Galeotta potrebbe essere stata la lettera inviata lo scorso maggio ai consiglieri regionali: “Se la Molise Dati non serve alla Regione, è meglio chiuderla”. La firma in calce alla pepata missiva era quella di Gianni D’Uva, ormai ex dirigente della società in house e rappresentante sindacale.
Potrebbero essere state proprio quelle righe a causare il licenziamento dell’ingegnere deciso dal consiglio di amministrazione della Molise Dati.
Gianni d’Uva non ha accettato quella decisione considerata ingiusta, ha contattato gli avvocati Massimo Romano e Roberto di Iorio e ha dato loro l’incarico di impugnare il provvedimento di risoluzione del rapporto di lavoro “per giusta causa e senza preavviso”.
Sul licenziamento dovrà pronunciarsi il giudice del lavoro.
“Riservando ogni necessario approfondimento – sottolineano in una nota gli avvocati Massimo Romano e Roberto Di Iorio – dagli atti del procedimento disciplinare emerge con assoluta chiarezza la nullità del licenziamento, siccome posto in essere per conclamate finalità ritorsive e discriminatorie ai danni del nostro assistito, in assenza di giusta causa e/o di giustificato motivo, per ragioni che saranno oggetto di ricorso giurisdizionale innanzi al Giudice del Lavoro”.
La questione potrebbe anche essere esaminata dalla magistratura. “Ci si riserva sin da ora di valutare la sussistenza dei presupposti per portare i suddetti fatti all’attenzione della competente Procura della Repubblica, per gli eventuali profili di rilevanza penale, nonché della Procura della Corte dei Conti per quelli di natura erariale”, spiegano i due legali. “Trattandosi di società in house, a capitale interamente pubblico regionale, deputata istituzionalmente alla gestione del sistema informatico regionale e dunque del patrimonio di dati sensibili di cittadini, imprese e istituzioni molisane, è del tutto evidente che la vicenda coinvolga implicazioni di pubblico interesse meritevoli di essere doverosamente approfondite, anche in ordine al ruolo svolto nella vicenda da soggetti portatori di interessi privati opposti a quelli della società”.