Una brutta vicenda

La solidarietà post Covid non esiste: sfrattati e lasciati senza gas con un bimbo di 2 anni

La storia di una giovane coppia termolese a cui il padrone di casa ha dato lo sfratto per aver venduto l’appartamento a un’altra persona. “Con quello che è successo in questi mesi non riusciamo a trovare una sistemazione”

Due settimane fa hanno ricevuto l’avviso di sfratto e da qualche giorno la fornitura del gas risulta staccata. Non è inverno e non c’è bisogno di riscaldamento, ma senza gas non puoi bollire l’acqua, fare una doccia che sia almeno tiepida. E non puoi nemmeno scaldare il latte a tuo figlio che ha due anni. Oggi una giovane coppia termolese residente nella periferia della città vive così. “Stiamo diventando un peso per le nostre famiglie” ammette la mamma del piccolo.

Qualcuno a un certo punto della pandemia ripeteva convinto che ‘Ne usciremo migliori’. La verità è che al di là della buona riuscita di uno slogan vuoto, nulla sembra cambiato e la tanto sbandiera solidarietà resta appannaggio dei più puri. Succede invece che a una giovane coppia venga intimato di lasciare casa in quattro e quattr’otto, a pandemia ancora in corso e senza la possibilità di trovare una sistemazione decente.

Il racconto presenta degli omissis al posto dei nomi perché la vicenda raccontata da una delle parti potrebbe avere presto degli strascichi giudiziari. La chiameremo Claudia, nome di fantasia di una madre poco più che ventenne e con un bimbo di soli 2 anni. Questa è la storia della sua famiglia e di un appartamento in affitto alla periferia sud di Termoli.

“Né io né il mio compagno abbiamo un lavoro – racconta la ragazza -. Viviamo di reddito di cittadinanza e siamo in affitto in una casa. Abbiamo sempre pagato l’affitto regolarmente. Solo nell’ultimo periodo, viste le tante difficoltà che ci sono state a causa dell’epidemia, abbiamo dato al padrone di casa 50 euro di meno rispetto al solito”.

Ma proprio nell’ultimo periodo le cose sarebbero cambiate. “Il proprietario di casa ci ha detto che dovevamo andarcene perché aveva venduto l’appartamento a un’altra persona. Il contratto è scaduto ad aprile, in pieno lockdown e noi gli abbiamo chiesto più tempo per avere la possibilità di cercare un’altra sistemazione. Invece due settimane fa ci ha mandato lo sfratto”.

Qualche giorno fa l’ultimo atto di una sorta di guerra di nervi in cui a rimetterci è soprattutto il bimbo, il più fragile di tutti. “Siccome la bolletta del gas è intestata al padrone di casa, ci ha fatto staccare la fornitura. Ora siamo senza gas”.

Una situazione che fa a pugni con le belle parole di queste settimane, con gli inviti alla solidarietà e con le tante iniziative di beneficenza seguite alla pandemia. “Non abbiamo reddito e gli affitti a Termoli sono alti, come facciamo a trovare un altro posto in pochi giorni? Chiediamo solo più tempo, stiamo chiedendo in giro ma non è facile trovare casa in questo periodo a causa del coronavirus”.

Claudia si è rivolta di recente all’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Termoli, oltre che per la domanda di sostegno economico relativo ad affitti e bollette, anche per un aiuto a risolvere questa brutta situazione.

“Non ci aspettavamo però un comportamento del genere. Il padrone di casa non ci risponde più al telefono, ci accusa di avergli fatto perdere i soldi della caparra per l’appartamento. Abbiamo provato a fargli capire che con un bambino piccolo non possiamo lasciare casa senza sistemazione, ma ci ha risposto che non siamo i suoi figli e non vuole mantenere nessuno”.

Decisa a rivolgersi alla Polizia, per ora la giovane coppia non ha presentato denuncia ma cercherà di risolvere bonariamente la questione.

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