Il virus in corsia

Contagi tra infermieri, “infezioni prese fuori dagli ospedali”. Bufera su Florenzano, l’Ordine: “Chieda scusa”

Per il vertice dell'azienda sanitaria le infezioni avvengono al di fuori degli ospedali. Parole che hanno scatenato le reazioni dei lavoratori. "Quelle dichiarazioni sono un'offesa ai nostri professionisti", tuonano dall'Ordine degli infermieri guidato da Maria Cristina Magnocavallo.

Se tutti gli operatori sanitari indossano bene i dispositivi di protezione individuale, il contagio è impossibile. Gli operatori si sono contagiati fuori dagli ospedali non dentro”. E’ bufera dopo le parole del direttore dell’Azienda sanitaria regionale Oreste Florenzano riferite dal Tg3 Molise e relative alle infezioni rilevate nel personale sanitario degli ospedali molisani: ne sarebbero una cinquantina.

Il vertice Asrem è stato contestato dai sindacati in presidio ieri – 24 novembre – davanti all’ospedale Cardarelli di Campobasso.

50 operatori contagiati negli ospedali molisani. Il presidio: “Gestione sbagliata e zero assunzioni, un disastro”

 

Mentre sui social alcuni dipendenti hanno reagito duramente, in serata si è fatto sentire l’Ordine degli Infermieri: “Quelle dichiarazioni sono un’offesa ai nostri professionisti”. Nella nota firmata dai massimi rappresentanti dell’Ordine è stato ricordato il problema delle carenze di organico: “Il rapporto tra pazienti e numero degli infermieri non è mai stato calcolato”. E questo aumenta il rischio di infezione per gli operatori da una parte, dall’altra aumenta anche l’indice di mortalità del paziente.

“In Italia – riferiscono dall’Ordine – ogni infermiere assiste in media 11 pazienti e nelle Regioni tartassate dai piani di rientro (come il Molise, ndr) salgono fino a 17-18 con un rischio di mortalità in più quindi che raggiunge in media il 30-35% circa. Ciò nonostante questi numeri non si raggiungono perché gli infermieri da sempre si prodigano per garantire la maggiore sicurezza possibile anche nelle attuali condizioni di carenza e figuriamoci in emergenza da ‘pandemia’.

 

L’Ordine contesta il ricorso alle partita Iva e le mancate assunzioni per rinforzare gli organici: “Abbiamo concorsi che risalgono al lontano 2002 oltre ad avvisi poco pertinenti. Infatti la partita iva poteva andar bene in fase iniziale dell’emergenza, come effettuato da molte regioni italiane, ma non in una fase che ormai era prevedibile”.

Quindi la Magnocavallo evidenzia alcune delle difficoltà che riscontrano gli infermieri in corsia: “Assistere pazienti con insufficienza respiratoria acuta – per meglio comprenderci con “fame d’aria” importante – induce il paziente ad una forma di agitazione spesso incontrollata dove la vittima è sicuramente l’operatore sanitario a lui più vicino. La situazione è intollerabile e richiede un intervento urgente a tutela dei cittadini”.

Ecco perchè le dichiarazioni del direttore generale Asrem Florenzano sono considerate “un’offesa” gli infermieri che ” soprattutto in questo periodo sta garantendo turni estenuanti” e hanno un “orario di lavoro di 12 ore in modo continuativo”, devono garantire i “rientri sui riposi”, oltre ad “una turnazione sul territorio per effettuare i “tamponi” dopo il proprio turno di lavoro; e sicuramente non per un fatto economico visto che sono scarsi 12 euro ad ora, ma ciò che contraddistingue il Professionista Infermiere  è il grande spirito di abnegazione nei confronti del cittadino con il suo bisogno di salute e verso un’Azienda che non riconosce l’impegno e la professionalità dei propri infermieri”.

Infine, anche l’Ordine contesta l’assenza di strutture idonee volte ad accogliere i pazienti Covid positivi a causa di elevata promiscuità.