Non solo l’area non è stata bonificata, ma la situazione è addirittura peggiorata. Parliamo di via dei Lecci, lì dove un tempo sorgeva l’hotel Rosa dei Venti, a Termoli.
A maggio scorso, finito il periodo di lockdown, una ordinanza del sindaco Roberti aveva imposto agli ex titolari di bonificare quella che ormai è divenuta una discarica a cielo aperto. Uno scempio fatto di rifiuti, sporcizia, scarti edili e frammenti di eternit. Una bomba ambientale, oltre che un oltraggio al paesaggio.
Le foto che oggi vi mostriamo – scattate poche ore fa da un residente della zona che quello scempio lo guarda negli occhi tutti i giorni – dimostrano come nulla sia stato fatto in questi due mesi, anzi. Primonumero si era occupato varie volte della questione e – da ultimo – in seguito alla diffida ai titolari risalente al mese di maggio. Ma a due mesi da allora la situazione è finanche peggiorata. Le foto mostrano un divano e un mobiletto da bagno che prima non c’erano. Tra le altre cose. Ce lo conferma lo stesso cittadino. “Ho comprato casa a Termoli da due anni in via dei Lecci. Sembra che la cosa degeneri ogni giorno”.
Le aree incriminate sono quelle nei pressi dell’ex hotel della zona artigianale di Termoli, diventato da tempo una discarica. Materassi, pneumatici, plastica, mattoni, altri scarti edili, immondizia comune e persino pannelli di eternit, particolarmente pericolosi per la salute perché rilasciano nell’ambiente particelle di amianto.
A inizio marzo, prima dell’emergenza coronavirus, personale dell’Arpa Molise aveva effettuato una relazione a seguito di un sopralluogo. Vi si leggeva di “due aree di abbandono di rifiuti costituiti soprattutto da rifiuti eterogenei e da pezzi di manufatti in fibro-cemento presumibilmente contenenti amianto”.
Dunque l’urgenza di una bonifica in tempi rapidi. L’ordinanza firmata dal sindaco lo scorso 13 maggio forniva 10 giorni di tempo per mettersi in regola ai proprietari, individuati in sette diverse persone, alcune delle quali non più residenti a Termoli.
L’ordinanza diffidava i sette titolari di quelle particelle catastali a recuperare e smaltire i rifiuti, nonché a provvedere alla chiusura dell’area interessata per evitare che qualche incivile continui a trattare quel posto come una fogna dove disfarsi di qualsiasi tipo di rifiuti. Ma è successo, ancora.
commenta