Premio antonio giordano

Santa Croce, l’arte urbana come impegno sul territorio. E le opere diventano un tour su Google

Si è da poco conclusa la settima edizione del PAG – Premio Antonio Giordano a Santa Croce di Magliano, un progetto che ad oggi vanta una collezione di oltre quaranta opere e rappresenta un motivo di orgoglio sia per gli stessi autori che contribuiscono alla realizzazione di un originale e consapevole progetto di arte urbana, sia per il paese che lo ospita, e soprattutto per noi che ne siamo i liberi fruitori, destinatari attenti e curiosi o ignari e disinteressati, ma tutti ugualmente spettatori della trasformazione dello spazio urbano.

Santa Croce di Magliano, le opere del Pag

Perché è proprio questo uno degli scopi che il Premio Antonio Giordano ha voluto perseguire e sta portando avanti in un continuo laboratorio che quest’anno ha accolto il contributo di Nico Skolp, con il suo intervento di design generativo e urbanistica funzionale sulla scalinata in via Fontana delle Pere, dell’artista torinese Vesod che ha impresso la sua idea di “Dualismo” su una facciata che prima dava spoglia sul corso, e di Motorefisico, il duo di architetti e designer che, con la loro opera optical “Sottosopra”, hanno rivoluzionato l’aspetto di una recinzione in cemento armato alle porte del paese.

Santa Croce di Magliano, le opere del Pag
Santa Croce di Magliano, le opere del Pag

Nell’edizione precedente, hanno partecipato al PAG l’argentino Francisco Bosoletti, gli italiani Guerrilla Spam, 108, Andrea Casciu, Nicola Alessandrini, i boliviani Oveja e Puriskiri. Le loro opere sono solo il risultato visibile del grande laboratorio messo in piedi dal progetto PAG, la cui attività ha l’obiettivo più ampio di promuovere le arti visive in tutte le loro molteplici forme (pittura, scultura, fotografia, architettura) con particolare attenzione ai linguaggi contemporanei, come appunto quello del nuovo muralismo.

La street art nei piccoli centri è infatti un fenomeno sempre più diffuso, in linea con una evoluzione dei graffiti in senso sempre più mainstream rispetto alla loro tradizione underground e illegale. Si tratta di una transizione con implicazioni per niente scontate, che alimenta un dibattito tutto contemporaneo sul significato di arte pubblica, o quello specifico sulle contraddizioni di una società dei consumi le cui dinamiche hanno portato – non senza proteste, come quella clamorosa di Blu a Bologna nel 2016 contro l’allestimento della mostra “Street Art – Banksy & Co. L’arte allo stato urbano” – ad annoverare le stesse espressioni della controcultura come opere d’arte il cui valore è stabilito da mere logiche commerciali: dalle commissioni agli eventi alle mostre si assiste al cambiamento, parallelo agli spazi su cui essa agisce, di questa stessa particolare forma d’arte che forse proprio nei piccoli centri e in alcuni festival ritrova quella distanza da una società che non riesce più a criticare con i mezzi che le sono propri.

Santa Croce di Magliano, le opere del Pag

Sono tutti argomenti che il PAG ha portato a discutere a Santa Croce di Magliano, offrendo gli spazi del paese agli interventi degli artisti – seguiti dalle più importanti riviste di settore – e garantendo che quegli stessi interventi fossero pensati e maturati nel contesto urbano, promuovendo il coinvolgimento degli abitanti. Le strade del paese espongono così opere che letteralmente parlano della comunità alla comunità, come quella realizzata durante la 4ª edizione dal collettivo Guerrilla Spam per il progetto sulla conservazione del dialetto “Tu parle ngifreche e quille te responne ngiafreche”, o la rilettura della tradizione della Quarantana santacrocese sempre dei Guerrilla Spam in collaborazione con l’artista 108 nell’ambito della 6ª edizione.

Ma negli anni i temi affrontati sono diversi come diversi sono gli stili, le tecniche, i messaggi che nel corso delle edizioni del PAG si sono succeduti con gli interventi, tra i tanti che si potrebbero elencare, del Collettivo Fx che nel 2017 ha contestualizzato a Santa Croce una delle sue fitte narrazioni per immagini della “Madonna dell’adesso”; Nemo’s con la sua denuncia/memoria dedicata “A George Radu” sempre nel 2017, durante la 4ª edizione; di Basik e l’attualizzazione dell’iconografia antoniana durante la 5ª edizione nel 2018, con l’opera “Sant’antonio che predica ai suoi seguaci”; del local Icks che ha celebrato in sordina l’opera di Antonio Giordano, reinterpretando l’immagine di un rilievo dell’artista di Santa Croce eponimo del progetto al suo esordio.

