Il commissario per la sanità in Molise Angelo Giustini ha dato incarico alla struttura amministrativa dell’Azienda Sanitaria regionale di redigere un Piano per fare in modo che venga costituito il centro Covid presso l’ospedale ‘Vietri’ a Larino. Lo sostiene il Segretario Pd Vittorino Facciolla: “Questo è un sogno per il basso Molise che finalmente potrebbe realizzarsi. Un centro di malattie infettive interregionale, tra l’altro finanziato con fondi straordinari provenienti dal Mef o del recovery fund, che potrebbe dare prospettive a questa terra per un periodo lunghissimo”.
“A questo punto Toma e Florenzano, rispettivamente Governatore del Molise e Direttore Generale Asrem, non possono più nascondersi ognuno per le rispettive competenze – continua Facciolla – e se il centro covid di Larino dovesse naufragare sarà esclusivamente per loro diretta responsabilità”.
Il punto è controverso, perchè sia la Regione che la Asrem hanno fatto sapere, nei giorni scorsi, di voler privilegiare la realizzazione della torre presso il centro hub Cardarelli di Campobasso. Mentre il Commissario Giustini è di tutt’altro avviso e scommette sul Vietri di Larino. “Se è così – va avanti l’esponente del Pd – il presidente Toma dovrà venire a dirlo in Consiglio regionale che è la sede naturale e preposta a fare scelte che riguardano la salute di tutti i cittadini molisani”. Facciolla anticipa una mozione urgente che, “nel ridare centralità al Consiglio regionale quale soggetto preposto agli atti di indirizzo politico, faccia esprime lo stesso sulla realizzazione del centro covid a Larino, così da consentire un primo passo in direzione della riorganizzazione dell’offerta sanitaria efficiente ed efficace. Il tempo sta per scadere anche per chi sino ad oggi ha giocato a nascondino”.
Anche il sindaco di Larino Pino Puchetti torna alla carica sulla idea di potenziare l’ospedale Vietri rendendolo centro Covid. Una ipotesi che risolverebbe secondo una ampia fascia di rappresentanti istituzionali molisani la criticità legata ai percorsi misti dell’ospedale Cardarelli, indicato come Hub Covid ma con percorsi separati dai pazienti non Covid.
Il sindaco, con l’appoggio di tutto il consiglio comunale (d’intesa anche con la minoranza) scrive al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ribadendo le ragioni per le quali il Vietri si dovrebbe trasformare in centro Covid e centro di cura per le Malattie infettive. Il che – sottolinea Puchetti – “è in linea con le indicazioni del ministero alla Salute e il decreto legge del 19 marzo 2020”.
La ricostruzione della vicenda parte dalla situazione attuale, cioè l’utilizzo di un’unica struttura destinata a trattare sia i pazienti Covid che i pazienti affetti da altre patologie, che ha generato problematiche organizzative in Molise come in tutta Italia già evidenziate nella circolare del Ministero della Salute il 4 marzo scorso. In quel frangente è stato spiegato che l’ospedale misto risulta ingestibile ed è penalizzante per tutte le attività di cura dei pazienti e anche per il personale ospedaliero.
Puchetti con il sostegno di oltre 100 sindaci molisani aveva avanzato una proposta che aveva incontrato il favore del commissario ad acta Angelo Giustini e poco tempo dopo anche una sorta di avallo di massima dallo stesso Ministero della Salute. Il 27 maggio scorso il consiglio comunale di Larino aveva accolto all’unanimità la proposta di Giustini di destinare il Vietri a centro Covid In un primo momento e poi a centro regionale e interregionale per la cura delle malattie infettive.
A questo si aggiunge – spiega Puchetti – che il Consiglio comunale di Campobasso aveva già chiesto di individuare una struttura covid separata rispetto al Cardarelli.
Il Consiglio comunale boccia l’ospedale covid: “Il Cardarelli deve garantire cure a tutti”
Insomma, sarebbero tutti concordi su una soluzione che divide il trattamento dei pazienti affetti da Sars-Cov-2 rispetto a tutti gli altri.
E da questo punto di vista il Vietri – riconvertito in ospedale di comunità – dispone di una serie di caratteristiche che lo rendono il candidato ideale per questa missione. “È una struttura moderna, di recente costruzione e con elevati standard di sicurezza” spiega il sindaco. “Ha una ubicazione geografica favorevole, distante pochi chilometri dalla A14 così come dalla statale 16. Si estende per circa 3mila metri quadrati e di questa superficie quella realmente utilizzata come residenza sanitaria per anziani e riabilitazione è solo un terzo. Sono già predisposti 150 posti letto dotati di ossigenoterapia e aspiratori. Sono 6 le sale operatorie, di cui una funzionante”.
Puchetti va avanti nell’elenco delle caratteristiche anche in relazione ai servizi: radiologia in assenza di Tac, punto prelievi, ambulatorio di cardiologia, di endoscopia, chirurgia oculistica, dialisi eccetera. A questo si aggiunge il fatto che per essere diviso in ale di 1000 metri quadrati ciascuno che a loro volta sarebbero divisibili il 3 moduli autonomi occorrerebbero lavori esigui. “Inoltre dispone già di una camera iperbarica, di riferimento interregionale, che potrebbe rappresentare una valida cura per contrastare il virus covid-19 specie in una prospettiva che non vede imminente il vaccino”.
Ora l’ultima parola spetta al commissario Arcuri, mentre la Regione Molise e la Asrem sono su posizioni diametralmente opposte e hanno già chiarito che l’ideale sarebbe un’ala del Cardarelli da adibire a centro Covid.
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