Consiglio regionale

Comunità montane, ora anche la maggioranza mette alle strette Toma: “Vanno abolite entro il 31 marzo”

A lungo cavallo di battaglia delle opposizioni, ora anche gli esponenti del centrodestra chiedono a gran voce la soppressione di tali enti che si sono trasformati nel simbolo dello spreco di soldi pubblici. Ieri sera, in Consiglio regionale, è stato approvato un ordine del giorno che impegna Toma a concludere entro 3 mesi il processo di liquidazione come prevede una legge di 9 anni fa.

In questi primi due anni e mezzo di legislatura targata Toma le opposizioni hanno più volte chiesto al governo regionale di portare a compimento il processo di soppressione delle Comunità Montane, come prevedeva una legge regionale approvata nel 2011, nove anni fa. In tutto questo tempo non è successo nulla, nonostante i debiti e conteziosi maturati, i beni (capannoni obsoleti, piscine, terreni) di proprietà rimasti invenduti.

Ora anche la maggioranza di centrodestra lancia un segnale e incalza il governatore su una vicenda che è diventata uno degli emblemi dello sperpero di soldi pubblici nella nostra regione: “Entro il 31 marzo bisogna porre fine agli incarichi dei commissari che stanno gestendo le Comunità Montane e accelerare la liquidazione di questi enti”, questo il succo dell’ordine del giorno approvato ieri sera (28 dicembre) con 17 voti favorevoli, (3 contrari).

Dalla stessa coalizione di centrodestra sono emerse posizioni variegate sull’opportunità di cancellare questi enti guidati da Carlo Antonio Perrella (Matese –Fortore Molisano), figlio dell’ex assessora Angela Fusco Perrella; Giovancarmine Mancini (Cigno Valle Biferno – Trigno Medio Biferno – Trigno Monte Mauro); Pompilio Sciulli, (Comunità Montane “del Volturno – Centro Pentria – Alto Molise – Sannio”) e Domenico Marinelli (“Molise Centrale”). Ad eccezione di quest’ultimo, sia Perrella che Mancini che Sciulli sono stati candidati nelle liste del centrodestra che sostenevano Donato Toma.

E i loro incarichi sono stati prorogati di volta in volta dal capo della Giunta regionale. 

“E’ il momento di lanciare un messaggio all’opinione pubblica”, ha dichiarato ieri sera, nel corso del dibattito sull’ordine del giorno sulle Comunità Montane, Andrea di Lucente (Popolari). Anche per la collega Filomena Calenda “oramai le Comunità montane sono dei carrozzoni“. Enti che, come ha denunciato in un’occasione il Movimento 5 Stelle, costano 1 milione di euro all’anno.

Per il Consiglio regionale bisogna anche salvaguardare i dipendenti: ne resteranno 19, gli altri andranno in pensione fra poco.

Quindi, con il via libera all’ordine del giorno, l’assise ha impegnato il presidente della Giunta regionale “a porre in essere tutti gli strumenti giuridici necessari al fine di pervenire ad una rapida liquidazione delle Comunità montane e, per l’effetto, a prevedere la data del 31 marzo quale termine finale degli incarichi agli attuali commissari liquidatori”. Tre mesi , dunque, per completare l’iter di soppressione e sempre rinviata. Non la prima volta che accade. Anche alla fine del 2019 la liquidazione è stata rinviata: a prevederlo una delibera della Giunta regionale. Il motivo? Al governatore “non erano pervenute proposte della competente commissione consiliare sulla ‘riforma’ delle Comunità montane”. Da qui la decisione di far slittare di un anno lo scioglimento.

Ma ora probabilmente la misura è colma e anche dalla maggioranza sono arrivati segnali di malcontento relativamente alla sopravvivenza di quelli che vengono definiti ‘carrozzoni’.

Quello sulle Comunità montane non è stato l’unico argomento discusso ieri in Aula. Nel corso della seduta la maggioranza ha approvato una serie di documenti contabili, a cominciare dall’ “Assestamento del bilancio di previsione 2020-2022 e modifiche a leggi regionali” (12 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto); la proposta di legge regionale numero 141, di iniziativa della Giunta regionale, concernente “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2021/2023”.

La necessità di avere altro tempo per la redazione del bilancio di previsione per il triennio 2021-2023 – ha spiegato il relatore, il consigliere Andrea Di Lucente – è legata allo scenario nazionale e all’emergenza in corso. E’ in fase di approvazione la Legge di Bilancio 2021, le cui previsioni normative e contabili di stanziamento condizionano la qualificazione delle coperture da trasferimenti statali di importanti settori di attività regionali nell’ambito dei servizi essenziali, nonché le stime delle entrate, anche in relazione alla straordinarietà dell’attuale situazione emergenziale”.

Via libera poi alla variazione al bilancio per coprire le spese per aumentare le somme per finanziare il trasporto pubblico locale e per il completamento di procedure di impegni pluriennali relativi al programma POR FESR FSE 2014/2020. Infine, la maggioranza ha approvato il bilancio consolidato della Regione Molise per l’esercizio 2019, il rendiconto consolidato della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2019 e il Rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2019.

Durissimo il giudizio del Pd sui documenti contabili approvati a maggioranza.

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