Chiacchierando con Marianna, la figlia di Antonio Giordano e art director del festival dedicato alla memoria dell’attività artistica poliedrica di suo padre, gli spunti di analisi e riflessione sono stati moltissimi. Per esempio l’idea che progetti come il PAG stiano sedimentando in un territorio così piccolo opere tanto numerose di artisti attivi a livello internazionale; e, soprattutto, l’importanza di alimentare in quello stesso territorio un’azione culturale che parta dalla strada e sfrutti, producendola, l’arte come stimolo per una cittadinanza più bella non solo nell’aspetto degli spazi urbani.

Il PAG promuove infatti anche progetti educativi, quest’anno per esempio ha collaborato con il Kids Summer Camp della ACd Turris, coinvolgendo i bambini con un laboratorio di poster art e rendendoli così parte attiva di un ambiente che ha fatto da sfondo anche per parlare loro della Costituzione italiana, dei diritti e doveri del cittadino, di diritto al lavoro, della professione dell’artista e dell’importanza dei beni culturali.

Si tratta di iniziative volte a stimolare la consapevolezza dell’importanza della conoscenza del territorio per la sua salvaguardia, e dell’arte per la sua valorizzazione, come il progetto del 2015 “Art need school for urban space” rivolto a una selezione di alunni del liceo scientifico R. Capriglione, che hanno realizzato un intervento di restyling per la riqualificazione dell’arredo urbano esistente, ovvero le panchine davanti al vecchio edificio delle scuole elementari di Santa Croce.

Il PAG ha coinvolto nel 2017 anche gli studenti del liceo artistico B. Jacovitti, che hanno dato vita a una riflessione sulla percezione visiva e su come l’uso del colore negli spazi urbani comporti una diversa fruizione delle architetture, culminata nel progetto “Arredo Urbano e Design” per la valorizzazione del patrimonio artistico presente sul territorio, attraverso la realizzazione di un murale a Santa Croce che ha avuto come soggetto alcune opere conservate dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli e dal Premio Termoli.

Bambini e studenti hanno realizzato murales anche con artisti, rifugiati e immigrati, partecipando al progetto “Mash-Up” promosso dal PAG, che ha messo insieme e mescolato le più diverse provenienze, culture, esperienze e capacità come ingredienti per una serie di opere che si sono aggiunte al museo d’arte urbana in formazione di Santa Croce di Magliano. Il coinvolgimento dello SPRAR Casa d’Amico nei “Mash-Up” del PAG è solo uno degli esperimenti in cui l’arte diventa un’occasione formativa, capace di scongiurare l’isolamento e favorire la condivisione e l’inclusione; ne è un altro riuscitissimo quello che ha coinvolto i detenuti della Casa Circondariale di Larino con il triennale progetto “Mani in alto!”, un laboratorio artistico che ha portato, in collaborazione con i Guerrilla Spam, alla realizzazione di quattro opere nei cortili riservati all’ora d’aria del carcere, tra cui una dal titolo “Geografie immaginarie” che rappresenta luoghi e situazioni fantastiche in cui vivono i ricordi e le esperienze passate, ma anche le idee di quelle vissute nel tempo sospeso della reclusione, nonché le speranze per la vita libera che attende oltre quel muro.

Passando per Santa Croce di Magliano e cercando dunque di vedere anche le idee che stanno dietro alla trasformazione dell’aspetto delle sue strade, non resta sicuramente inosservato quanto il proposito iniziale di avvicinare le persone all’arte sia risultato fecondo e si rivela necessario anche per il futuro grazie alle infinite prospettive possibili che l’attività del Premio Antonio Giordano riesce a filtrare e a stimolare con le sue iniziative.

Tutte le attività del PAG sono pubblicate e aggiornate sul sito internet del progetto www.premioantoniogiordano.it da cui è possibile effettuare un tour virtuale delle opere indicate su una mappa di Google e anche su una della piattaforma belga Streetartcities.

Credits photo @Premio Antonio Giordano, @Vesod Brero, @Nico Skolp, @Motorefisico

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