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Influenza, assalto al vaccino: ma non ci sarà per tutti. Priorità a bambini, anziani e malati (e politici)sondaggio

Inizia oggi la campagna vaccinale per proteggersi dal virus dell'influenza stagionale: bambini fino a sei anni e over 60 possono farlo gratis ma tra pediatri e medici di base le scorte 'requisite' quest'anno dalla Regione Molise (63mila pari al 57% di copertura del target considerato più a rischio) devono essere ancora distribuite. Neppure una goccia è ancora arrivata nelle farmacie che devono aspettare qualche settimana per poter dare una risposta al resto della popolazione che pure vorrebbe immunizzarsi per avere meno problemi in caso di contagio da Sars-Cov-2. Tra timori e corse al vaccino ecco cosa dicono medici di famiglia, pediatri e farmacisti. Intanto il presidente della Regione Donato Toma si è già accaparrato la sua dose.

Sono oltre 110 mila i molisani ai quali, quest’anno, è fortemente consigliato il vaccino antinfluenzale: bambini fino a 6 anni (13.935), popolazione tra 60 e 64 anni (21.016) e gli anziani dai 65 anni in su (75.287). Evitare di sovraccaricare il sistema sanitario e semplificare le diagnosi nell’era della pandemia è l’obiettivo della grande campagna vaccinale che inizia ufficialmente oggi in tutt’Italia. Campagna a cui non corrisponde una risposta altrettanto veloce ed efficace nella distribuzione delle dosi di vaccino che sono anche in misura inferiore alle necessità della cosiddetta popolazione a rischio.

Per la stagione 2020/2021 il Molise si è aggiudicato 63 mila dosi che corrispondono al 57 per cento di coloro che il vaccino dovrebbero farlo gratuitamente per prevenire la diffusione del virus influenzale. Il presidente della Regione Donato Toma (che la sua dose se l’è accaparrata nel post conferenza stampa del 13 ottobre scorso) ha già spiegato che l’obiettivo è trovare altre 47mila dosi per coprire il fabbisogno dei 110 mila molisani più esposti.

Accordi con altre Regioni ed eventuali eccedenze la via indicata dal governatore per mettere al riparo il target di popolazione più debole individuato dal ministero della Salute che per quest’anno ha abbassato la soglia a 60 anni (era 65 anni fino al 2019). Ci sono Regioni che pur non avendo una copertura totale del target (al massimo si supera il 75 per cento) hanno delle dosi residue per le categorie non a rischio (la Puglia oltre 1 milione, la Campania quasi 220 mila) che potrebbero cedere alle Regioni che se ne sono aggiudicate meno.  

Ciò di cui si parla poco o niente in questa campagna sono tutti gli altri, la popolazione generale – diciamo così – che vorrebbe immunizzarsi e potrà farlo solo se arriveranno ulteriori dosi o se i soggetti protetti rinunceranno alla loro.

Da oggi, 15 ottobre, questo ha dichiarato sempre il presidente Toma, sarà possibile prenotarsi dal proprio medico di base (o pediatra) per vaccinarsi. In queste ore ambulatori e studi medici dovrebbero ricevere scatole di vaccino acquistate dalla Regione che, al pari di tutte le altre, ha ‘requisito’ sul mercato le dosi aggiudicate dopo una gara d’appalto a cui ha partecipato assieme alla Regione Abruzzo (a cui sono andate 228mila dosi pari al 49 per cento del target a rischio).

A causa del nuovo Coronavirus, infatti, anche la distribuzione è cambiata. Se fino all’anno scorso le Regioni si aggiudicavano una quota di vaccini per le categorie a rischio (anziani e bambini) lasciando il resto alle farmacie – e dunque a quell’utenza che, a pagamento, intendeva proteggersi dall’influenza – quest’anno le cose sono andate diversamente. Regioni (e Asl) hanno fatto razzia di dosi (anche il Molise) da destinare prioritariamente a bambini e soggetti anziani o a rischio.

