La sentenza

Servizio idrico, il Tar boccia il Comune di Termoli: “La Giunta non poteva ridarlo alla Crea, atto illegittimo”

Per i giudici amministrativi la Giunta non aveva competenza per revocare l'affidamento alla Florio e confermare la società romana rimodulando le tariffe

L’affidamento della gestione del servizio idrico di Termoli è un atto illegittimo da parte della Giunta comunale di Termoli e come tale gli atti vanno annullati. È quanto stabilisce una sentenza del Tar Molise pubblicata lo scorso 31 luglio, dando quindi ragione alla Florio Group, la società ricorrente che si è vista ‘scippare’ dalle mani il servizio che le era stato affidato dallo stesso Comune durante l’Amministrazione Sbrocca.

La ricostruzione dei fatti è affidata ai giudici amministrativi regionali: il presidente Silvio Ignazio Silvestri, il referendario Igor Nobile e l’estensore Daniele Busico.

Per ripercorrere quanto avvenuto il Tar inizia facendo riferimento alla nota del dicembre 2016 nella quale la Crea gestioni, la società che gestisce il servizio idrico a Termoli dal 1993 tramite il proprio gruppo Acea, aveva comunicato al Comune di non voler proseguire nella gestione del servizio, diffidandolo da effettuare ulteriori proroghe e chiedendo oltretutto l’urgente avvio delle procedure per l’affidamento della gestione ad un altro operatore.

Ciononostante il Comune di Termoli aveva deliberato una ulteriore proroga di un anno e mezzo per la quale la Crea aveva deciso di fare ricorso al Tar e i giudici avevano dato ragione all’azienda romana, dichiarando inefficace la proroga unilaterale dell’affidamento del servizio. Così il Comune di Termoli era stato costretto a cercare in fretta in furia un nuovo operatore cui affidare provvisoriamente l’impianto di depurazione in località Sinarca che andava collaudato e avviato.

Ne era seguito l’affidamento a favore della Florio Group srl, una società con sede a Foggia. Preso atto che la Crea gestioni voleva abbandonare il servizio idrico termolese, il Comune aveva disposto di consegnare sia l’impianto del Sinarca nonché l’intero servizio idrico comunale in maniera provvisoria alla Florio per poi avviare un avviso esplorativo di finanza di progetto per la gestione definitiva del servizio, nonché per la realizzazione di opere di efficientamento e manutenzione straordinaria degli impianti.

Nel gennaio del 2019 il Comune ha quindi autorizzato la Florio Group a subentrare alla gestione della Crea e nel marzo 2019 c’è stato un incontro fra le due società per la riconsegna degli impianti. Ma il subentro non è mai avvenuto.

Con il cambio di Amministrazione comunale, nell’ottobre 2019 la Giunta Roberti ha preso atto del mancato subentro da parte dell’azienda foggiana e nel dicembre 2019 ha approvato il nuovo schema di convenzione di gestione del servizio, ridando la gestione del servizio, nonché del modulo del Sinarca e delle pompe di sollevamento del parco alla Crea, prorogando il rapporto di concessione fino al 31 dicembre 2021.

Questo ha fatto scattare il ricorso al Tar da parte della Florio Group che nel gennaio 2020 si è rivolta ai giudici amministrativi accusando il Comune di aver violato i principi di parziali imparzialità e trasparenza, nonché di tutela della concorrenza. La Florio Group infatti ritiene che il mancato passaggio di consegne sia dovuto principalmente “all’ostruzionismo da parte del Comune di Termoli”.

Dopo aver attentamente valutato il caso, i giudici amministrativi hanno ‘bacchettato’ il Comune di Termoli facendo particolare riferimento alla delibera di giunta comunale dell’11 ottobre 2019 che prendeva atto del mancato subentro da parte della ditta Florio Group. “Dall’esame della delibera – si legge nella sentenza – non emerge una volontà dell’amministrazione di revocare il precedente affidamento”. Sempre secondo i giudici “l’amministrazione avrebbe potuto successivamente alla delibera dell’11 ottobre 2019 sollecitare il subentro e spingere le parti a una definizione complessiva della vicenda. Inoltre dal contenuto della delibera non emerge una attribuzione di responsabilità alla Florio per il mancato passaggio di consegne”.

Per il Tar tuttavia è la delibera numero 299 del 17 dicembre 2019 a determinare il danno nei confronti della Florio. Con questa delibera infatti, affidando nuovamente alla Crea la gestione del servizio e rimodulando le tariffe, il Comune avrebbe implicitamente revocato l’affidamento in favore della Florio.

Tre i punti su cui si fonda quindi la sentenza: il fatto che la delibera dello scorso dicembre proroga il rapporto contrattuale con Crea fino al 31 dicembre 2021 nonostante l’azienda avesse fatto di tutto per mollare il servizio. Il particolare che oltre al servizio idrico integrato per come era inteso prima, la nuova delibera amplia il perimetro della gestione dell’azienda romana tramite l’affidamento del nuovo impianto di depurazione Sinarca e delle pompe di sollevamento del parco. Infine la rimodulazione delle fasce tariffarie.

In questo modo quindi “il Comune ha completamente stravolto il precedente assetto innovando in particolare l’aspetto relativo alla remunerazione del servizio, il che presumibilmente ha determinato il mutamento di Crea relativamente alle proroghe, per le quali in precedenza aveva manifestato un contrario interesse”.

Così i giudici del tribunale amministrativo regionale che spiegano poi come la competenza per un provvedimento di questo tipo sia del Consiglio comunale e non della Giunta. Per questo motivo i giudici amministrativi regionale ritengono che “la Giunta del Comune fosse incompetente a decidere su questo aspetto” e dichiara “la conseguente illegittimità del provvedimento che deve essere annullato”.

Tuttavia il Tar Molise non ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata dalla Florio Group poiché non è dimostrata la perdita economica.

L’ente comunale viene condannato a risarcire le spese per gli atti giudiziari per una somma pari a duemila euro ma, quel che è più importante, accoglie il ricorso e di conseguenza annulla gli atti amministrativi che sono stati impugnati dalla Florio Group. L’affidamento del servizio idrico termolese è da rifare, a meno di strascichi giudiziari.