con i malati, se non altro perchè molti anziani devono essere imboccati e accuditi in ogni istante, non essendo autosufficienti.

Il personale che ha rimpiazzato i colleghi positivi sta lavorando con grande impegno e coraggio, sottoponendosi a turni faticosi. Non è scontato, come dimostra la cronaca dell’emergenza legata alle assunzioni.

La gestione della casa di riposo ha infatti provato a reperire il maggior numero di Operatori Socio Sanitari possibile per contenere i disagi, garantire il servizio e assistere gli ospiti. Ma su 50 Oss (attualmente disoccupati) contattati che hanno inviato il loro curriculum, solo 2 hanno accettato di iniziare il servizio nella struttura. Troppo forte il timore di contagiarsi.

L’auspicio del presidente, Lino Iamele, è che l’emergenza possa rientrare a breve e gli ospiti possano negativizzarsi. “Stiamo cercando di contenere in tutti i modi possibili la criticità – spiega a Primonumero – e c’è il massimo impegno da parte di tutti. Un plauso agli operatori che davvero, al di là della paura che pure è inevitabile e che non è sufficiente a essere messa al bando dal pure scrupoloso utilizzo di dispositivi di protezione individuale, stanno prodigandosi in ogni maniera”.

 

 

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