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Incidenti stradali, maglia nera al Molise: il tasso di mortalità più alto in provincia di Campobasso

La concentrazione dei sinistri è maggiore nel periodo estivo e autunnale. L’incidentalità rimane alta lungo la costa, nei comuni capoluogo di provincia e lungo la statale 87 Sannitica, la SS17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitico e la SS85 Venafrana.  Alta la pericolosità ungo la Strada Statale 6 Casilina e la Fondovalle del Biferno

Nel 2019 si sono verificati in Molise 555 incidenti stradali che hanno causato la morte di 28 persone e il ferimento di altre 913.

Rispetto al 2018, aumenta il numero degli incidenti (+77), dei feriti (+182)e delle vittime della strada (+13), in netta contrapposizione alla tendenza nazionale che presenta diminuzioni seppur modeste.

Sono 22 le persone che hanno perso la vita a causa di incidenti in provincia di Campobasso, 6 in quella di Isernia. Nel 2018 erano rispettivamente 11 e 4.

I programmi d’azione europei per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011-2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale con una particolare attenzione, nel decennio in corso, agli utenti vulnerabili.

Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte del 24,3%,meno della media nazionale (-42%); fra il 2010 e il 2019, invece, in Molise non si registrano variazioni mentre in Italia le vittime si riducono del 22,9%.

Nello stesso lasso di tempo (2010-2019) l’indice di mortalità sul territorio regionale è aumentato da 4,3 a 5 deceduti ogni 100 incidenti mentre quello medio nazionale diminuisce da 1,9 a 1,8.

Nel 2019, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani), morti in incidente stradale, è superiore alla media nazionale (50,0% contro 45,2%). Analizzando invece il ruolo che questi hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni) il peso relativo (sul totale dei deceduti) è inferiore nel 2019 a quello nazionale (17,9% contro 49,6%).

Negli ultimi nove anni (2010-2019) l’incidenza di pedoni deceduti è diminuita da 14,3% a 10,7% mentre nel resto del Paese è aumentata da 15,1% a 16,8%

Nel 2019 il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in quasi 17miliardi di euro per l’intero territorio nazionale (279,5 euro pro capite) e quasi 87 milioni di euro (285,4 euro pro capite) in Molise; la regione incide per lo 0,5% sul totale nazionale.

Tra il 2018 e il 2019 l’indice di lesività aumenta da 152,9 feriti ogni 100 incidenti a 164,5; l’indice di mortalità aumenta da 3,1 a 5,0 decessi ogni 100 incidenti e quello di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100) da 2 a 3.

L’incidentalità rimane alta lungo la costa, nei comuni capoluogo di provincia e lungo la Strada Statale 87 Sannitica, la SS17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitico e la SS85 Venafrana.  La pericolosità resta alta lungo la Strada Statale 6 Casilina e la Strada Statale 647 Fondovalle del Biferno.

Nel 2019 il maggior numero di incidenti (300, il 54,1% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 4 morti (14,3% del totale) e 426 feriti (46,7%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano del 14,1% in ambito urbano e del 22,6% sulle strade extraurbane mentre diminuiscono del 31,3% sulle autostrade. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (9,8 decessi ogni 100 incidenti).

Sulle strade urbane il 47,3% dei sinistri avviene lungo un rettilineo. Sulle quelle extraurbane la percentuale sale al 52,6%. In ambito urbano gli incidenti che avvengono in corrispondenza degli incroci rappresentano il 24,3% del totale, seguono quelli che si verificano in curva (9,3%) e nei pressi di una intersezione (7,7%). Lungo le strade extraurbane il 27,1% degli incidenti si verifica in curva, il 6,3% nei pressi di una intersezione.

La concentrazione degli incidenti è maggiore nel periodo estivo e autunnale. Tra giugno e novembre si contano 331 incidenti (il 59,6% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 560 persone (61,3%) e 15 sono decedute (53,6%). Quasi il 78% degli incidenti ha luogo tra le otto e le venti ma l’indice di mortalità raggiunge il valore più elevato nella fascia oraria tra le ventidue e le ventitré (25 morti ogni 100 incidenti), valore di molto superiore alla media giornaliera (5). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 35,8% degli incidenti notturni, il 14,3% delle vittime e il 45,1% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 8,6 decessi ogni 100 incidenti.

Gli indicatori statistici di mortalità e gravità evidenziano una situazione più critica nelle aree interne, dove nel 2019 si registrano valori (rispettivamente 5,7 e 3,2) superiori alla media regionale (5 e3).

Rispetto al 2018 gli indicatori statistici di mortalità e gravità (rispettivamente 4,4 e 2,7) nel totale dei Centri sono notevolmente aumentati. In particolare, nelle aree di cintura gli indici di mortalità e gravità raggiungono quota 7,9 e 4,1.

La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (62,9%); la tipologia più diffusa è lo scontro frontale-laterale (145 casi e 276 feriti), seguita dal tamponamento (90 casi, 1 decesso e 177 persone ferite). La tipologia più pericolosa negli incidenti è lo scontro frontale (37,2 decessi ogni 100 incidenti), segue lo scontro laterale (2,0). La fuoriuscita o sbandamento del veicolo risulta, invece, la tipologia più rischiosa tra gli incidenti a veicoli isolati, con una media di 6,2 morti ogni 100 incidenti.

La guida distratta, la velocità troppo elevata e il mancato rispetto delle regole di precedenza o del semaforo sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 26,5% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 12,7%.

Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe dei 65enni (15 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 57,1% delle vittime e il 61,4% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 32,1% dei morti e il 30,2% dei feriti, i pedoni il 10,7% dei deceduti e l’8,3% dei feriti. Tutti i pedoni  vittima di incidente stradale appartengono alla classe di età superiore ai 65 anni mentre il 65,8% dei pedoni feriti ha più di 44 anni. L’indice di lesività standardizzato è pari a 521,8,per la classe di età 15-29 anni e a 354,2 per quella 30-44 anni.

L’arrivo della pandemia da Covid 19 ha modificato radicalmente le abitudini di tutti e la mobilità ha avuto una battuta d’arresto come mai si era verificato prima. Nel periodo di lockdown il tasso di mobilità (percentuale di persone che hanno compiuto almeno uno spostamento in giornata, ad eccezione dei tragitti a piedi inferiori ai 5 minuti) è passato dall’85% al 32% mentre la lunghezza media degli spostamenti è diminuita del 40%.

Un effetto positivo è sicuramente dato dalla diminuzione di incidenti stradali dovuta alla minore esposizione al rischio. I primi dati, forniti dalla Polizia Stradale e dall’Arma dei Carabinieri per gli incidenti stradali con lesioni a persone (circa un terzo degli incidenti totali registrati), nel periodo gennaio-aprile 2020, mostrano in maniera evidente gli effetti dell’entrata in vigore dei Decreti, che hanno istituito prima le zone rosse in alcune regioni del Nord Italia.

Dal confronto dei dati settimanali di incidentalità con l’anno precedente emergono diminuzioni nei mesi di marzo e aprile e, in particolare, nella regione Molise gli incidenti stradali arrivano ad azzerarsi nelle prime settimane di aprile. Il decremento degli incidenti stradali è stato in media del52,6% a marzo e dell’86,7% ad aprile (-72% a marzo e -85% ad aprile in Italia).

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