La crisi economica

Il Pil molisano fa un balzo indietro di 30 anni: ogni cittadino perderà in media 1500 euro causa pandemia

L'elaborazione della Cgia su dati Istat e Prometea potrebbe subire ulteriori variazioni al ribasso dopo le ultime chiusure

Il livello del Pil molisano torna alle cifre di trent’anni fa. Lo sostiene l’Ufficio studi della Cgia di Mestre su dati Istat e Prometeia. Secondo le rilevazioni della Cassa artigiani di Mestre, che da anni propone delle rilevazioni in campo economico su scala nazionale, quest’anno ogni italiano perderà quasi 2.500 euro a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da covid-19.

Tuttavia sarà il Mezzogiorno a subire i decrementi maggiori. Se si guarda al Sud nel suo complesso il Pil fa un balzo indietro di ben 31 anni e torna ai livelli del 1989. Più nel dettaglio il Molise, la Campania e la Calabria torneranno allo stesso livello di Pil reale conseguito nel 1988. Peggio soltanto la Sicilia che torna indietro ai livelli del 1986.

La Cgia di Mestre precisa che i dati emersi in fase di elaborazione sono sicuramente sottostimati anche perché aggiornati allo scorso 13 ottobre e non tengono conto degli effetti economici negativi degli ultimi Dpcm che sicuramente comporteranno perdite ben maggiori.

Per quanto concerne la nostra regione, se il valore aggiunto pro capite per l’anno 2019 era stimato in 18.799 euro, adesso è a 17.283 euro con riduzione di 1.515 euro (-8,1%). Guardando all’Italia nel suo complesso la riduzione del Pil è pari al 9,7% e passa da 25.722 euro nel 2019 a 23.238 adesso, con una variazione del valore assoluto di -2.484 euro.

negozi chiusi benetton

Sono dati che fotografano perfettamente la crisi economica dovuta alla pandemia che ha prima ridotto il volume di affari di tantissime aziende che esportavano all’estero e soprattutto in Cina. Da marzo in poi, con la serrata dovuta all’esigenza di fermare la diffusione del contagio, ci sono state chiaramente ulteriori perdite e meno posti di lavoro per chiusura di attività o riduzione del personale. Adesso dopo un’estate in leggera ripresa, questa ulteriore mazzata dovuta alla recrudescenza dell’epidemia e alle nuove chiusure imposte dal governo.

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