Ospedali, Rsa, distretti, poliambulatori, medici di base e pediatri saranno i primi a ricevere le scorte. Discorso diverso per le farmacie che avranno le rimanenze o eventuali acquisti aggiuntivi per poter esaudire anche le richieste a pagamento della popolazione non a rischio. Nelle più rosee aspettative tra fine novembre e inizi di dicembre.

Intanto i medici di base alla vigilia della campagna vaccinale “a tappeto” annunciata da Asrem e Regione Molise dichiarano di non aver ancora una sola goccia di vaccino antinfluenzale. E questo accade in Molise come nel resto d’Italia.

“Non sappiamo quanti vaccini ci saranno consegnati e quando saranno effettuate le consegne. Io – chi parla è il dottor Gianfranco Piano di Campobasso – ho fatto richiesta per 1400 vaccini, speriamo arrivino tutti anche perché ogni giorno le persone mi chiamano per avere novità. Le prenotazioni va da sé che non ancora sono partite, contiamo di cominciare al più presto”.

Stesso discorso sulla costa: “Fino all’anno scorso – fa sapere Margherita Rosati, nota dottoressa di Montenero di Bisaccia – ad agosto ci veniva richiesta la cifra di vaccini necessari. Quest’anno invece ci è stata chiesta l’iscrizione a una piattaforma on line per inoltrare la richiesta. Qui a Montenero siamo 4 medici di base associati, nessuno di noi c’è riuscito e non sappiamo ancora quanti vaccini avremo e quando arriveranno”.

Inoltre un altro dei problemi potrebbe essere legato all’affluenza massiccia per via di richieste che tutti testimoniano essere in aumento. “Dato che il vaccino è gratis anche per gli over 60 quest’anno, stiamo avendo maggiori richieste di informazione ma non possiamo ancora prendere prenotazioni” riferiscono dagli ambulatori medici.

“Non possiamo rischiare che si crei un imbuto in ambulatorio, con possibilità di assembramento. Qui a Montenero avremo circa 1500 persone da vaccinare – aggiunge ancora la dottoressa Rosati -. Così abbiamo chiesto di poter fare le vaccinazioni al poliambulatorio (Casa della Salute di Montenero, ndr). L’Asrem ci ha detto no, ora stiamo insistendo anche tramite il sindaco, vediamo se accoglieranno la richiesta”.

In effetti il rischio di aver concentrazioni di mutuati che si recano in ambulatorio per la fatidica iniezione è alto. “Senza certezze sull’arrivo delle dosi è difficile prendere prenotazioni. Stiamo dicendo ai pazienti di aspettare un altro po’”.

Stessa situazione si può facilmente riscontrare tra i pediatri.

Sergio Zarrilli di Campobasso conferma: “Consigliamo di vaccinare i bambini ma per quanto riguarda la tempistica non posso sbilanciarmi perché a noi pediatri non è arrivato ancora nulla”.

Rassicura il segretario regionale della Federazione medici pediatri del Molise, Donato Meffe: “Solo questa mattina (ieri per chi legge, ndr) la Asrem ci ha comunicato la conferma dell’accordo fatto il 24 settembre scorso con noi. Adesso stiamo inviando le adesioni, dobbiamo essere riforniti dei vaccini e si parte, credo, nel giro di qualche giorno”.

Nella scala delle priorità la medicina generale dovrebbe avere le scorte prima di loro. Sta di fatto che rispetto all’anno scorso molti più genitori sono intenzionati a far vaccinare i propri figli.

Se medici di famiglia e pediatri possono sperare di poter dare a breve una risposta ai loro pazienti, non si può dire lo stesso per i farmacisti che brancolano nel buio raccogliendo fogli su fogli di prenotazioni del vaccino che non sanno se e quando potranno vendere.

In teoria le dosi di vaccino antinfluenzale disponibili per il 2020 dovrebbero essere in numero maggiore rispetto agli anni precedenti, anche se difficilmente basteranno a coprire tutta la richiesta.

