Gli aggiornamenti

Altri 3 positivi dal cluster Venezuela, i contagiati sono ora 25 in Molise. Virus ‘portato’ dalla Serbia, indagini della Digos

Ancora tre cittadini contagiati dal Covid-19 a Campobasso. Su 127 tamponi invece nessun altro positivo a Pesche, dove ieri era emerso un focolaio dal Kosovo

Continua purtroppo a salire il numero delle persone positive al coronavirus in Molise, a causa del primo dei due focolai di importazione, quello dei venezuelani. Altri tre cittadini di Campobasso legato al cluster dei venezuelani sono risultati contagiati dal virus, il che porta a 25 il numero degli attualmente positivi. I 3 nuovi positivi sono persone che hanno avuto contatti diretti con i venezuelani.

È quanto emerge dai 127 tamponi effettuati nelle ultime ore. Tamponi che chiaramente hanno riguardato non solo i contatti della famiglia venezuelana arrivata a Campobasso dalla Serbia e portatrice del virus, ma anche il focolaio dal Kosovo emerso ieri a Pesche, dove c’è una nutrita comunità kosovara. Per fortuna oggi non ci sono stati altri casi nel paesino alle porte di Isernia.

mappa covid molise 26 luglio

Questo l’ultimo bollettino dell’Asrem:
– 25 i casi attualmente positivi (20 nella provincia di Campobasso, 5 in quella di Isernia e 0 di altre regioni)
– 469 sono i tamponi positivi (384 nella provincia di Campobasso, 65 in quella di Isernia e 20 di altre regioni)
– 25741 i tamponi eseguiti di cui 24124 negativi. 1151 i tamponi di controllo
– All’ospedale Cardarelli di Campobasso i ricoverati sono 1: 1 in Malattie e 0 in Terapia Intensiva
– Sono 24 i pazienti in isolamento domiciliare (24) o dimessi dalla struttura ospedaliera in quanto asintomatici e clinicamente guariti (0)
– 421 pazienti dichiarati ufficialmente guariti (348 della provincia di Campobasso, 55 di quella di Isernia e 18 di altre regioni)
– 23 i pazienti deceduti con Coronavirus (16 della provincia di Campobasso, 5 di quella di Isernia e 2 di altra regione)
– 525 le visite domiciliari effettuate dalle Usca (278 Bojano, 107 Larino e 140 Venafro)
– 83 soggetti in isolamento e 116 in sorveglianza

Questa la mappa aggiornata del contagio in Molise
CAMPOBASSO 20 – PESCHE 3 – ISERNIA 2

 

COPPIA VENEZUELANA RISCHIA SOLO MULTA, MA DIGOS INDAGA SU RESPONSABILITA’

Rischiano una sanzione amministrativa di 533 euro a testa i due coniugi venezuelani ospiti della parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Campobasso dopo il focolaio registrato in città.

È quanto emerso dai primi accertamenti svolti dalla Digos di Campobasso per conto della Procura che ha voluto vederci chiaro sulla vicenda che ha tenuto in apprensione il capoluogo. Gli agenti guidati dal dottore Nicola Di Pasquale hanno relazionato in una nota l’accaduto e dai primi accertamenti degli investigatori non sarebbero emerse responsabilità penali tali da configurare il reato di epidemia colposa.

La famiglia venezuelana è arrivata il 7 luglio a Campobasso e due giorni dopo, il 9 luglio, si sono recati in questura per dichiarare la presenza in città come prevede la normativa sull’ospitalità degli stranieri che obbliga questi ultimi a darne comunicazione alle autorità preposte entro 48 ore dal loro arrivo. I venezuelani si sono segnalati in questura, ma non l’hanno fatto all’autorità sanitaria, non adempiendo in questo modo anche all’obbligo della quarantena previsto dal dpcm dell’ 11 giugno scorso in base al quale era possibile arrivare in Italia dalla Serbia ma era obbligatorio registrarsi in questura e osservare la quarantena obbligatoria.

Quarantena che invece è stata violata dai venezuelani che in questi giorni hanno svolto anche vita sociale e ad esempio hanno fatto frequentare ai propri figli un campus. Poi un piccolo problema di salute, quella che sembrava una congiuntivite, ad uno dei figli della coppia di ingegneri venezuelani e la chiamata ad un medico che ha allertato le autorità sanitarie e chiesto di effettuare il tampone che poi ha accertato l’infezione da coronavirus.

Il virus finora ha contagiato 20 persone, non solo la famiglia originaria del paese dell’America Latina, ma anche le persone che erano entrate in contatto con loro. In base agli accertamenti svolti dalla Digos i due venezuelani rischiano di dover pagare una sanzione amministrativa di 533 euro (una sanzione più alta perché sono arrivati con un aereo) e rischiano una multa anche altre persone che eventualmente saranno considerate responsabili.

Responsabilità ancora al vaglio degli inquirenti e che potrebbero riguardare l’associazione neocatecumenale che ha organizzato il loro arrivo e il soggiorno a Campobasso né si escluderebbe il prete responsabile della parrocchia che li ha ospitati.

Stando ai primi accertamenti non ci sarebbero profili penali in questa vicenda perché i venezuelani erano asintomatici e non sapevano di aver contratto il sars-cov-2. La loro posizione dunque sarebbe diversa, meno grave rispetto ai rom: sul focolaio legato alla comunità nomade del capoluogo la procura sta ancora indagando.

 

MACCHIAGODENA SENZA PIU’ CASI DI COVID-19

Con un post sui social network, il sindaco di Macchiagodena Felice Ciccone ha comunicato ufficialmente ai cittadini che il paese non registra più da ieri casi di covid-19. “Finalmente il tampone effettuato ieri alla nostra concittadina positiva al coronavirus è risultato negativo. Così, dopo quasi due mesi, Macchiagodena torna ad essere comune Covid free.

Questo ci permette di affrontare con maggiore serenità le prossime settimane. Tuttavia, quanto sta accadendo nel mondo intero ci impone, nuovamente, di essere prudenti e responsabili e di rispettare tutte le raccomandazioni e le prescrizioni che ci vengono impartite dalle autorità competenti.

Assistiamo, da qualche giorno, ad un aumento dei contagi, proprio a causa del mancato rispetto delle regole da parte di chi continua a sostenere che il virus non c’é più. Ovviamente, non è così, il virus ancora c’è e va tenuto lontano dalla nostra comunità con comportamenti seri e responsabili.

Indispensabile è il rispetto delle norme sul distanziamento sociale, dell’igiene e, soprattutto, dell’uso della mascherina. L’uso della mascherina, ribadiamo, è obbligatorio in tutti gli ambienti chiusi (pubblici esercizi, negozi, uffici, ecc.) e all’aperto quando non è possibile garantire il distanziamento sociale. Alla nostra concittadina l’augurio di tornare quanto prima alla tanto desiderata normalità”.

 

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