Fronteggiare l'emergenza

Nuova rete ospedaliera Covid: 4 mesi di tempo e 9 milioni di euro per la seconda ondata (che non è detto ci sarà). Il piano b? Moduli portatili di intensiva

Il Ministero della Salute ha approvato il progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera per l’emergenza Covid 19 sulla base delle indicazioni di Regione e Asrem. 14 posti supplementari di Terapia Intensiva nei 3 ospedali, 9 milioni e 200mila euro ai quali il Molise potrà aggiungere budget extra. Toma chiederà al Commissario Arcuri di fare tutto entro 4 mesi al massimo, per fronteggiare una eventuale seconda nuova ondata. Se l’emergenza dovesse innescarsi prima ci saranno moduli aggiuntivi di intensiva.

Il piano per la riorganizzazione ospedaliera molisana è stato approvato: ieri sera l’ok finale da parte del Ministero della Salute. Possono partire subito gli interventi di adeguamento nei tre presidi molisani: il Cardarelli, il San Timoteo e il Veneziale. Interventi che in teoria dovrebbero partire subito, perché entro 4 mesi i cantieri dovranno essere smantellati e gli ospedali dovranno essere pronti a fronteggiare una nuova eventuale ondata dell’epidemia con 14 posti letto in più rispetto a quelli attuali di Terapia Intensiva.

Il presidente della Giunta Regionale Donato Toma, che ieri sera ha comunicato l’esito del “verdetto”, ha fatto sapere oggi che chiederà al Commissario straordinario per l’emergenza Arcuri di ultimare la riorganizzazione entro 4 mesi, pertanto entro novembre.

E se già a ottobre, come qualche scienziato prospetta, il Paese dovesse registrare un drastico incremento del numero di contagiati e di conseguenza delle ospedalizzazioni? “Scatterà il piano B – replica Toma – con moduli aggiuntivi e portatili di Intensiva”.

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Ma l’obiettivo è arrivare pronti a gestire nuove criticità con ospedali adeguati e riorganizzati nella divisione radicale tra percorsi Covid e percorsi no Covid. Da questo punto di vista il consenso del Ministero al disegno che arriva dal Molise infonde fiducia. “Un provvedimento atteso – si legge nella nota diramata dalla Regione – che tra l’altro aveva generato forti contrapposizioni, e che ora pone le basi perché il Sistema sanitario regionale possa essere pronto rispetto ad un’eventuale nuova ondata dell’epidemia, come del resto lo è stato in questi mesi”.

“Il nostro Piano – aggiunge Donato Toma – risponde a tutti i requisiti richiesti dalle recenti disposizioni in materia sanitaria e offre ai cittadini molisani maggiore tutela e appropriatezza nelle cure”.

Dunque ora alle parole devono seguire i fatti. Al Cardarelli di Campobasso verrà allestito l’hub Covid, separato dal resto dell’ospedale: un centro di riferimento per la malattia causata dalla Sars–Cov -2 con 9 posti letto di terapia intensiva, 21 posti di semi-intensiva e degenza medica.

Al San Timoteo di Termoli invece saranno 3 i posti in Rianimazione e 2 al Veneziale di Isernia. In entrambi gli ospedali all’interno del Pronto Soccorso verrà ricavata l’area Covid, divisa dalla zona per gli altri pazienti.

Il Vietri di Larino, con grande delusione dei sindaci che avevano chiesto di trasformare l’ospedale frentano in un centro Covid e di ricerca di Infettive, dovrà essere potenziato con un reparto di riabilitazione post Covid, per i pazienti in via di guarigione che non necessitano di ricovero in Infettive e tantomeno di trattamento intensivo di ossigeno.

Il Molise avrà complessivamente 9 milioni e 200mila euro disponibili col Decreto Rilancio, ai quali la Regione potrà aggiungere fondi nel caso in cui dovesse essere necessario.

Il direttore generale Asrem Oreste Florenzano si è dichiarato “molto soddisfatto” e ha precisato che “in questo modo si realizza una struttura separata per evitare di bloccare le attività di terapia intensiva del Cardarelli e per far fronte al Covid-19. Scelta di buonsenso – ha aggiunto – che ottimizza le risorse per il futuro e ci permette di implementare terapie intensive utili a prescindere dal Covid, riorganizzate a beneficio della sanità molisana”.

Una sanità che negli ultimi anni ha sofferto di tagli importanti e carenze, ancora bene evidenti soprattutto nei mancati adeguamenti agli standard minimi del personale, a cominciare da molti primari per terminare con medici e infermieri.

“La decisione del Ministero della Salute che ha approvato la riorganizzazione della rete ospedaliera era prevedibile, ma ora si provveda al Piano Operativo” è la richiesta di Nicola Felice, presidente del comitato San Timoteo di Termoli, che avverte: “La riorganizzazione degli ospedali nell’ambito della rete Covid non sia un’arma di distrazione verso il vero traguardo, cioè la definizione del nuovo Piano Operativo per gli anni 2019, 2020 e 2021 che oltre alla rete Covid dovrà contenere tutta la programmazione dei servizi sanitari regionali”.

Particolarmente importante e strategica la medicina sul territorio, tanto più alla luce di una emergenza come quella innescata dal virus, che si combatte in corsia ma anche a casa con trattamenti farmacologici adeguati. E poi, precisa Nicola Felice, “l’assegnazione delle unità operative complesse o semplici, dei dipartimenti con i posti letto per ogni plesso ospedaliero. Piano che spetta al commissario Angelo Giustini e al sub-commissario Ida Grossi tramite Agenas di Roma”.

Si potrà anche derogare dai parametri del decreto Balduzzi, come è stato definito nel nuovo patto per la salute 2019-2021. Dunque “ora non ci sono più scuse. E’ qui e dalle scelte che si faranno che si conoscerà il futuro dell’ospedale San Timoteo di Termoli, unico presidio per tutto il Basso Molise”.

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