La sentenza

Colpo di scena nella sanità, Corte Costituzionale annulla Piano Operativo di Frattura. “Viola diversi articoli”

Questo pomeriggio - 23 giugno - la decisione dei giudici che hanno accolto il ricorso presentato dalla clinica della famiglia Patriciello, il Neuromed di Pozzilli, i cui interessi sono stati difesi dall'avvocato Salvatore Di Pardo. Il programma operativo 2015-2018 che, tra l'altro, aveva determinato il ridimensionamento del Santissimo Rosario di Venafro e del Vietri di Larino - ridotti a ospedali di comunità - non poteva essere 'convertito' in legge dello Stato. Una sentenza clamorosa, destinata a fare giurisprudenza in tutto il Paese.

La ‘bomba’ esplode intorno alle 17 del pomeriggio, poche ore dopo il voto del Consiglio regionale per tutelare l’ospedale Caracciolo di Agnone. Il Piano Sanitario 2015-2018 dell’ex presidente-commissario Paolo di Laura Frattura che ridimensionava proprio i nosocomi più piccoli della nostra regione è diventato carta straccia: i giudici della Corte costituzionale lo hanno annullato, accogliendo il ricorso di Neuromed, la clinica della famiglia Patriciello che, quasi per uno scherzo del destino, nella scorsa legislatura è stato uno degli alleati politici dell’ex presidente della Regione. Poi, nel 2017, il divorzio politico.

L’istituto di Pozzilli aveva deciso di impugnare il Programma operativo per gli anni 2015-2018 davanti ai giudici della Corte Costituzionale tre anni fa, nell’estate 2017. L’oggetto del ricorso era il taglio di 11 posti letto nella struttura di riabilitazione. La decisione fu alla base della querelle tra il governatore Frattura, allora commissario per la sanità, e l’europarlamentare Aldo Patriciello che aveva deciso alla fine di impugnare la legge davanti alla Corte suprema.

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“Ci sentiamo fortemente danneggiati dal programma operativo straordinario divenuto legge nel giugno 2017”, così i vertici del Neuromed avevano annunciato di aver impugnato davanti alla Corte costituzionale quel Pos. A giudizio dei loro avvocati difensori, guidati da Salvatore Di Pardo, il programma operativo era stato redatto senza analisi preventiva del fabbisogno del territorio

Il Piano operativo 2015-2017 fu particolarmente contestato. Era considerato “lacrime e sangue”, ridimensionava fortemente la sanità molisana per ridurre il debito che si era accumulato durante gli anni del commissariamento. Il Vietri di Larino e il Santissimo Rosario, ad esempio, sono stati ridotti a ospedali di comunità.

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A nulla sono servite le lotte dei vari comitati. Anzi proprio per evitare i ricorsi che ne bloccavano l’applicazione, il Pos è stato inserito in un emendamento (il numero 34) della manovra di bilancio approvata nel 2017.

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Già il Tar Molise aveva sollevato dubbi sulla legittimità costituzionale dell’art. 34-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 (Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, nella legge 21 giugno 2017, n. 96.

La complessa sentenza, di dieci pagine e depositata oggi (23 giugno), porta la firma del presidente Marta Cartabia, oltre che del redattore Giancarlo Coraggio e del cancelliere Roberto Milana. Per i giudici il Piano operativo vìola dunque diversi articoli della Costituzione. Il pronunciamento è destinato a fare giurisprudenza in tutta Italia: anche in Abruzzo del resto il programma operativo dell’allora presidente Gianni Chiodi divenne legge dello Stato.

Qui la sentenza della Corte costituzionale

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