Ne è convinta la dottoressa Anna Del Prete della farmacia San Giorgio di via Tiberio a Campobasso: “Il vaccino non si trova, assolutamente. Abbiamo sei grossisti e nessuno di loro ha detto di aver avuto informazioni su eventuale approvvigionamento. Qui in farmacia vengono continuamente persone a chiedere, prendiamo le prenotazioni sperando di poter avere anche noi una dotazione per la popolazione non a rischio che poi, a mio avviso, è anche la più pericolosa perché fa vita sociale, escono per motivi di studio o lavoro. Insomma, speriamo solo che quando i vaccini arriveranno anche a noi non sarà già troppo tardi: chi distribuisce le scorte sa bene che occorrono diverse settimane per sviluppare gli anticorpi quindi sarebbe quasi inutile vaccinarsi troppo a ridosso del picco influenzale”.

Chiarisce su modalità di distribuzione e criticità emerse Roberto Cappella, presidente per la provincia di Campobasso di Federfarma Molise in servizio alla farmacia Cappella di Termoli

“La distribuzione (come da due anni a questa parte) avviene tramite noi di Federfarma: la Regione compra i vaccini, le ditte li inviano al nostro deposito di riferimento a Campobasso– che fa dunque da intermediario – che dopo, in base alle richieste dei medici, li distribuisce alle farmacie. Quest’anno abbiamo messo a disposizione una piattaforma informatica ed è lì che i medici potranno fare l’ordinativo, direttamente online (in base alle loro esigenze/prenotazioni). Noi giriamo gli ordini al deposito che, con mezzi coibentati, ce li recapiterà in farmacia. A quel punto noi li stocchiamo, controlliamo che siano integri e giusti nelle quantità, e li portiamo ai medici. Questo per quanto riguarda quei vaccini che i medici somministrano agli aventi diritto (le categoria di cui sopra, ndr).  Il problema è che quest’anno le dosi – almeno per adesso – non saranno subito tutte pronte e non saranno abbastanza per tutti”. E anche allora resteranno fuori i soggetti che vorranno farlo a pagamento. Situazione che, beninteso, non si verificherà solo in Molise. “Siamo in buona compagnia”, scherza il dottor Cappella.

“L’accordo preso con i vertici sanitari della Regione – spiega ancora il farmacista – era che alle farmacie  quest’anno sarebbe toccato l’uno e mezzo per cento delle dosi aggiudicate (circa 900 vaccini da dividere per 200 farmacie sparse in tutta la regione, a occhio e croce). Ecco perché abbiamo sollecitato Asrem e Regione per cercare una soluzione. Dai nostri conti sarebbero necessarie almeno altre 40/50 mila dosi rispetto alle 110mila che si prevede di raggiungere”.

Di certo, conferma il vertice di Federfarma, le 63mila dosi acquistate dal Molise sono già arrivate e saranno distribuite nelle prossime ore alle farmacie che le faranno recapitare ai medici. Poi toccherà agli altri.

“Tengo a precisare che il vaccino dà una copertura di 3 mesi quindi normalmente si tende a farlo fare dalla seconda metà di novembre alla fine dello stesso mese per arrivare a coprire fino a febbraio, in previsione del fatto che il picco influenzale è nei primi due mesi dell’anno. Farlo troppo presto non solo non serve ma potrebbe essere anche controproducente”.

Intanto alla farmacia Cappella non si prendono prenotazioni. Troppo vaghe le notizie sulla tempistica della distribuzione ai farmacisti: “Non possiamo garantire niente per ora dunque non ci sembra corretto nei confronti dei pazienti prendere prenotazioni. In futuro stabiliremo anche un criterio per la vendita del vaccino”.

Che comunque non potrà essere l’ordine cronologico di prenotazione ma più probabilmente le condizioni di salute del soggetto che intende proteggersi dall’influenza.

 

 

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