Cronache

Covid, aumentano i contagi tra operatori e pazienti nelle strutture socio assistenziali. Cgil: ”Intervenire subito per tutelare la salute di tutti”

“Fermate i contagi da covid-19 nelle residenze socio assistenziali. Bisogna intervenire subito per comprendere quali siano le cause: errori nelle procedure dei protocolli, carenze organiche, utilizzo errato dei DPI. Intervenire subito per capire, appunto, le cause che stanno provocano il moltiplicarsi dei focolai, con un aumento dei casi sia tra gli anziani che tra gli operatori sanitari”. Questo è il grido di allarme e di aiuto che lancia Daniele Leone, coordinatore infermiere CGIL FP sanità privata Abruzzo/Molise, dopo gli ultimi allarmanti dati che vedono l’aumento esponenziale di contagi tra il personale sanitario.

Negli ultimi giorni il numero dei contagi è salito vertiginosamente anche tra gli operatori sanitari delle strutture sanitarie: “Va aperta una riflessione dichiara Daniele Leone, Coordinatore infermiere CGIL FP sanità privata Abruzzo/Molise –  perché questa pandemia ha mostrato le fragilità del sistema e dunque si avverte la necessità di riformare il sistema”.

La curva dei contagi è aumentata molto nelle ultime settimane: le terapie intensive vanno riempendosi e nelle RSA (residenza sanitaria assistenziale) tornano gli infetti ma anche i decessi come nella prima ondata pandemica di febbraio/marzo. “Si ha la percezione che nella gestione delle residenze sanitarie assistenziali si stiano riproponendo in questa seconda fase emergenziale da Covid19 le stesse criticità che abbiamo visto nella prima fase. – puntualizza Leone –  Da Teramo a L’Aquila, fino ad arrivare a Chieti, in Abruzzo; e in Molise i focolai nelle strutture RSA e strutture socio sanitarie si moltiplicano e lo spettro di quanto accaduto a marzo, all’interno di questi centri, per numero di contagi e decessi, aleggia nelle nostre menti”.

Una preoccupazione che viene alimentata quotidianamente non solo dall’aumento della curva pandemica ma anche, dal fatto, che il virus ha iniziato a presentarsi in quei luoghi lavorativi risparmiati nella scorsa primavera. Sintomo, questo, che in termini di sicurezza c’è ancora molto da fare: “alcune RSA risparmiate dalla prima ondata emergenziale, ora sono travolte dalla seconda ondata: vengono contagiati ospiti e operatori sanitari e, in alcuni casi – stando a quanto riporta la stampa –  si segnalano decessi tra gli ospiticontinua Leone.

Le RSA sono un servizio importante per chi non può essere assistito a domicilio, “ma occorre riformarle: bisognerebbe concepire le residenze come servizi capaci di offrire assistenza anche al domicilio, come un luogo di transazione in cui l’anziano recupera la sua autonomia per poi continuare l’assistenza al proprio domicilio, a casa, evitando sia il rischio della spersonalizzazione, quanto mai presente nelle strutture e sia appunto l’affollamento delle RSA” prosegue il dirigente della Cgil.

Secondo Leone bisogna ripensare il sistema offrendo risposte molto differenziate: “nei piccoli comuni che si stanno spopolando si potrebbero realizzare minialloggi per diversi gradi di autonomia”. Un’altra riforma andrebbe fatta nella direzione di: “ridurre le lunghe liste d’attesa per l’accesso e dunque aumentati i posti in convenzione”. Ma soprattutto bisognerebbe “prevedere un contratto unico nazionale per i lavoratori che vi operano: basta al Dumping contrattuale. Gli operatori della sanità privata devono avere stessa retribuzione oraria e stessi contributi pensionistici che hanno i dipendenti della sanità pubblica. Basta a stipendi miseri e al taglio dei diritti” evidenzia il sindacalista.

Infine Leone lancia un monito alle istituzioni politiche e sanitarie regionali: “ora tocca agli assessori regionali alla sanità, al Presidente Marsilio e ai Manager delle Asl stabilire cause e responsabilità. Verificare le dotazioni organiche e l’applicazione dei protocolli  perché la salute degli anziani e delle persone fragili è un bene prezioso per tutta la comunità e deve essere tutelato come diritto individuale, ma anche come bene collettivo”.

Alessandro Corroppoli

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